Paola Gentile - 21 marzo 2022
Italia in guerra: il piano svelato nel dettaglio
Il piano per la guerra in Ucraina prevede come azioni primarie l’organizzazione logistica e la difesa dei convogli.
Con le ultime manovre in Consiglio dei ministri, l’Italia sta dando un segnale molto chiaro: qualora si dovesse presentare la malaugurata ipotesi di una partecipazione al conflitto russo-ucraino al fianco della NATO, i nostri mezzi ed i nostri militari sono pronti a fare il proprio dovere.
Nei giorni scorsi si sono rincorse conferme e smentite circa una certa mobilitazione del nostro Esercito, confermata dalla ormai famigerata circolare dello Stato Maggiore in cui allertava le truppe, e sebbene i “piani alti” abbiamo cercato di gettare acqua sul fuoco, l’aumento del 2% del PIL (Prodotto Interno Lordo) per la Difesa - arrivando anche a 4mila miliardi, secondo il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè - strizza l’occhio ad un sempre maggiore potenziamento dei nostri apparati, pronti se l’Italia dovesse entrare in guerra (qui).
Le minacce che Vladimir Putin ha rivolto al nostro Paese sono state durissime, non soltanto per le ripercussioni che potrebbero avere sul nostro Paese, il tema gas è sempre scottante, quanto per la sensazione trapelata dalle parole dello Zar: l’Italia avrebbe peccato quasi di lesa maestà.
Non sono un mistero gli accordi bilaterali che intercorrono tra i due Paesi, come pure i legami personali di leader politici che ora si trincerano dietro un silenzio irreale (alcuni), e si affrettano ricostruirsi una verginità ideologica (altri). Ma quello che forse non è andato giù al capo del Cremlino è che proprio dall’Italia non si aspettava questa posizione così netta, sommata alle dure parole del premier Mario Draghi rivolte direttamente a Putin sulla certezza, ormai, che giungere ad una pace non sia il suo primario obiettivo.
Negli approfondimenti fatti nei giorni scorsi, abbiamo evidenziato quali sarebbero i primi comparti delle Forze Armate a partire e, con il piano del governo circa la disposizione in campo delle nostre truppe, il quadro diventa ancora più chiaro.
Italia in guerra: in cosa consiste il piano
Qualora l’Italia dovesse essere coinvolta nel conflitto russo-ucraino, i primi nuclei ad essere operativi sarebbero quelli dell’artiglieria. In seconda battura, non si può prescindere dalla logistica. È dai tempi delle guerre dell’Antica Roma che l’organizzazione è il valore aggiunto sul campo ed è quell’aspetto che molte volte decide le sorti di un conflitto.
La Russia ci ha dato una lezione in negativo in questo senso: truppe lasciate senza organizzazione, senza viveri, costretti a fare razzie di cibo ed acqua e ritrovarsi in situazioni come quelle note della torta avvelenata offerta loro da una donna ucraina che ha portato alla morte 8 soldati russi.
L’aspetto logistico consiste in:
- Organizzare i campi;
- Assistenza;
- Cucine;
- Tende;
- Posti dove vivere e dove far arrivare i rifornimenti.
In secondo luogo, c’è la difesa dei convogli che consiste nel:
- Far arrivare mezzi e uomini nelle zone di guerra;
- Dislocare le truppe;
- Distribuire i mezzi corazzati;
- Piazzare gli armamenti;
- Proteggere armi e spedizioni.
Italia in guerra: la difesa dei convogli via aerea e via mare
La protezione dei convogli logistici deve avvenire dal cielo e dal mare.
Su questo possiamo contare sui potenti mezzi dell’Aeronautica Militare - Eurofighter e i modernissimi F35 - e l’ausilio dell’artiglieria da controcarro dell’Esercito che dispone della contraerea Samp/T, capace di intercettare i missili balistici e da crociera.
Altro tassello fondamentale nella difesa dei convogli è la Marina Militare. I nostri soldati e le nostre navi non temono confronti, neppure quelli con la flotta russa di stanza nel Mediterraneo.
La nostra Marina si compone di mezzi in grado di affrontare qualsiasi scenario di guerra:
- Portaerei Cavour, la nostra punta di diamante;
- Fregate Frem, già schierate nel Mediterraneo, con un sistema antimissile e antisommergibile più temuto al mondo.
Le navi italiane non hanno missili da crociera a bordo, ha spiegato al Messaggero uno degli ammiragli della flotta, una “scelta politica e strategica. Di buono c’è che le nostre navi questi missili sono in grado di intercettarli”. A questo si aggiungono due cacciatorpedinieri.
Italia in guerra: la difesa via terra
Un punto potenzialmente debole per le nostre Forze Armate potrebbe essere la difesa via terra, almeno sulla lunga distanza. I mezzi corazzati sono i Lince e i Freccia, due blindati medi e leggeri, adatti però ai combattimenti in fazzoletti di terra.
Il “fuoco di supporto” è appannaggio degli Pzh2000, obici semoventi capaci di colpire a lunga distanza. Per consentire l’ottimo funzionamento serve una buona logistica e una rete di supporto a chi affronta i combattimenti.
In questi anni di stanziamenti non troppo corposi, le unità corazzate ne hanno risentito. Infatti, sono rimasti in dotazione poco più di cento carri armati Ariete.
Italia in guerra: i primi reparti da schierare
In caso di coinvolgimento nella guerra, i primi a partire per il fronte ucraino sarebbero:
- Alpini;
- Bersaglieri;
- Paracadutisti.
Questa triade si compone di personale altamente specializzato e qualificato in grado di affrontare combattimenti nei centri abitati e nei luoghi complessi come boschi e montagne. Per infiltrarsi e raggiungere gli obiettivi da colpire e guidare dalla prima linea gli attacchi organizzati, le nostre Forze Armate fanno affidamento sulle forze speciali, tre su tutte:
- 9° Reggimento Col Moschin;
- 85° Reggimento “Ricognizione e acquisizione obiettivi”;
- 4° Reggimento degli Alpini.
Oltre alle forze speciali dei Paracadutisti della Folgore e dei Lagunari, in grado di muoversi con destrezza in cielo e in ambienti proibitivi.
“I Gps sono facilmente disturbabili, per cui è necessario che sul terreno ci sia qualcuno in grado di creare un varco e dare istruzioni a chi fa scattare gli attacchi a distanza” ha spiegato un ufficiale del Ministero della Difesa che definisce questa azione come “Intelligence, Surveillance and Reconnaissance” (ISR).