Paola Gentile - 28 marzo 2022
Cosa farà il Generale Figliuolo: dopo il Covid c’è la guerra in Ucraina
Con la fine dello stato di emergenza, il Generale Figliuolo lascia l’incarico di Commissario straordinario per il Covid.
Dopo un anno dalla nomina a Commissario straordinario per l’emergenza Covid, il Generale Francesco Paolo Figliuolo lascia il suo incarico per dedicarsi al Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI).
Correva il 1° marzo 2021, quando il Generale Figliuolo venne incaricato dal premier Mario Draghi di sostituire Domenico Arcuri nella gestione della campagna Covid. La scelta di Arcuri, voluto dal governo Conte, destò parecchie polemiche nell’opinione pubblica e nel mondo politico che, a più voci, ne aveva chiesto la rimozione e la sostituzione.
Il Generale Figliulo, che ha guidato la campagna vaccinale e seguitone la logistica, ha esultato quando i numeri dei contagi sono scesi e quelli delle inoculazioni sono saliti, ha dovuto affrontare sfide e battaglie (vedi il caso AstraZeneca) ma, nonostante questo, è riuscito a portare a compimento l’incarico che gli era stato affidato, ed ha deciso di lasciare, dando spazio al suo sostituto che avrà il compito di seguire le fasi successive a quella emergenziale.
Oggi, quell’incredibile esperienza vissuta, Figliuolo l’ha raccontata in un libro scritto a quattro mani con il giornalista Beppe Severgnini, come ha annunciato lo stesso Commissario straordinario a Libri Come, la rassegna sul mondo dei libri tenutasi all’Auditorium Parco della Musica, nel corso della quale ha presentato “Un italiano”.
“Perché ho scritto questo libro? Per lasciare traccia di quello che sono. Metà del libro parla di questa incredibile avventura che mi è capitata di fare come commissario straordinario. Così, se avrò dei nipotini, magari un giorno leggeranno cosa ha fatto il nonno”
ha spiegato il Generale.
Perché il Generale Figliuolo lascia l’incarico
A pochi giorni dalla fine dello stato di emergenza, il 31 marzo è la dead line, il Generale Figliuolo lascia l’incarico poiché giunto a scadenza. Dal 1° aprile, il Generale potrà dedicarsi a pieno alla guida del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), l’organo che coordina, pianifica e dirige le operazioni di quasi 10mila militari italiani impegnati in missioni all’estero.
Un impegno altrettanto importante e gravoso che il Generale saprà affrontare con la risolutezza e la professionalità che lo contraddistinguono.
La campagna vaccinale, ad oggi, ha fatto registrare 135 milioni di dosi somministrate, ma ancora c’è da fare.
Chi prenderà il posto di Figliuolo?
A subentrare al Generale Figliuolo sarà l’ “Unità per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia” che opererà fino al 31 dicembre e avrà gli stessi poteri di Figliuolo e farà capo al Ministero della Difesa.
A questo proposito, pare quasi una certezza che a prendere il posto di Figliuolo sarà un altro Generale, incaricato nei prossimi giorni dal ministro Lorenzo Guerini. Più di un’indiscrezione porta sul nome di Maurizio Riccò, attuale Comandante logistico dell’Esercito, che sarà affiancato da un vicedirettore vicario da scegliere tra i dirigenti di prima fascia del Ministero della Salute.
Le due nomine verranno ratificate con decreto dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi. Sarà proprio il ministero della Salute, dal 1° gennaio 2023, a prendere il posto dell’Unità. Per favorire la transizione, dal prossimo ottobre, verrà resa operativa una squadra, composta da all’incirca 50 funzionari, che inizierà a pianificare le tappe successive della campagna vaccinale.
Dopo il Covid, c’è la guerra in Ucraina
Non si è fatto ancora in tempo ad archiviare un’emergenza che subito ne è scoppiata un’altra. Lo ha rammentato anche Papa Francesco nel corso dell’Angelus di ieri mattina, quando ha ricordato che un anno fa, proprio da piazza San Pietro, si levava la preghiera per la fine della pandemia e ieri, quella stessa preghiera, è stata fatta per invocare la fine della guerra, che si protrae ormai da più di un mese.
Ed è proprio sulla guerra in Ucraina che Figliuolo, intervenuto a Libri Come, e riportato da Repubblica, ha spiegato il suo ruolo al COVI:
“Al Covi c’è un team di crisi che è permanente, attivato per seguire l’evoluzione. Sin dall’inizio della crisi sfociata in una guerra di aggressione l’Italia ha monitorato la situazione e la Difesa ha incrementato le misure di sorveglianza e vigilanza. C’è un’interlocuzione continua con Lorenzo Guerini (il ministro della Difesa, ndr) e Giuseppe Cavo Dragone (capo di Stato Maggiore della Difesa, ndr) con cui seguiamo costantemente l’evolversi della situazione”.
E proprio su quanto detto dal Capo di Stato Maggiore è possibile leggere il nostro approfondimento.
A livello NATO, ha aggiunto il Generale Figliuolo, “sono state date tutte le predisposizioni per mettere in campo i piani graduati di risposta che sono cinque che vanno da tutta la parte est fino a sud est, quindi dai paesi Baltici alla Turchia”.
Le forze terrestri, aeree e navali sono state poste in stato di prontezza e
“abbiamo raddoppiato il dispositivo di vigilanza aerea in Romania e messo in campo le misure di risposta alla crisi così come arrivano per il tramite del consiglio dell’alleanza atlantica e del comandante supremo della Nato. Questo dal punto di vista militare”.
A Figliuolo, quindi, l’incarico di spedire il materiale bellico in Ucraina e di occuparsi dell’aspetto logistico, settore che lo ha visto formarsi come ufficiale dell’artiglieria alpina e poi al Comando Logistico dell’Esercito.
La lunga carriera del Generale è evidenziata dai mostrini che ha appuntati sul petto: dalle esercitazioni NATO al trasloco del comando alleato in Bosnia, fino all’Afghanistan dove ha guidato la “Task Forze Cobra”, passando per il vertice dell’intero contingente atlantico in Kosovo fino alla pandemia da Coronavirus.
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