Simone Micocci - 18 giugno 2018
Storia della Polizia di Stato: origini e tappe fondamentali
Dal 1814 - nascita della Direzione del Buon Governo - ad oggi; ecco quali sono le tappe più importanti della storia della Polizia di Stato.
Conoscere la storia della Polizia di Stato è molto importante sia per chi fa parte del corpo e vuole conoscere le proprie “origini” che per coloro che vogliono diventare poliziotti; non è da escludere, infatti, che nel concorso per entrare nella Polizia di Stato vi vengano fatte domande sulla storia e le origini.
Ecco perché è importante documentarsi bene e a tal proposito abbiamo deciso di aiutarvi facendo un riassunto della storia della Polizia di Stato con tutte le informazioni sulle origini e sulle tappe più importanti.
Siete pronti per questo percorso dal 1814 - data in cui viene creata la prima forza di polizia con poteri amministrativi e giudiziari - ad oggi? Cominciamo.
Le origini
Come anticipato è nel 1814, precisamente nel Regno di Sardegna, che risale la prima testimonianza di una forza di polizia con potestà amministrative e giudiziarie. Qui, infatti, viene creata la “Direzione del Buon Governo”, una forza di polizia affiancata ai Carabinieri Reali.
Entrambe fanno capo al Ministero della Guerra e della Marina ma 30 anni dopo, nel 1847, la gestione della Direzione di Polizia viene affidata al Ministero dell’Interno (al quale ancora oggi fa capo la Polizia di Stato).
L’anno successivo - nel 1848 - il Re Carlo Alberto fa applicare lo Statuto Albertino (la Costituzione dello Stato di Sardegna) e con l’occasione, su iniziativa del Ministro Pier Dionigi Pinelli, istituisce l’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, alla quale vengono affidati i compiti della Direzione di Polizia.
Con la riforma viene deciso che nell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza fossero reclutati solamente civili, seguendo il criterio di una diversa competenza territoriale. Una piccola curiosità: nel nuovo corpo venne tolto il termine “Polizia” perché allora questo suscitava sentimenti di ostilità da parte dei cittadini visto che ricordava loro prepotenze e abusi subiti nel corso degli anni.
Ecco perché Carlo Alberto lo sostituì “Polizia” con “Pubblica Sicurezza”, il quale nel 1852 venne poi sostituito dal “Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza” a cui venne affidato il compito di garantire l’ordine pubblico in un momento non particolarmente felice per il Paese, reduce dalla prima Guerra d’Indipendenza.
È al 1859 però che si deve il nuovo ordinamento per la Pubblica Sicurezza, a firma di Urbano Rattazzi; una riforma importante se non altro perché la qualifica di “assessore” viene sostituita da quella dell’ispettore.
L’Unità d’Italia
E siamo arrivati all’Unità d’Italia, con il nostro Paese che si trova a vivere una delle fasi più delicate della sua storia. Al Nord le rivolte causate dalla tassa sul macinato e il brigantaggio nel Sud mettono a serio rischio la sicurezza dei cittadini e per questo si sente l’esigenza di incrementare l’organico della forza di polizia statale.
Gli allora “poliziotti” vengono definiti come “la più bassa categoria di servitori dello Stato” dalla quale bisogna attendersi la massima dedizione: ed è per questo che viene imposto loro il celibato (non potevano essere sposati) e l’obbligo di dimora in caserma. Il motivo di questa imposizione è semplice da dedurre: un poliziotto con degli affetti potrebbe esitare nelle situazioni ad alto rischio, non portando a termine i compiti per i quali è stato assunto.
Ed è anche per questo motivo che nel 1867 venne dato ordine ai prefetti di reclutare personale per il corpo di Polizia statale solamente tra le classi più umili della società, dove è più semplice trovare persone disposte ad ogni sacrificio.
È a Garibaldi invece che si deve la nascita delle Guardie di Pubblica Sicurezza a cavallo: è il 1877 quando il noto generale sceglie di introdurre un Corpo di Militi a cavallo in Sicilia, per far fronte all’ordine e alla sicurezza delle zone rurali dove si sospettava ci fossero infiltrazioni con l’allora “maffia”.
Nel frattempo - a Torino - nasce la prima scuola di Polizia italiana (che venne trasferita a Roma nel 1876) con l’obiettivo di dare un’adeguata formazione al corpo così da migliorarne l’immagine pubblica e valorizzarne le carriere. Per lo stesso motivo agli appartenenti ai gradi più elevati della P.S. venne richiesta la laurea. Ci fu anche una valorizzazione economica dal momento che lo stipendio degli appartenenti al corpo venne equiparato a quello delle guardie municipali.
Tra gli altri provvedimenti presi in quegli anni segnaliamo:
- stesura quotidiana di un bollettino con tutte le notizie facenti riferimento alla P.S;
- nasce il servizio di vigilanza ferroviaria;
- nascono degli agenti ausiliari, volontari in ferma annuale per i quali non vigeva né l’obbligo di celibato né tantomeno quello di risiedere in caserma;
- introdotto il servizio fotosegnaletico, con l’obiettivo di fotografare i criminali più pericolosi.
In questi anni quindi la tutela del territorio viene affidata a due corpi di Polizia: da una parte i Carabinieri Reali, che si trovano nelle piccole città, e dall’altra le Guardie di Pubblica Sicurezza che invece vengono collocate nei grandi centri urbani.
