Luca Restivo - 22 aprile 2022
Rinnovo contrattuale 2019-2021 Forze armate: intervista al direttivo pro-tempore di ASPMI
Alla luce dei nuovi sviluppi circa il rinnovo contrattuale 2019-2021 delle Forze armate, abbiamo chiesto al direttivo pro-tempore di ASPMI di chiarirci qualche punto e darci qualche informazione in più.
Con la firma del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’iter burocratico per l’entrata in vigore del rinnovo contrattuale 2019-2021 per le Forze armate e le Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare dovrebbe dirsi concluso. Tuttavia, manca un ultimo, fondamentale passaggio che potrebbe accorciare o dilatare i tempi di erogazioni di quanto spetta al personale.
Per questo abbiamo contattato il direttivo pro-tempore di ASPMI (Associazione Sindacale Professionisti Militari) per ragionare un po’ sul rinnovo, entrando nello specifico, e per analizzare gli effetti che porterà sulle donne e gli uomini in divisa l’approvazione della Legge sui Sindacati militari.
Gentile Direttivo, innanzitutto grazie per la vostra cortese disponibilità. Partiamo subito con due quesiti che interessano tutto il personale della Forza armata: a che punto si trova l’iter per il rinnovo contrattuale 2019-2021? E se gli arretrati e gli adeguamenti stipendiali potranno essere percepiti già da maggio 2022?
Il provvedimento è stato firmato nei giorni scorsi dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Seppur in ritardo, l’Iter è in movimento per cui abbiamo ragione di credere che nel prossimo mese di maggio, al massimo giugno, verranno elargiti gli arretrati e gli adeguamenti stipendiali.
In molti hanno reputato gli incrementi poco soddisfacenti, sia in termini di aumento di stipendio che di retribuzione per lo straordinario. Qual è la vostra valutazione in questo senso?
Non possiamo che essere d’accordo! Per definizione gli aumenti stipendiali sono sempre pochi! Tuttavia, va sempre tutto inquadrato nel giusto alveo: abbiamo dovuto fare i conti con le risorse che il Governo pro tempore ha deciso di appostare per il rinnovo dei contratti per il Pubblico Impiego; inoltre, bisogna considerare la congiuntura economica nazionale e l’ulteriore difficoltà, derivante della situazione emergenziale del Covid non ci ha aiutati.
Però, ciò nonostante, si è provveduto ad elargire risorse nelle tasche del personale, mediante l’aumento della parte fissa e continuativa della retribuzione, e attraverso l’aumento di alcuni istituti c.d. accessori della retribuzione, quali ad esempio: l’aumento dell’indennità di marcia e l’abbassamento della soglia oraria per la sua maturazione, per i militari impegnati in addestramento.
Non dimentichiamo che, con questo rinnovo contrattuale, abbiamo potuto mettere anche mano alla parte normativa: quindi, una parte delle risorse è stata assorbita dagli istituti introdotti o di altri migliorati.
All’interno del rinnovo contrattuale 2019-2021, vi sono tutta una serie di tutele normative, appunto, volte a migliorare la qualità della vita del personale, tuttavia, siamo ancora lontani da quelle di cui beneficia il pubblico impiego. Si potrà mai colmare questo divario?
Certo. La parte normativa di un contratto rappresenta una parte importantissima della vita lavorativa di un militare. È evidente che se si migliora la qualità lavorativa è come se si aumentasse indirettamente la retribuzione.
Infatti, se un lavoratore può contare su alcuni istituti volti ad alleggerire il carico familiare, può considerare questo aspetto un vantaggio anche economico. Tra le tutele introdotte, per esempio, spicca quella delle ferie solidali o l’attribuzione del recupero della giornata festiva in caso di partenza, per servizio, in un giorno di festa, o finalmente l’eliminazione del c.d. “servizio passivo” per cui, ante rinnovo, un militare che veniva trasportato per servizio oltre l’orario di lavoro non percepiva alcuna retribuzione, con l’odierno rinnovo invece si!
