Emilia Morelli - 28 gennaio 2019
FESI delle Forze Armate: basta disparità di trattamento con le Forze di Polizia
Le proposte formulate dal Consiglio Centrale di Rappresentanza, e sottoposte al vaglio del Ministro della Difesa, volte a sanare il divario tra le Forze Armate e le Forze di Polizia nell’assegnazione delle risorse.
L’equiparazione del FESI destinato alle Forze Armate a quello delle Forze di Polizia; è questo in nocciolo duro della proposta formulata dal Consiglio Centrale di Rappresentanza.
La proposta di assegnazione del FESI alle Forze Armate nel 2018 si pone in controtendenza con la situazione che di fatto è andata consolidandosi negli ultimi anni: le Forze Armate hanno subito una diminuzione delle risorse in parallelo ad un incremento delle risorse stesse a disposizione delle Forze di Polizia.
La proposta di assegnazione elaborata dal Consiglio è in linea con gli accordi intercorsi il 26 Ottobre 2018 quando il Comparto Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e il Consiglio si erano riuniti al fine di formulare le proposte per l’assegnazione del FESI 2018 alle Forze Armate.
L’importanza della proposta relativa ad un implemento del FESI nel 2018 è stata sottoposta all’esame del Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta: il Consiglio Centrale di Rappresentanza ha espressamente richiesto al Ministro l’eliminazione della disparità di trattamento tra le risorse assegnate alla Polizia e quelle destinate alle Forze Armate.
Infodifesa.it ha raccolto i punti salienti della proposta che andiamo ad analizzare.
Incremento del FESI
In termini numerici quello che è stato chiesto dal Consiglio per le Forze Armate è un aumento di 55 milioni di euro del Fondo Efficienza Servizi Istituzionali tale da ridurre il divario de facto con le risorse assegnate alle Forze di Polizia.
Com’è noto vige il principio di equiordinazione e unitarietà del comparto Difesa e Sicurezza; principio che è stato nella prassi derogato a seguito dell’assegnazione nel 2018 ai soli Corpi di Polizia ad ordinamento civile e militare di una somma pari a 100 milioni di euro.
In sostanza, quindi, a beneficiare dell’incremento del Fondo sono stati solo:
- Polizia di Stato;
- Polizia Penitenziaria;
- Carabinieri;
- Guardia di Finanza.
Ad essere esclusi sono stati invece:
- Esercito;
- Marina;
- Aeronautica.
Il dato certo è che non si è registrato soltanto un mancato incremento del Fondo ma anche una diminuzione progressiva dell’importo dello stesso: per il personale delle Forze Armate a fronte dei 5 milioni di euro erogati nel 2017 hanno seguito 2 milioni nel 2018.
In questo quadro si colloca la richiesta del Consiglio Centrale del Comparto Difesa di stanziare 55 milioni di euro per il FESI di Esercito, Marina e Aeronautica nel 2019. La cifra servirà a sanare il divario che si è venuto a creare relativamente all’importo delle risorse erogate.
Le altre proposte del Consiglio Centrale del Comparto Difesa
Il Consiglio ha chiesto, poi, che vengano attuate innovazioni anche in relazione alle sanzioni disciplinari nelle Forze Armate. Finora l’applicazione di tali sanzioni ha determinato la sospensione sia dall’impiego che dalle funzioni stipendiali, quindi anche dal diritto al FESI.
Ciò che il consiglio ha chiesto, in questa sede è che i giorni di sospensione dal lavoro eventualmente irrogati a titolo di sanzione disciplinare non siano computabili ai fini del beneficio del FESI.
Il consiglio ha, inoltre, specificamente richiesto un incremento mirato del FESI per alcune particolari categorie di lavoratori. In particolare, beneficerebbero del vantaggio economico i lavoratori che nel 2018 abbiano svolto le mansioni di:
- consegnatori;
- sens operator;
- istruttori e/o formatori effettivamente impiegati in attività di formazione;
- contabili agli assegni;
- cassieri.
Siamo, tuttavia, in una fase embrionale. Le proposte, sottoposte al vaglio del Ministero della Difesa, seguiranno l’apposito iter e vi terremo informati sugli esiti relativi all’approvazione o meno delle istanze richieste.
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