Rinnovo del contratto Forze Armate e Polizia, fissato il prossimo incontro

Rinnovo del contratto Forze Armate e Polizia, fissato il prossimo incontro

Rinnovo del contratto, si ricomincia. In settimana i prossimi incontri con i sindacati di Forze Armate e di Polizia. Ma l’accordo è lontano.

Fonte immagine: Vox España, Wikicommons

Il prossimo incontro per il rinnovo del contratto delle Forze Armate e di Polizia per il triennio 2022-2024 è stato programmato per il 3 e 4 luglio (per le sole Forze di Polizia a ordinamento civile).

Un incontro che potrebbe essere decisivo per il futuro delle condizioni di lavoro dei militari e delle forze di polizia in Italia, per quanto permangano scetticismi sulla possibilità di ottenere risultati concreti in questo nuovo round di negoziati, vista la mancanza di progressi significativi nei precedenti incontri tecnici.

Che fine ha fatto l’incontro con Meloni?

Uno dei punti critici della trattativa è l’assenza di un incontro diretto con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che le Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, rappresentative di Forze Armate e di Polizia a ordinamento militare, ritengono essere essenziale per sbloccare la situazione e ottenere risposte chiare ai fini della buona riuscita della contrattazione.

I nodi da sciogliere

Tra le questioni principali sollevate, come spiegato da ASPMI, c’è la necessità di rivedere la distribuzione delle risorse nel comparto Difesa, affinché questa sia equa tra le diverse forze.

Attualmente, la ripartizione basata sul "reddito medio" penalizza l’Esercito Italiano, fa sapere l’Associazione sindacale professionisti militari. Per questo è stato proposto che una distribuzione più equa debba tenere conto del numero di personale impiegato, in modo da riequilibrare le attuali disparità.

Questa proposta era già stata approvata dai tecnici del Ministero della Funzione Pubblica durante l’ultima contrattazione (triennio 2021-2024) tanto da essere stata inserita nell’addendum dell’accordo.

La revisione delle risorse è vista come fondamentale per il buon esito delle negoziazioni, così come porre fine alla forfettizzazione dell’orario di lavoro, poiché le attuali indennità forfettarie per guardia e servizio sono considerate inaccettabilmente basse.

Un’altra questione chiave riguarda la rimodulazione degli straordinari. Le Associazioni hanno proposto di uniformare i compensi accessori tra Forze Armate e Forze di Polizia, valorizzando maggiormente le ore straordinarie e redistribuendole in modo più equo. Un aumento del valore economico delle ore straordinarie apporterebbe benefici non solo in termini di retribuzione immediata, ma anche di contributi pensionistici per i militari.

Il tavolo contrattuale è ad un punto morto?

Senza risposte a queste domande cruciali, il rischio è che il tavolo contrattuale si trasformi in un esercizio inutile, bloccato in un punto morto. Solo un intervento diretto del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni può sbloccare la situazione e permettere alle trattative di avanzare in modo costruttivo.

L’incontro del 3 luglio sarà quindi un momento decisivo per valutare se ci saranno progressi concreti o se sarà necessario un intervento politico di alto livello per superare l’impasse.

Di certo i sindacati militari continueranno a monitorare attentamente la situazione, determinati a raggiungere un accordo che sia equo e vantaggioso per tutti i membri delle Forze Armate e di Polizia.