Luca Restivo - 17 novembre 2022
Italia nella terza guerra mondiale? Ecco con quali truppe
In caso di conflitto Mosca-Nato, i primi soldati ad essere coinvolti sarebbero quelli dei gruppi tattici italiani.
I missili caduti sulla Polonia, precisamente lungo il confine con l’Ucraina, sul villaggio di Przewodov, hanno riacceso i riflettori su un tema molto importante: l’attivazione dell’articolo 5 del Trattato Atlantico.
L’articolo comporta l’ingresso in guerra dell’intera Alleanza Atlantica a sostegno dell’integrità di uno o più dei suoi membri. Se così fosse, l’Italia entrerebbe di fatto nella terza guerra mondiale, suo malgrado certo, ma dovrebbe comunque attenersi ai trattati e dare il proprio sostegno, sebbene nella Costituzione italiana ci sia scritto ben altro.
Le Forze armate italiane hanno un peso specifico importante all’interno delle missioni internazionali e, nella fattispecie, nelle attività di controllo e sorveglianza del fianco est della Nato.
A questo proposito, mezzi e uomini dell’Aeronautica militare italiana sono impegnati proprio in Polonia, nell’ambito della missione “White Eagle”.
Ma non solo. Il nostro Esercito è presente in tutte le operazioni di protezione del confine orientale Nato e, insieme agli altri membri dell’Alleanza, è presente con truppe di terra, sistemi di difesa aerea e forze navali al confine con Ucraina, Russia, Bielorussia e Moldavia.
Questo spiegamento di forze voluto dalla Nato nel 2017 e a inizio 2022 contava circa 100mila effettivi. In seguito all’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, il numero di soldati e mezzi è aumentato fino ad arrivare ad oltre 40mila militari (dati riferiti ad ottobre 2022).
Nel caso scoppiasse una terza guerra mondiale tra Russia e Nato: quali truppe italiane verrebbero schierate per prime?
Terza guerra mondiale: ecco le truppe italiane schierate
Nella malaugurata ipotesi dovesse scoppiare una guerra tra Russia e Nato, le prime truppe che verrebbero schierate sarebbero proprio quelle che sorvegliano in confine est dell’Alleanza, e tra queste vi sono i nostri soldati italiani.
Il fianco orientale della Nato è formato da 8 gruppi tattici dislocati in:
- Bulgaria;
- Estonia;
- Ungheria;
- Lettonia;
- Lituania;
- Polonia;
- Romania;
- Slovacchia.
In Bulgaria, l’Italia ha il comando del gruppo tattico (qui) e coordina circa 1.100 truppe provenienti da Bulgaria, Grecia e Stati Uniti. Dei 1.100, 800 sono militari dell’Esercito italiano e la guida del contingente è affidata all’82° Reggimento di fanteria “Torino”, agli ordini del colonnello Francesco Alaimo.
L’Esercito italiano è presente anche in altri due battaglioni in Lituania (secondo i dati Nato diramati in estate, sono stanziate 250 truppe italiane) e in Ungheria, sempre con 250 truppe. In più, l’Italia ha messo a disposizione 8 aerei da combattimento Typhoon e un centinaio di militari dell’Aeronautica in Polonia.
Terza guerra mondiale: l’impegno dell’Italia
I gruppi tattici sarebbero i primi battaglioni ad intervenire nel caso in cui la Nato dovesse attivare l’articolo 5.
Sul sito dell’Alleanza Atlantica si legge infatti che questi gruppi “operano a fianco delle forze di difesa della nazione ospitante, conducendo esercitazioni e attività di vigilanza. La loro presenza chiarisce che un attacco a un alleato sarà considerato un attacco all’intera Alleanza ”.
Quindi, gruppi tattici primi ad intervenire in caso di terza guerra mondiale che verrebbero affiancati dalle “forze permanenti” interessate, ovvero la fregata “Margottini”, la nave della Marina militare italiana con circa 200 effettivi.
Terza guerra mondiale: quanti soldati italiani verrebbero impiegati
Un eventuale conflitto tra Mosca e la Nato vedrebbe impiegati immediatamente circa 1.700 soldati italiani. Un numero che verrebbe subito rimpinguato da altre truppe. Infatti, la “Nato Model Force” prevede che entro 10 giorni dall’inizio delle operazioni di guerra, le truppe impegnate passerebbero da 40mila a 100mila.
E a salire. Entro 30 giorni il numero arriverebbe a 200mila. Se la guerra dovesse durare sei mesi, i soldati raggiungerebbero la cifra di 500mila.
Ad oggi non è dato sapere quante di queste truppe sarebbero italiane, ma una cosa è sicura: l’Italia si troverebbe automaticamente in guerra.
L’ultima volta che la Nato ha attivato l’articolo 5
L’ultima volta, che poi corrisponde anche alla prima, in cui la Nato ha attivato l’articolo 5 è stato all’indomani dell’attacco terroristico alle Torri Gemelle a New York, l’11 settembre 2001.
La guerra in Afghanistan che ne derivò ha visto Usa e Regno Unito in prima linea, con l’Italia che ha inviato in un secondo momento poco più di 2.200 militari, poi con il tempo sono arrivati ad un massimo di 5mila.
Il conflitto che si scatenerebbe tra Russia e Nato avrebbe una portata diversa. Primo perché si tratterebbe di un attacco a tutta l’Europa e in secondo luogo lo spiegamento di forze sarebbe maggiore, e l’Italia impiegherebbe, con ogni probabilità, un numero di soldato assai ampio.
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