Paola Gentile - 23 febbraio 2022
Terza guerra mondiale, quanti sarebbero i morti: lo scenario drammatico
I ricercatori dell’Università di Princeton hanno simulato la guerra nucleare con un bilancio di 85 milioni di morti.
La situazione di forte allerta che vige al confine russo-ucraino fa presagire lo scoppio imminente della terza guerra mondiale che sarebbe devastante per tutti i paesi coinvolti.
Non solo i protagonisti dichiarati: Russia e Ucraina, ma anche gli USA e, di conseguenza, tutti i membri della NATO.
Un’ ipotesi terza guerra mondiale c’è, ed è diventata una certezza quando Vladimir Putin ha firmato due decreti che, di fatto, sanciscono il riconoscimento russo delle repubbliche indipendentiste di Donetsk e Lugansk nella regione del Donbass, dilaniata da conflitti interni che si trascinano dal 2014.
Come ha ben descritto il Presidente americano Joe Biden, la terza guerra mondiale è quando russi ed americani iniziano a spararsi e viste le armi nucleari in possesso della Russia e degli USA, la situazione potrebbe essere davvero spaventosa.
A questo proposito, ancora prima che le cose precipitassero, e precisamente nel 2019, un gruppo di ricercatori dell’Università di Princeton ha simulato una guerra nucleare tra Russia e Stati Uniti (più NATO) facendo registrare dei numeri, in termini di vite umane, davvero terribili.
Terza guerra mondiale: cosa dice lo studio
Il team dell’Università di Princeton, guidato da Alex Glaser, esperto di ingegneria e affari internazionali, ha condotto uno studio simulando al computer lo scoppio di una guerra nucleare tra le due superpotenze, ipotizzando i possibili vettori di lancio impiegati nel conflitto e gli esiti che si potrebbero registrare già nelle prime tre ore.
Il video, che potrete visionare di seguito, chiamato “Plan A”, delinea le diverse fasi della guerra.
Nella fase 1, la simulazione della guerra parte da un attacco aereo russo, proveniente dall’oblast di Kaliningrad, e viene sferrato direttamente sul suolo europeo, focalizzandosi su un obiettivo tattico: una base NATO che verrebbe colpita da una serie di raid con bombardieri strategici e missili balistici a medio raggio Irbm.
Da qui si genererebbe immediatamente la controffensiva.
Kaliningrad è stata scelta quale luogo strategico, a confine tra Polonia e Lituania con sbocco sul Mar Nero.
L’obiettivo della fase 2 è rendere inoffensive le capacità nucleari dell’avversario con il lancio di missili Icbm dalle flotte di sottomarini nucleari lanciamissili posizionati nell’Atlantico e nel Pacifico e dai vettori terrestri fissi e mobili.
La fase 3 presuppone l’attacco alle principali città di Russia, Europa e America. In generale, gli obiettivi preferiti dai missili balistici intercontinentali sono le capitali o comunque le città che rappresentano il centro della vita e del potere. Lo scopo è “inibire il recupero” da parte dell’avversario e distruggerlo.
Terza guerra mondiale: il conteggio dei morti secondo lo studio
Nella fase 1 si stimano almeno 2 milioni e mezzo di morti nelle prime tre ore dallo scoppio della guerra.
Nella fase 2, detta anche di “completamento” si stimano 3 milioni e mezzo di morti in meno di 45 minuti.
Il bilancio totale, compresa la fase 3, è disastroso: 85 milioni di morti nelle prime 5 ore dallo scoppio della guerra nucleare, escluse le vittime della ricaduta radioattiva che le armi sprigionerebbero.
A distanza di tre anni dallo studio, suonano quanto mai attuali le parole dei ricercatori che, all’epoca della simulazione, affermarono che l’ipotesi di una guerra nucleare si faceva sempre più probabile, anche in virtù dell’uscita di Stati Uniti e Russia dal Trattato sulle Forze Nucleari a medio raggio (INF), preferendo focalizzarsi su nuovi tipi di armi più tecnologiche e all’avanguardia.
Da dove nasce l’idea dello studio di Princeton
I ricercatori dell’Università americana si sono ispirati al noto film “War Games” dove veniva riprodotta sullo schermo una guerra atomica tra USA, insieme alla NATO, e l’allora URSS. Da qui, l’idea di riprodurre al computer la simulazione di guerra e verificare i risvolti.
La paura di un conflitto russo-americano nasce all’epoca della Guerra Fredda, quando venne coniato il termine terza guerra mondiale, riferita proprio all’uso di armi nucleari e alla conseguente ricerca di posti sicuri dove rifugiarsi in caso di guerra nucleare.
Oggi, quei timori tornano prepotenti. Per il momento gli USA e la NATO non sono intenzionati a rispondere alla prova di forza di Putin, sperando di tenerlo a bada con le sanzioni; ma se il capo del Cremlino dovesse estendere la sua area di influenza oltre le repubbliche di Donetsk e Lugansk e invadere tutto il Donbass, spingendosi fino al porto di Odessa, in quel caso le cose volgerebbero al peggio.
Una cosa è certa: se dovesse scoppiare una guerra nucleare per l’umanità non ci sarebbe scampo.
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