Luca Restivo - 6 febbraio 2023
Busta paga febbraio 2023 Forze armate, aumenti fino a 500 euro in più: ecco per chi
Incrementi nel cedolino paga di febbraio fino a 491 euro per il personale delle Forze armate grazie alla defiscalizzazione.
Nella busta paga di febbraio 2023, in pagamento giovedì 23, il personale delle Forze armate troverà una bella sorpresa: un aumento di massimo 491 euro, grazie al bonus defiscalizzazione per chi percepisce un reddito inferiore a 28.974 euro.
A renderlo noto è ASPMI (Associazione Sindacale Professionisti Militari) che precisa come l’incremento sia dovuto proprio allo sgravio fiscale a seguito dell’imposta del reddito delle persone fisiche (Irpef) e delle addizionali regionali comunali al personale delle Forze armate e di Polizia (art. 45, comma2, del decreto legislativo n.95 del 29 maggio 2017).
A questo proposito, è bene ricordare che a febbraio non ci saranno da pagare le due rate sulle addizionali Irpef regionale e comunale, che riprenderanno ad essere detratte dalla busta paga del mese di marzo e sarà così fino a novembre 2023.
Tornando alla defiscalizzazione, la soglia di reddito, originariamente posta a 28.000 euro, è stata innalzata a 28.974 euro in sede di stesura del provvedimento del riordino dei ruoli, incremento rivendicato con orgoglio dalla sigla Aspmi.
A chi spettano gli aumenti nel cedolino paga di febbraio 2023 che, segnaliamo, è già visibile su NoiPa?
Aumenti busta paga febbraio 2023: ecco a chi spettano
Il bonus fino a 500 euro nella busta paga di febbraio (per essere precisi fino ad un massimo di 491 euro), l’importo è variabile in base alla capienza Irpef, spetta a:
- Chi ha percepito nell’anno 2021 un reddito da lavoro dipendente non superiore a 28.974 euro (punto 1 o 2 della Certificazione Unica 2022);
- Chi è stato in costanza di servizio alla data del 1° gennaio 2022.
Ricapitolando: quest’anno il personale con un reddito inferiore a 28.974 euro nell’anno 2021, percepirà nella busta paga del mese di febbraio uno sgravio fiscale nella misura massima di 491 euro (importo variabile in base alla propria capienza IRPEF) e legato, nella sua misura sia ai percettori (quest’anno per il Comparto Difesa pari a 49.227) che ai fondi stanziati dai Dlgs 95 del 2017 e 172 del 2019.
Inoltre, è prevista anche l’una tantum per tutto il 2023 dell’1,5% da applicare sullo stipendio tabellare (qui tutte le tabelle per le Forze armate e di Polizia).
Nel mese di febbraio, il cosiddetto “fondino” in busta paga spetterà anche ai Dirigenti, ma per il momento vi è certezza solo per l’Arma dei Carabinieri.
Cos’è il “fondino” e a chi spetta
“Ci preme ricordare che il provvedimento economico, istituito attraverso l’art.10 del Decreto Legislativo 29 maggio 2017 n.94 il quale ha inserito l’art.1826-bis nel Decreto Legislativo 15 marzo 2010 n.66, è riferito ai soli gradi di Maggiore e Tenente Colonnello ” ha precisato Aspmi che ha aggiunto una disamina relativa al fondino.
Le cifre si differenziano tra la “quota base”, che attribuisce un compenso mensile al Maggiore pari a 20 euro e al Tenente Colonnello pari a 30 euro, e la “maggiorazione” che è pari al:
- 70% per il personale che ricopre mansioni ordinativamente previste per un grado superiore;
- 70% per il personale che, pur ricoprendo incarichi previsti dalla determina del Capo di Stato Maggiore della Difesa, non percepisce l’indennità supplementare di comando in quanto non sono soddisfatti i requisiti richiesti;
- 40% per il personale percettore dell’indennità supplementare di comando.
Differenza di trattamento economico tra Dirigenti delle Forze armate e di Polizia
Aspmi pone al centro della questione un altro punto, affermando che: “è evidente una grossa sperequazione in termini di trattamento economico tra il personale Dirigente delle Forze Armate e quello delle Forze di Polizia, sia ad ordinamento militare che civile e sulla quale ASPMI farà dure rivendicazioni”.
Nel dettaglio: il personale Dirigente delle Forze di Polizia ad ordinamento militare e civile si è visto incrementare il provvedimento economico c.d. “fondino” in modo abbastanza cospicuo grazie al Decreto “Sostegni-Bis”.
Il decreto, varato “in piena emergenza COVID, quando i militari erano in prima linea a sostegno della popolazione e alla lotta al terribile virus che stava mettendo in ginocchio il Paese”, ha aumentato di “circa 9 milioni di euro il compenso solo ai Maggiori e Tenenti Colonnelli e gradi corrispondenti della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, del Corpo della Guardia di Finanza e del Corpo della Polizia Penitenziaria”.
Questo per Aspmi ha determinato “netto distacco tra le Forze Armate e le Forze di Polizia e ha dimostrato mancanza di attenzione da parte di una politica miope e iniqua che ha creato disparità all’interno di uno stesso Comparto”.
Infine, l’auspicio: “Siamo certi che il pagamento per il personale Dirigente dell’Esercito avverrà con le stesse modalità del personale delle Forze di Polizia ad ordinamento militare”.
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