Nel 1890 - dopo un lungo iter legislativo - viene approvata la proposta di Crispi di riordinare il personale della P.S procedendo con un accorpamento con le guardie municipali. Una riforma che prevede diverse novità, tra le quali la nascita degli agenti investigativi in borghese e l’introduzione dei sistemi scientifici di indagine.
Il nuovo Corpo viene nominato Guardie di Città nel quale confluiscono - a partire dal 1892 - anche le guardie di P.S. a cavallo. A questo viene affidato il compito di verificare l’osservanza delle leggi da parte dei cittadini, oltre a quelli di garantire l’ordine pubblico e prevenire i reati.
Pochi anni dopo però il Corpo di P.S. venne attaccato dall’opinione pubblica per la propria inadeguatezza ai compiti per il quale è stato chiamato. I gruppi anarchici e gli attentati alla vita dei sovrani confermano questi attacchi ed è per questo che dal 1897 fu avviato un profondo processo di revisione del servizio di Polizia che porta anche alla nascita - nel 1902 - della Scuola di Polizia Scientifica.
Ma l’esigenza di riformare l’organizzazione della Polizia non si placa negli anni successivi; è nel primo dopoguerra, infatti, che questa si fa sempre più forte vista l’esplosione delle tensioni sociali. Per reprimere le varie tensioni venne deciso di professionalizzare l’attività della polizia investigativa tramite l’istituzione dei detective in borghese del Corpo degli Agenti di Investigazione.
D’altra parte questa situazione di instabilità porta alla creazione - nel 1919 - di un Corpo di Polizia con ordinamento e regolamento di disciplina del Regio Esercito: la Regia Guardia di Pubblica Sicurezza, dipendente dal Ministero dell’Interno ma con una struttura militarizzata adeguatamente armata e motorizzata.
La Polizia durante il fascismo
È a Mussolini - dopo la marcia su Roma - che si deve l’unificazione dei Corpi Armati di Polizia e la soppressione degli Agenti Investigativi e della Regia Guardia, provocando però l’opposizione degli ex appartenenti a quest’ultima con lo scoppio di diversi conflitti a fuoco su tutto il Paese placati solamente con l’intervento dei Carabinieri e dell’Esercito facenti capo al duce.
La tutela dell’ordine pubblico viene affidata alla neonata Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN), mentre ai funzionari della Pubblica Sicurezza viene assegnato il diretto controllo del personale nonché la gestione della formazione scientifica e investigativa.
È nel 1925 però che Mussolini torna sui propri passi sopprimendo il ruolo specializzato dei Carabinieri e ricostituendo quello degli Agenti di Pubblica Sicurezza, un corpo militarmente organizzato. Alla fine degli anni ‘30 questi vengono riconosciuti come Forza Armata tramite la dotazione di armamenti ed equipaggiamenti del Regio Esercito.
Questi presero parte alla Seconda Guerra Mondiale prima - nel 1941/1943 - all’interno del Battaglione Agenti di Polizia Motociclisti e il Battaglione Specializzato Fiume in area balcanica, Albania e Montenegro, e poi - dopo l’armistizio del 1943 - prendendo parte alla difesa di Roma contro le occupanti forze tedesche.
È alla caduta di Mussolini che si deve, per opera del Governo Badoglio, il riconoscimento del Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza come appartenente alle Forze Armate dello Stato, con il compito di difendere il territorio nazionale e della sicurezza pubblica.
La Polizia nei giorni d’oggi
Dopo aver preso parte ai gruppi partigiani per la liberazione d’Italia, gli Agenti di P.S. devono far fronte ai conflitti del dopoguerra, un periodo segnato da tensioni politico-sociali e da una dilagante criminalità comune.
Per questi motivi si sente la necessità di rafforzare questo corpo e di fargli mantenere lo status militare acquisito negli anni del fascismo. Per il rafforzamento viene deciso - tra i dubbi generali - di far arruolare nel corpo anche i reduci dai gruppi partigiani, nonché di procedere nel contempo con un potenziamento dell’addestramento dei poliziotti.
Con la nascita della Repubblica la Polizia viene riconosciuta come strumento di garanzia della democrazia e della tutela della legalità, con l’introduzione di diverse specializzazioni quali:
- Polizia Ferroviaria;
- Polizia Stradale;
- Polizia di Frontiera;
- Polizia Postale.
L’organizzazione sul territorio prevede la suddivisione in reparti territoriali - suddivisi in Raggruppamenti e Gruppi dipendenti dalle Questure - i quali si occupano dei servizi ordinari di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza, e in reparti mobili dislocati nelle più importanti città d’Italia.
È al 1959, invece, che si deve l’istituzione della Polizia Femminile. A questo punto il processo fino ai giorni d’oggi è avviato. Tra le varie tappe le più importanti sono:
- 1968: istituzione del centro per le Operazioni di Polizia Criminale (CRIMINALPOL);
- 1969: nascita del servizio di soccorso pubblico e del numero 113;
- 1974: istituzione dell’Ispettorato Generale per l’Azione contro il Terrorismo, dell’Ufficio Centrale Investigazioni Generali e Operazioni Speciali nel quale viene poi incluso il Nucleo Operativo Centrale Sicurezza, conosciuto meglio come NOCS.
È al 1981 però che si deve la più importante riforma della Polizia di Stato che viene smilitarizzata divenendo organismo civile ad ordinamento speciale’ a ruolo unico nel quale confluisce tutto il personale del Corpo delle Guardie di P.S., del Ruolo dei Funzionari di P.S. del Ministero dell’Interno e del Corpo di Polizia Femminile.
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