Missione Unifil, cosa fanno i militari italiani?

Missione Unifil, cosa fanno i militari italiani?

La missione Unifil, cos’è, a cosa serve e cosa fanno i militari italiani in Libano.

La crescita degli attacchi israeliani in Libano ha notevoli conseguenze sul piano internazionale e tocca direttamente i militari italiani, impegnati da decenni sul territorio nell’ambito della missione Unifil. Il personale si trova al momento nei bunker, ma non si pensa ancora a un’evacuazione. Il ministro Guido Crosetto ha ricordato che la missione non è un obiettivo diretto degli attacchi, ma ha sottolineato la delicatezza della situazione.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro libanese, Najib Mikati, ribadendo la necessità di sicurezza per il personale militare italiano e l’importanza del servizio reso. Il premier ha ribadito anche “l’impegno italiano per un cessate il fuoco e una soluzione diplomatica al conflitto”.

Cos’è la missione Unifil

La missione Unifil è stata istituita il 19 marzo 1978 dal Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite, inizialmente con lo scopo di verificare il ritiro delle truppe israeliane in Libano, per difendere la pace e la sicurezza internazionale. I militari italiani hanno iniziato a partecipare alla missione nel 1979, quando l’Esercito Italiano è arrivato in Libano per compiti di ricognizione, ricerca e soccorso, trasporto sanitario e collegamento.

Con l’invasione israeliana del 1982 la missione Unifil si è concentrata sulla protezione e l’assistenza umanitaria alla popolazione libanese. Con le continue ostilità che hanno interessato l’area, tra Israele e Hezbollah, il mandato della missione è stato rinnovato ogni 6 mesi dall’Onu per contenere il conflitto e fornire aiuti alla popolazione locale. Dal 2000 la missione Unifil si appoggia anche agli osservatori militari Untso (United Nations Truce Supervision Organization).

Nello stesso anno, in occasione del ritiro delle Forze Armate israeliane, i militari di Unifil hanno svolto un ruolo fondamentale di supporto ai militari libanesi, incluse attività di pattugliamento, sminamento dell’area liberata e definizione della linea di confine. Con l’offensiva di Hezbollah nel 2006, però, la missione Unifil ha subito un importante cambiamento.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha infatti aumentato il contingente fino a 15.000 militari nel Libano meridionale. Il dispiegamento congiunto con le Forze Armate libanesi, iniziato subito dopo il cessate il fuoco, oltretutto, ha visto un importante impegno dei militari italiani e francesi.

Da quel momento, la missione viene continuamente prorogata per far fronte alla delicata situazione del Libano ed è davvero fondamentale. I militari di Unifil, infatti, sono determinanti per garantire l’accesso umanitario e la protezione degli operatori umanitari e dei civili.

L’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 ha compromesso ulteriormente la situazione e complicato in maniera repentina la collaborazione militare del cosiddetto Occidente collettivo, richiedendo notevoli responsabilità e rischi per il personale della missione di pace.

Cosa fanno i militari italiani in Libano

Sin dall’istituzione della missione Unifil, l’Italia si è sempre distinta, sia per numero di forze dispiegate che per la loro estrema professionalità. Dalla seconda fase di Unifil, cominciata nel 2006, per ben quattro volte a comando della missione c’è stato un generale italiano, in particolare:

  • il Generale Claudio Graziano dal 2 febbraio 2007 al 28 gennaio 2010;
  • il Generale Paolo Serra dal 28 gennaio 2012 al 24 luglio 2014;
  • il Generale Luciano Antonio Portolano dal 24 luglio 2014 al 20 luglio 2016;
  • il Generale Stefano Del Col dal 7 agosto 2018 al 28 febbraio 2022.

Il Generale di brigata dell’Esercito Stefano Messina è al comando del settore ovest di Unifil, nonché della Joint Task Force italiana in Libano, dal 2 agosto 2024.

Nel complesso, la consistenza massima del contingente italiano è fissata a:

  • 1.292 unità, quasi interamente dispiegate;
  • 375 mezzi terrestri;
  • 7 mezzi aerei;
  • 1 mezzo navale.

Come anticipato nella spiegazione della missione Unifil, i militari italiani in Libano svolgono i seguenti compiti:

  • collaborare con le Forze Armate libanesi nel dispiegamento a confine con lo Stato d’Israele e nella stabilizzazione delle aree di confine, al fine di garantire una zona cuscinetto;
  • promuovere condizioni di pace e di sicurezza;
  • proteggere il personale, le attrezzature, le strutture e gli impianti delle Nazioni Unite;
  • proteggere i civili da minacce imminenti;
  • assistere il controllo al confine per prevenire il traffico illegale d’armi.

Con l’intensificarsi delle ostilità, ovviamente, i compiti delle Forze Armate italiane sono rivolti alla garanzia di accesso umanitario e al monitoraggio della cessazione del conflitto. Nel complesso, la missione Unifil consta attualmente di circa 10.500 militari provenienti da 46 Paesi differenti.

I militari italiani, inoltre, contribuiscono al supporto dell’area libanese anche attraverso la Maritime Task Force per la sicurezza marittima, nonché la task force Italair.

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