Luca Restivo - 5 settembre 2022
Esercito italiano, caschi blu in Libano: ecco cosa stanno facendo
I nostri militari sono impegnati in attività di supporto e cooperazione nell’ambito della missione internazionale.
Il contingente italiano in Libano è impegnato nelle attività che riguardano i progetti di cooperazione civile e militare a supporto della popolazione locale.
Un’azione che vede i militari dell’Esercito italiano guidare la leadership del settore occidentale della missione delle Nazioni Unite nella Terra dei Cedri.
Ad oggi, i caschi blu, provenienti dalla Brigata “Aosta” dell’Esercito italiano, hanno donato un numero cospicuo di presidi sanitari all’Ospedale Civile di Bint Jubayl, città situata nell’estremo sud dell’area di responsabilità della missione.
Esercito italiano in Libano: cosa sta facendo
I caschi blu italiani, che provengono dalla Brigata “Aosta” dell’Esercito italiano, stanno dando supporto e aiuto alla popolazione locale, tramite la donazione di presidi sanitari.
Come si legge nella nota stampa del contingente, il generale Giuseppe Bertoncello, comandante della Joint Task Force Lebanon e del contingente italiano ha consegnato al dottor Tawfik Faraj, direttore del nosocomio di Bint Jubayl:
- 145.000 mascherine chirurgiche;
- 70.000 mascherine di tipo Ffp2;
- 72.000 guanti chirurgici;
- Oltre 100 litri di gel sanificante.
Lo stesso materiale è stato consegnato alla cittadina di Dibil, guidata dal sindaco Elie Youssef Louka che ha ricevuto il materiale presso la chiesa di San Giorgio, retta da padre Fali Felfleh.
La donazione, coordinata dagli specialisti del Multinational Cimic Group di Motta di Livenza (TV), si inquadra nell’ambito di intervento per il supporto essenziale all’ambiente civile nel settore salute ed è un ulteriore aiuto per il contrasto alla pandemia da Covid-19 che da tempo l’Italia e UNIFIL (United Nation Interim Force in Lebanon) conducono per arginare il Coronavirus.
Come i caschi blu italiani aiutano il Libano
Oltre alla donazione dei presidi sanitari, essenziali nella lotta al Covid, nei giorni scorsi, il contingente italiano ha aderito alla campagna di donazione “ Blood Drive ” lanciata dal Comando della missione Onu in Libano di supporto al popolo libanese (Risoluzione n. 1701 del 2006 del Consiglio di Sicurezza).
Le sacche di sangue donate dai peace-keeper italiani presso l’Ospedale Militare di Naqoura, ha permesso alla Croce Rossa libanese di far fronte alle richieste e di mantenere inalterate e reintegrare le riserve delle banche di sangue degli ospedali locali.
Le attività che si svolgono in Teatro Operativo sono condotte secondo il coordinamento e le direttive del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), guidato dal Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, già commissario per l’emergenza Covid in Italia.
Il COVI è l’organo di staff del Capo di Stato Maggiore della Difesa, deputato alla pianificazione, coordinazione e direzione delle operazioni militari, delle esercitazioni interforze nazionali e multinazionali e delle attività ad essi connesse.
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