Paola Gentile - 16 febbraio 2023
Guidare l’auto di un altro: quando scatta la multa
Quali sono i rischi se ci si mette al volante di un’auto che non è la propria? Vediamo cosa dice la legge.
Può capitare qualche volta, per motivi di necessità, trovarsi a guidare l’auto di un’altra persona, magari di un amico o di un parente.
Ebbene, bisogna sapere che se si viene fermati ad un posto di blocco dalle Forze dell’Ordine si rischia una multa molto salata.
Se si viene trovati al volante di una macchina che non è la propria e non intestata si va incontro ad una sanzione che può anche arrivare a 2.500 euro.
La Legge che norma in tal senso risale al 2014 e regolarizza l’uso di auto intestate e punisce i trasgressori. Tuttavia, vi sono dei casi specifici in cui la sanzione non si applica.
Infatti, si può guidare l’auto di un familiare o di un convivente; mentre mettersi alla guida di un’auto il cui proprietario non ha con l’automobilista alcun vincolo anagrafico porta alla multa.
Al momento del posto di blocco, saranno le Forze dell’ordine ad approfondire il rapporto familiare tra l’intestatario del veicolo e il conducente e, a seconda della durata della guida di un’auto non intestata, si può stabilire se emettere la multa o meno.
Guidare l’auto di un altro: quando è possibile
La legge del 3 novembre 2014 fa un distinguo tra due casi di non intestatari che guidano un’auto:
- Auto intestata ad un familiare o convivente;
- Auto guidata da un concreto estraneo.
Nel caso numero 1 si può sempre guidare l’auto di un familiare, coniuge, convivente o di un genitore. Capita spesso, infatti, intestare l’auto ad un membro della famiglia e poi essere guidata da un altro.
In questo caso la Polizia deve solo accertare che il proprietario del veicolo sia effettivamente un familiare o un convivente del conducente.
La verifica viene fatta tramite il database dell’anagrafe del Comune, attraverso il quale le Autorità possono collegarsi prima di compilare la contravvenzione. Non servono documenti che certifichino il nome dell’intestatario dell’auto come convivente, ma si occuperà dei controlli la Polizia.
Guidare l’auto di un altro: a quanto ammonta la multa
Se invece si è alla guida di un’auto che non è né di un familiare e né di un convivente, cosa succede?
Su questo punto la legge parla chiaro: scatta una multa che può essere molto salata nel caso in cui si guida l’auto di un’altra persona per più di 30 giorni senza l’annotazione del nome sulla carta di circolazione.
Ciò significa che entro i 30 giorni non c’è alcun obbligo di avvisare la motorizzazione e le Forze dell’Ordine sull’utilizzo di un’auto non intestata.
Perciò, la comunicazione va fatta, annotando sulla carta di circolazione il nome del possessore dell’auto, solo in caso si superino i 30 giorni di tempo. È in caso di violazione di tale obbligo che scattano multe da un minimo di 516,46 euro a un massimo di 2.582,28 euro. Nei casi più gravi si rischia il ritiro della carta di circolazione.
È bene fare attenzione ad un punto: un familiare non convivente è da intendersi come “soggetto estraneo”, perché per la Legge intende gli appartenenti allo stesso nucleo familiare.
In caso il parente sia deceduto, il mezzo va ereditato attraverso il passaggio di proprietà a nome degli eredi, si deve pagare il bollo alla Regione di residenza e cambiare il nominativo del proprietario a fini assicurativi.
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