Ma ci rendiamo conto che la parte normativa, pur avendo tanta importanza, è poco conosciuta, per cui prendiamo l’impegno di realizzare una tabella sugli istituti normativi introdotti da questo contratto così da facilitare il lettore alla loro individuazione. Non trascuriamo di evidenziare che le norme hanno dei costi. Detto ciò, il nostro impegno è semmai più ambizioso: vorremmo cercare di introdurre, per il personale che rappresentiamo, una serie di innovative tutele normative di tipo sociale in chiave specifica.
Proprio qualche giorno fa è stata approvata la Legge sui Sindacati militari. Volete spiegarci nello specifico cosa cambierà per le donne e gli uomini in divisa?
Beh, intanto, da domani, ogni militare potrà decidere da chi essere rappresentato e questo implica che non essendoci più il monopolio rappresentativo della Rappresentanza Militare, ognuno sarà chiamato a aderire ad una O.S. (Organizzazione Sindacale ndr), di conseguenza si svilupperà un senso di responsabilità sia nel militare che dovrà scegliere, sia nell’O.S. che avrà la responsabilità di rappresentare “lavoratori pregiati” che hanno scelto la professione militare.
La sinergia di queste due responsabilità svilupperà quella che noi fin dagli albori abbiamo definito la “coscienza sindacale” (locuzione da noi coniata e che vediamo, con piacere, oramai esser diventata di uso comune). Per descrivere ciò che si intende per “coscienza sindacale” vi invitiamo, in questa sede, per esigenze di brevità, a leggere gli opuscoli Demofilomil da noi editi.
Nello specifico, per i professionisti in uniforme cambierà l’intensità della forza con cui verranno tutelati i loro diritti. Sicuramente il sindacato è uno strumento di maggiore forza attraverso cui tutelare il personale. Esso non è più uno strumento inglobato all’interno dell’istituzione, ma uno strumento esterno, agile e che interagisce in autonomia con ogni realtà, politica, militare o civile al fine di tutelare il personale e di sostenere l’Amministrazione.
Alla luce della Legge sui Sindacati militari, che potere contrattuale avranno le sigle sindacali al tavolo concertativo per il contratto 2022-2024?
Il punto di forza introdotto dalla Legge che istituisce le Associazioni Sindacali Militari è che finalmente il personale, attraverso il Sindacato, potrà negoziare al tavolo della concertazione. Il potere di negoziare supera di gran lunga, per l’intensità di forza, il potere di concertare che spettava invece alla Rappresentanza Militare; finalmente al tavolo delle trattative anche il personale delle FFAA avrà il ruolo negoziale al pari del personale della Polizia.
Ora, facendo una dovuta ulteriore riflessione, sarà fondamentale che chi siede al tavolo della futura concertazione, ossia quella per il rinnovo del triennio 2022-2024, abbia l’auspicata esperienza in tal senso. La conoscenza delle dinamiche e degli ambienti in cui ci si muove farà di sicuro la differenza. È evidente che, a parità di professionisti, sia opportuno e remunerativo scegliere sempre chi ha maturato maggiore esperienza sul campo. Un esempio per tutti: di recente abbiamo sentito di una missiva, di un O.S., che rivendicava un aumento stipendiale dedicato a poche unità di 1°Lgt che passano nel ruolo degli ufficiali. Proposta senza dubbio legittima e meritevole di attenzione.
Tuttavia, al sindacalista esperto salta subito all’occhio l’inadeguatezza sindacale di siffatta proposta. In primis perché a concertazione chiusa è inutile ululare alla luna con richieste economiche; in secundis un sindacato che si rispetti non può tutelare solo l’aspettativa di poche decine di persone, ma bensì si dovrebbe occupare di fornire una piattaforma economica complessiva che tenga conto di tutte le possibili incongruenze economiche di tutte le categorie rappresentate, ivi comprese le legittime aspettative dei 1° Lgt passati S.Ten.
Noi riteniamo che se non si pensa in maniera organica e unitaria, privilegiando la coesione interna, non si vada da nessuna parte. La responsabilità di cui parlavamo prima è evidente sinonimo di serietà. Pertanto, riteniamo irriguardoso nei confronti del personale spendere lettere ad personam nel tentativo di raccattare qualche tessera.
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