Riforma Cartabia, per truffa, furto e molestie cambia tutto: le novità

Riforma Cartabia, per truffa, furto e molestie cambia tutto: le novità

I reati di truffa, furto e molestie non saranno più avviati d’ufficio ma sarà necessario che la vittima sporga querela per far partire il procedimento.

Dal 30 dicembre 2022, non potranno essere più avviate indagini per i reati di truffa, furto e molestie se non viene sporta regolare denuncia.

È quanto stabilito dalla riforma Cartabia che cambia tutto e tra le varie novità, disciplina alcuni reati che non sono più procedibili d’ufficio ma necessitano di una querela scritta.

Le disposizioni transitorie sono entrate in vigore il penultimo giorno di dicembre e se da un lato andranno a sfoltire la quantità enorme di procedimenti in atto, dall’altro lato i cittadini vittime di soprusi potrebbero sentirsi traditi dalla Giustizia e dallo Stato.

Riforma Cartabia: cosa cambia

La Riforma Cartabia rivoluziona la procedibilità d’ufficio dei reati e pone il vincolo ad esporre regolare querela se si vuole essere tutelati per aver subito i seguenti reati:

  • Furto;
  • Furto aggravato;
  • Truffa;
  • Frode informatica;
  • Appropriazione indebita;
  • Violazione di domicilio;
  • Lesioni lievi;
  • Lesioni personali colpose stradali gravi o gravissime;
  • Lesioni personali dolose;
  • Molestie;
  • Violenza privata;
  • Danneggiamento;
  • Sequestro di persona non aggravato.

Per i reati ritenuti più blandi (minimo due anni di pena) si potrà comunque procedere all’archiviazione, fatta eccezione per la violenza sulle donne, traffico di stupefacenti o reati contro la Pubblica amministrazione.

Riforma Cartabia: perché è necessario querelare

Dal momento che per i suddetti reati non si procederà più d’ufficio ma sarà necessaria la querela della vittima, capiamo bene quando è necessario querelare per vedersi riconosciuta giustizia per quanto subito.

La procedibilità d’ufficio consiste che in caso di determinati reati le Forze dell’Ordine avviano indagini non appena vengono a conoscenza del fatto, in maniera del tutto indipendente rispetto all’interesse rivalso sulle persone lese.

Prima dell’entrata in vigore della riforma Cartabia, se la Polizia fosse venuta a conoscenza di un furto avrebbe potuto avviare le indagini per trovare il colpevole, senza che fosse necessario che la vittima sporgesse querela.

Ora, invece, la querela di parte diventa indispensabile. Un’ulteriore differenza piuttosto rilevante è che le azioni avviate d’ufficio non sono revocabili, cosa invece permessa con la remissione della querela.

Riforma Cartabia: quando avviene l’archiviazione dei reati e quali sono le alternative processuali

L’archiviazione dei reati lievi, con un minimo di due anni di pena, ad accezione di violenza sulle donne, traffico di stupefacenti o reati contro la Pubblica amministrazione, può avvenire solo se le prove non consentono più una ragionevole previsione di condanna.

Con l’intento di sveltire i procedimenti, la riforma Cartabia attua anche un maggiore controllo del Pubblico ministero da parte dei Gip, in particolar modo in relazione alla richiesta anticipata di archiviazione.

Nei casi citati sono comunque consentite forme alternative di processo, ossia:

  • Patteggiamento;
  • Giudizio abbreviato;
  • Sospensione con messa alla prova.

L’accusa e la difesa hanno dunque varie alternative a disposizione per giungere a un risultato equilibrato in tempi ridotti, posto che la preferenza di un metodo piuttosto che di un altro dipende principalmente dal numero e dall’entità delle prove.

Riforma Cartabia: niente carcere fino a 4 anni di pena

Ridurre le dinamiche processuali e favorire la digitalizzazione è quanto richiesto dal Pnrr ed è quello che la riforma Cartabia ha cercato di mettere in atto.

Tra le novità c’è proprio la possibilità di evitare il carcere se la pena è inferiore a 4 anni:

  • La pena detentiva di 1 anno può essere convertita in pena pecuniaria;
  • Le condanne fino a 3 anni possono essere scontate svolgendo i lavori di pubblica utilità;
  • Misure alternative, in particolare la detenzione domiciliare e la semilibertà, accessibili con pena inferiore a 4 anni.

Tuttavia, la decisione spetta al giudice di cognizione, incaricato di verificare la presenza dei presupposti adatti di caso in caso.

Riforma Cartabia: la riparazione del danno

Altro punto importante della riforma è la riparazione del danno, efficace per semplificare (ed evitare quando possibile) le dinamiche processuali e al contempo produrre efficacemente il risarcimento della vittima, che rimane, molto spesso, insoddisfatta dal punto di vista risarcitorio anche con una condanna penale del colpevole.

La riforma Cartabia introduce una mediazione fra la vittima e il colpevole, coadiuvata da un esperto e in apposite strutture pubbliche, con lo scopo di trovare una forma di conciliazione. Viene introdotto anche il diritto all’oblio, garantito in caso di assoluzione.

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