Rinnovo di contratto Forze Armate, finisce l’attesa. Tutte le novità

Rinnovo di contratto Forze Armate, finisce l'attesa. Tutte le novità

Arriva finalmente il rinnovo di contratto anche per il personale delle Forze Armate. Ecco tutte le novità.

Le attese sono state lunghe e il percorso tortuoso, ma finalmente è stato firmato il rinnovo di contratto per le Forze Armate. Il primo nella storia ad aver visto la partecipazione delle APCSM, che proprio con questa contrattazione hanno potuto difendere gli interessi del personale militare. Il contratto del triennio 2022 - 2024 porta infatti diverse novità, sia dal punto di vista economico che normativo, nonostante quella dei sindacati non sia una soddisfazione piena. Le sigle hanno dovuto far i conti con la limitatezza delle risorse e numerosi ostacoli, anche burocratici, alla completa azione sindacale.

Il lavoro fatto su questo rinnovo, che porta comunque a una serie di risultati immediatamente apprezzabili, avrà i suoi frutti migliori nelle seguenti contrattazioni. Le trattative potranno infatti procedere a pieno ritmo, partendo da obiettivi ben consolidati e un piano d’azione più chiaro. La comprensibile volontà dei sindacati di ottenere quanto meglio possibile per il personale rappresentato non deve però trarre in inganno. Il contratto firmato si appresta a un miglioramento significativo e concreto per le Forze Armate, che grazie alla conclusione dei lavori potranno beneficiarne il prima possibile.

Le Organizzazioni sindacali del Comparto Difesa esprimono soddisfazione per la chiusura della tornata contrattuale 2022/24.
Un risultato significativo, frutto di un dialogo costante e costruttivo anche se a volte netto e senza sconti.

Aumentano gli stipendi: il 92% sulla parte fissa

Per i militari arriva un aumento di stipendio analogo a quello di tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione, pari quindi al 5,89% della retribuzione tabellare. Come vi avevamo anticipato, si tratta di un importo netto di circa 100 euro netti per il livello base, a salire poi a seconda dei gradi. Questa è proprio la cifra sotto cui i sindacati non erano disposti a scendere, la più realistica secondo i fondi a disposizione per la parte fissa.

Le APCSM hanno ottenuto questo risultato, “mai accaduto in passato”, grazie allo stanziamento del 92% sul trattamento fisso e continuativo, “una scelta fondamentale per contrastare per quanto più possibile l’impatto dell’inflazione e difendere il potere d’acquisto del personale militare”.

Il restante 8% è destinato all’accessorio, con ulteriori benefici. A incrementare lo stipendio dei militari, infatti, c’è anche la rivisitazione del compenso forfettario di guardia. Quest’ultimo vede infatti un aumento di 3 euro, a cui vanno aggiunti i 18 euro della nuova indennità per servizi armati e non, per avere complessivamente 21 euro in più. Nel calcolo saranno peraltro incluse le ore di recupero psicofisico dei militari nelle installazioni e nei mezzi militari, che sarebbe ingiusto equiparare al riposo (come c’era il rischio che accadesse). Le sigle sindacali sono particolarmente soddisfatte dell’impegno assunto per una revisione strutturale del CFG, che pretendono nella nuova contrattazione. Per il momento, tuttavia, accolgono con favore l’aumento ottenuto.

Le condizioni economiche dei militari saranno meno critiche anche grazie a queste indennità ad hoc, riviste o istituite per la prima volta, che compensano lo svolgimento di attività e incarichi particolari. Oltre alla già citata indennità notturna per servizi armati e non, tra le novità di questo contratto ci sono anche l’indennità ferroviaria dell’Esercito Italiano e l’indennità notturna per le attività addestrative e operative della Marina Militare, che ammonta a 12 euro lordi l’ora.

Lavoro straordinario

Il raggiungimento di un accordo sul lavoro straordinario è frutto di ore e ore di trattative. Il tema, fondamentale soprattutto alla luce della ristrettezza delle risorse per la parte fissa, ha molto spesso diviso le strategie delle sigle sindacali. L’unione di intenti, per valorizzare al meglio e in maniera concreta i militari, ha però permesso di raggiungere un risultato soddisfacente. Arriva così una novità rilevante: la divisione del Fondo tra dirigenti e personale contrattualizzato. Un passaggio che i sindacati definiscono storico, perché permetterà la “garanzia di risorse sempre più certe e spendibili”.

Sulla stessa scia, arriva un ulteriore cambiamento. D’ora in poi tutte le ore eccedenti l’orario settimanale dovranno essere retribuite come lavoro straordinario. Il recupero compensativo, da fruire entro il 31 dicembre del secondo anno successivo, sarà ammesso soltanto in caso di obiettive impossibilità di bilancio. Quella che dovrebbe essere la normale risposta alla prestazione lavorativa, infatti, non era affatto scontata per il personale militare. Altra nota positiva, infine, l’incremento delle risorse destinate al FESI:

  • 2.526.742 euro per il 2024;
  • 16.992.244 euro per il 2025;
  • 19.800.995 euro per il 2026.

Misure per il benessere e la famiglia

Accanto alla valorizzazione economica, le APCSM hanno rivendicato i diritti del personale, puntando a una tutela più efficace del benessere dei militari e a una migliore conciliazione della vita personale con quella lavorativa. Arriva così l’esonero dal servizio notturno, su richiesta, per i genitori in situazioni monoparentali con figli fino a 14 anni. I genitori in coppia possono fruirne, alternativamente, in caso di patologie gravi dei figli.

Vale inoltre la pena citare la licenza straordinaria per un massimo di 45 giorni nell’arco dei 12 anni di vita del figlio (o del suo ingresso in famiglia). I periodi di congedo parentale saranno interamente computati nell’anzianità di servizio, ma non influiranno sulla riduzione della licenza ordinaria e sulla tredicesima.

Non meno importante per andare incontro alle esigenze del personale la licenza solidale, che viene confermata, per la cessione dei giorni eccedenti le 4 settimane annue in favore di coloro che hanno necessità di assistere familiari in gravi condizioni di salute.

La reazione dei sindacati

Complessivamente, i sindacati militari sono contenti dei risultati ottenuti e guardano già al futuro per migliorare ulteriormente la vita del personale. L’ASPMI è convinta che “si è fatto il miglior lavoro possibile con le risorse a disposizione”, come anche il SAM Esercito, che sottolinea gli impegni per la prossima tornata contrattuale. A mitigare lo scontento c’è infatti l’incremento delle risorse a disposizione per il 2025, “segnale tangibile dell’impegno nel valorizzare il personale del Comparto Difesa attraverso strumenti economici più adeguati”.

Nonostante il contratto rappresenti una “pagina storica” per le Forze Armate, resta l’urgenza di incontrare il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni “per stringere un patto di legislatura rispetto al finanziamento della previdenza dedicata e al finanziamento delle indennità accessorie, compreso lo straordinario, connesse alla specificità militare”. Un impegno ricordato anche dal SIAMO Esercito, che chiede l’uso degli impegni governativi come “base di partenza non più rinviabile nel prossimo contratto”. Il prossimo contratto vede altissime aspettative, anche perché c’è il tema della previdenza dedicata “da affrontare con priorità”.

Simile anche il sentimento per il SIM Marina, che apprezza il riconoscimento dell’indennità notturna per chi svolge attività operative ma sottolinea la necessità di interventi strutturali per la carenza di organico, anche “per una costante fuoriuscita di personale ed una mancanza di appeal nella partecipazione ai concorsi”.