Luca Restivo - 22 febbraio 2023
Anticipo liquidazione Forze armate e di Polizia, sì all’erogazione durante il servizio attivo: ecco cosa dice l’emendamento
L’emendamento in discussione potrebbe permettere a militari, poliziotti e dipendenti pubblici di usare l’anticipo del TFS per richiedere un prestito in banca.
Sono in arrivo delle belle novità per le Forze armate e di Polizia, oltre che per i dipendenti pubblici, che potranno beneficiare di un anticipo della liquidazione, vale a dire il Trattamento di Fine Servizio (TFS).
È quanto si auspica di realizzare con l’emendamento da inserire nel decreto Crediti fiscali, al momento in discussione alla commissione Finanze della Camera, per consentire ai tre milioni di dipendenti pubblici assunti prima del 2001 di ottenere un prestito in banca dando in garanzia il proprio TFS, per poi rimborsarlo non appena arriva la liquidazione.
L’anticipo della liquidazione consentirebbe al personale militare e non solo di poter avere accesso ad un prestito senza ricorrere alla formula della cessione del quinto dello stipendio.
Ricordiamo che, ad oggi, solo i dipendenti del settore privato possono accedere all’anticipo del Trattamento di Fine Servizio (TFR), ricevendo una parte della liquidazione prima della pensione. Ne sono esclusi, al momento: militari, poliziotti, vigili del fuoco, insegnanti e tutti i dipendenti pubblici.
Ma con l’emendamento, che potrebbe anche essere inserito nel Dl Pnrr, le cose per queste categorie di lavoratori potrebbero cambiare.
Anticipo liquidazione Forze armate e di Polizia: in cosa consiste
L’iniziativa di anticipare una quota del Trattamento di Fine Servizio per le Forze armate e di Polizia, oltre che per i dipendenti pubblici, proviene da alcuni gruppi bancari italiani, ed è stata fatta propria dalla maggioranza di centrodestra che ha presentato un emendamento, in discussione alla commissione Finanze della Camera.
L’anticipo di una parte di liquidazione già durante il servizio attivo, permetterà ai tre milioni di dipendenti pubblici assunti prima del 2001, di poter accedere ad un prestito in banca dando in garanzia proprio il TFS, salvo poi rimborsarlo al momento della quiescenza, con l’arrivo della liquidazione.
A quel punto, come evidenzia La Repubblica, all’importo del TFS verrà sottratta la cifra ottenuta in prestito più gli interessi versati alla banca.
A beneficiare dell’anticipo della liquidazione sarebbero:
- Lavoratori che potrebbero chiedere un prestito bancario senza ricorrere alla cessione del quinto dello stipendio;
- Banche che potrebbero contare su garanzie sicure derivanti dalla liquidazione di un dipendente pubblico, oltre ad incassare interessi il cui tasso è in aumento.
Anticipo liquidazione Forze armate e di Polizia: conviene?
Circa l’emendamento sull’anticipo di una parte del TFS per le Forze armate e di Polizia si era già espressa Aspmi (Associazione Sindacale Professionisti Militari) in tempi non sospetti.
Infatti, in data 2 dicembre 2022, inoltrava ben due proposte emendative alla legge di Bilancio 2023, nelle quali poneva all’attenzione delle Autorità governative due integrazioni all’art. 53 della manovra riguardante: “Disposizioni sul trattamento di pensione anticipata flessibile” e sul “Reclutamento straordinario per il ruolo marescialli”.
“Speriamo veramente che il Governo risolva finalmente questo problema che rappresenta una vera discriminazione per tutto il personale del comparto sicurezza e difesa e per i dipendenti pubblici” si legge nella nota di Aspmi.
Dello stesso avviso è il segretario generale del Sindacato italiano unitario dei lavoratori della Polizia (Siulp), Felice Romano, secondo il quale, come riporta Repubblica, “non solo sarebbe una misura a costo zero per lo Stato, ma anzi comporterà maggiori entrate per le casse pubbliche grazie agli introiti Iva”.
Di tutt’altro avviso la Cgil. Il responsabile per le politiche previdenziali Ezio Cigna, ha espresso criticità sull’intermediazione delle banche, precisando che “i lavoratori del pubblico iscritti al Fondo credito di Inps già hanno accesso a mutui e prestiti a tasso inferiore rispetto a quello bancario”.
In più, sottolinea Cigna una recente delibera Inps consente agli statali di ricevere la liquidazione immediatamente dopo la fine dell’attività a un tasso d’interesse dell’1,5%.
Repubblica riferisce che da ambienti bancari fanno sapere che se oggi venisse applicata la legge, il tasso sarebbe tra il 4 e il 5%; invece un prestito a consumo erogato da un istituto di credito ha un tasso tra l’8 e il 9%.
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