Rinnovo di contratto, come cambia il compenso forfettario di guardia

Rinnovo di contratto, come cambia il compenso forfettario di guardia

Si arriva finalmente a un’intesa soddisfacente sul compenso forfettario di guardia. Ecco come cambierà con il rinnovo di contratto.

Il compenso forfettario di guardia (come anche quello d’impiego) è senza dubbio uno dei temi più caldi di questa contrattazione. Non soltanto i sindacati si sono dovuti scontrare con i limiti delle risorse a disposizione, ma si sono spesso divisi sulla strategia per affrontare la questione. In ogni caso, si è arrivati a importanti novità che riguardano proprio il CFG, di cui il personale potrà beneficiare concretamente.

Cambia il CFG, 21 euro in più con il nuovo contratto

L’articolo 12 del rinnovo contrattuale prevede l’istituzione di una nuova indennità notturna servizi armati e non, che va di fatto a incrementare il compenso forfettario di guardia. Per quanto si tratti formalmente di due voci distinte, infatti, vanno automaticamente a combaciare, garantendo un aumento complessivo di 21 euro. L’indennità notturna servizi armati e non avrà nel dettaglio un importo di 18 euro, mentre il CFG aumenta di 3 euro.

L’istituzione di questa indennità è particolarmente rilevante, perché garantirà al personale questa somma aggiuntiva su cui fare affidamento. Per quanto rimanga la forfettizzazione del compenso di guardia, così si assiste a una valorizzazione più concreta del lavoro dei militari. Di grande importanza, poi, l’estensione dell’indennità notturna servizi armati e non anche ai servizi ad oggi esclusi dal pagamento del CFG. In questo modo anche i militari che svolgono servizi notturni irrilevanti per il diritto al compenso forfettario di guardia potranno essere riconosciuti, con l’indennità che ammonta a 18 euro.

In tal proposito è notevolmente soddisfatta l’Associazione sindacale professionisti militari, che persegue l’obiettivo finale di eliminare il CFG come inteso attualmente. Per questo motivo, guarda già alla prossima contrattazione, auspicando fin dall’inizio l’unificazione delle indennità. La previsione dell’indennità notturna per servizi armati e non, nel detto importo, va così a rappresentare “un primo passo verso il riconoscimento del reale valore del lavoro svolto dai militari”.

Il Segretario generale Francesco Gentile ha ricordato il proprio impegno nella revisione della norma, che inizialmente escludeva le ore di recupero psicofisico nelle installazioni o nei mezzi militari. Il calcolo dell’indennità veniva così penalizzato, non considerando il tempo di recupero al pari del servizio vero e proprio.

Un’idea pericolosa, in quanto sarebbe passato il messaggio che il militare durante il recupero stia rendendo un servizio in qualche modo passivo o perfino che sia in riposo. In realtà, l’ASPMI ha ribadito che anche durante il tempo destinato al recupero i militari sono in servizio a tutti gli effetti. Escludere le ore di recupero dal calcolo dell’indennità avrebbe comportato un’ingiustizia, che grazie alle trattative è stata superata prima di essere effettiva.

Si tratta senza dubbio di una vittoria non da poco per tutto il personale militare, che inizia a raccogliere i frutti della partecipazione sindacale ai tavoli di rinnovo. La prima contrattazione con le APCSM ha rappresentato in questo senso un punto di partenza non facile, come si evince anche dalla dilatazione delle tempistiche e dalle frequenti divergenze di opinioni.

Il benessere dei militari e il riconoscimento del loro lavoro devono tuttavia restare gli obiettivi principali da perseguire. Novità come questa riguardante il compenso forfettario di guardia aprono uno spiraglio di luce in tal senso, perché si tratta finalmente di azioni concrete che uomini e donne delle Forze Armate potranno toccare con mano nella propria retribuzione.

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