Esercito Italiano, arriva l’indennità Genio Ferrovieri, ASPMI: “finalmente”

Esercito Italiano, arriva l'indennità Genio Ferrovieri, ASPMI: “finalmente”

Arriva per l’Esercito Italiano l’indennità ferroviaria, il riconoscimento di un’unità unica nel panorama militare.

Fonte immagine: militarynewsfromitaly.com

Importanti novità per l’Esercito Italiano, che con il rinnovo di contratto conquista finalmente l’indennità ferroviaria. Ce ne parla Miriam Morea, Segretario nazionale e della Regione Emilia Romagna di ASPMI. Il riconoscimento di questa indennità è stata una delle battaglie a cui la sigla si è dedicata con maggiore attenzione, esprimendo oggi un’enorme soddisfazione per i risultati ottenuti.

Indennità Genio Ferrovieri, il riconoscimento di una specializzazione unica

Come anticipato, il riconoscimento dell’indennità ferroviaria è stato uno dei temi su cui la sigla sindacale ha speso maggiore impegno. Il motivo di tale importanza va ben oltre la valorizzazione economica del personale, ponendosi innanzitutto come una questione di principio ed equità. Fino ad oggi, il personale aveva infatti diritto semplicemente alle competenze ferroviarie, assegnate a chi è effettivo presso il Reggimento e non soltanto a chi è impiegato sugli impianti ferroviari. Così, questi ultimi sono stati privati di qualsiasi tipo di differenziazione, nonostante il ruolo ricoperto sia unico tra le Forze Armate italiane e occidentali in generale. Basti pensare che questa unità svolge un ruolo fondamentale anche all’interno della NATO, dove si pone come l’unico reparto addestrato a operare in ambito ferroviario.

Un ruolo di prestigio e non certo mancante di grandi rischi e responsabilità. Il personale, anche quando non impiegato in missioni internazionali, è costantemente a contatto con situazioni molto delicate e di estrema rilevanza. Per esempio, i macchinisti del Reggimento Genio Ferrovieri sono gli unici abilitati al carro soccorso di Trenitalia Tper, che garantiscono 24/24 h pronti a partire in qualsiasi momento. Svolgono così un servizio indispensabile in caso di guasti, deragliamenti e gravi incidenti, come la cronaca insegna. Con l’istituzione dell’indennità ferroviaria il personale che opera materialmente sugli impianti ottiene il riconoscimento di una specificità nella specificità, che non è solo teorico ma concreto in busta paga.

Nello specifico, l’indennità ferroviaria parte da un importo di 35 euro con questo contratto, “un enorme successo” per l’ASPMI, anche se Miriam Morea ricorda qual è la vera importanza di questo traguardo: "Sarebbe bastato anche un euro, ma era necessaria una differenza per chi effettivamente opera sugli impianti ferroviari. L’importante era istituire l’indennità”. In effetti, il percorso per arrivare all’obiettivo non è stato certo facile, in parte proprio perché le competenze e l’impiego dei militari ferroviari non trovano corrispondenza in nessun’altra Forza Armata. Proprio per questo motivo è stato necessario un forte impegno per l’Associazione, che si è basata sull’ascolto e sulla comunicazione con il personale.

Il Segretario nazionale Morea ha svolto un lavoro determinante in tal proposito, riuscendo a cogliere tutte le peculiarità uniche che caratterizzano il personale del Reparto Genio Ferrovieri grazie al continuo e aperto dialogo con i militari. Soltanto una parte del Reparto è infatti interessata dall’indennità, riservata appunto a coloro che sono impiegati fisicamente nell’impianto ferroviario. Si tratta delle figure di Capo stazione, Manovratore, Deviatore, Capo treno, Macchinista, Comandante di squadra operatori ferroviari, Comandante di squadra ferrovieri, Vice comandante di plotone ferrovieri e Operatore dell’Infrastruttura ferroviaria.

Ruoli che richiedono grandi capacità e dedizione, la cui differenziazione tecnica, tuttavia, non è immediatamente intuibile per i non addetti ai lavori. Questo ostacolo pare essere stato alla base anche di una spiacevole incomprensione durante le trattative, quando l’indennità ferroviaria sembrava esser stata limitata ai soli macchinisti. In realtà, ci ha raccontato Morea, si intendeva così ricomprendere tutto il personale operante sui treni. Il sindacato ha comunque tenuto a chiarire al più presto l’equivoco durante la contrattazione, affinché non ci fosse nessun (altro) impedimento al riconoscimento dell’indennità al personale.