Simone Micocci - 1 novembre 2022
4 novembre in busta paga: cosa ci spetta?
Giornata dedicata alle Forze Armate, il 4 novembre rientra tra le festività nazionali soppresse. Vediamo cosa ci spetta in busta paga.
Il 4 novembre è la giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Una festa introdotta nel lontano 1919 per festeggiare il giorno dell’armistizio e la fine della prima guerra mondiale.
Si tratta dell’unica festa ad aver attraversato decenni di storia, dal fascismo al governo repubblicano. Se fino a qualche anno fa era considerata festa nazionale, con la legge 54/1977 e successive disposizioni, la giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate rientra tra le festività nazionali soppresse.
Cosa significa questo? Significa che è sempre un giorno importante, festeggiato in tutta Italia con una serie di eventi e ricorrenze, ma che da un punto di vista lavorativo non è festivo, non è cerchiato in rosso sul calendario per intenderci.
In busta paga però, stando ai contratti collettivi, anche la giornata del 4 novembre, ha diritto ad una serie di benefici in termini di permessi retribuiti o di corrispettivi in denaro. Vediamo cosa spetta quest’anno.
4 novembre, cosa spetta in busta paga
Il 4 novembre 2022 cadrà di venerdì e per questo i lavoratori avranno diritto ad una serie di benefici in base a quanto previsto dal CCNL.
Trattandosi di ex festività, precisamente il lavoratore ha diritto a 8 ore di permesso retribuito. Questo è quanto stabilito nel Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro del Commercio che è uno dei più applicati.
Nel contratto si legge chiaramente che dai lavoratori vengono fruiti "gruppi di 4 o di 8 ore di permesso individuale retribuito, in sostituzione delle 4 festività abolite dalla legge.”
In totale durante l’anno sono 32 le ore di permesso retribuito a cui ha diritto il lavoratore, 8 per ogni giornata lavorativa. Le giornate di festa abolite sono infatti 4:
- 4 novembre: giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate;
- 19 marzo: San Giuseppe;
- 39° giorno dopo la domenica di Pasqua: Ascensione;
- 29 giugno: San Pietro e Paolo.
Le 8 ore di permesso vengono date qualora le giornate di festa ricadono in un giorno feriale. Questi possono essere utilizzati al massimo entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di scadenza.
Cosa succede se non si usufruisce dei permessi
Ma se il lavoratore decidesse di non usufruire di questi permessi retribuiti cosa succede? Non verrebbero persi, ma a quel punto verrebbero pagati con la retribuzione di fatto e solitamente nelle mensilità di dicembre o di gennaio dell’anno successivo.
“I permessi non fruiti entro l’anno di maturazione decadranno e saranno pagati con la retribuzione di fatto, in atto al momento della scadenza, oppure potranno essere fruiti in epoca successiva e comunque non oltre il 30 giugno dell’anno successivo.” - si legge nel contratto.
Tutto questo potrebbe subire delle variazioni in base ai singoli contratti di settore ma in genere la linea seguita soprattutto per i dipendenti pubblici è la seguente.