Luca Restivo - 26 settembre 2022
Rubava buoni benzina: condannato militare dell’Esercito italiano
Dovrà restituire all’erario 18.600 euro. Ad oggi, il militare è sparito.
Il militare dell’Esercito italiano che rubava i buoni benzina è stato condannato dalla sezione giurisprudenziale della Corte dei conti al pagamento di 18.600 euro, l’ammontare dei ticket benzina che si era intascato per placare la sua fame di gioco d’azzardo.
Più volte il militare aveva ribadito di essere ludopatico e di aver approfittato del ruolo di capo deposito carburante per sottrarre i buoni dell’Esercito ed intascarsi il denaro contante.
Dopo aver dichiarato di essere pronto a pagare tutto e subito pur di non finire a processo, il militare è sparito nel nulla. Infatti, l’udienza definitiva in condanna si è tenuta in contumacia, in sua assenza.
Militare rubava ticket benzina: la condanna
A scoprire gli affari illeciti che il militare dell’Esercito italiano portava avanti sottraendo i buoni benzina è stata la Procura militare che aveva chiesto ed ottenuto il processo nei confronti dell’imputato per peculato militare aggravato. La segnalazione è stata poi inoltrata al pm contabile Laura Monfeli, titolare dell’inchiesta.
Dalla documentazione acquisita agli atti del processo, è emerso che il militare “ha dichiarato alla polizia giudiziaria di essere affetto da ludopatia e di essersi procurato le somme per giocare attraverso il prelevamento indebito delle cedole di carburante e la loro cessione in cambio di denaro contante ”.
Affermando di essersi appropriato di un numero inferiore a 250 cedole, è stato smentito da un’ispezione che ha messo in luce che l’ammanco era ben maggiore. La Corte dei conti ha stabilito che l’uomo ha sottratto 372 cedole di buoni carburante per il valore di 18.600 euro. Non è chiaro però se la ludopatia sia davvero la patologia da cui è affetto o solo una scusa.
Militare rubava ticket benzina: quanto dovrà restituire
Nella sentenza della Corte dei conti viene stabilito che le 372 cedole carburante sottratte all’Esercito italiano corrispondono a 18.600 euro ed è questa la cifra che il militare dovrà restituire al Ministero della Difesa.
Oltre alla restituzione del mal tolto, il militare dovrà anche affrontare le conseguenze penali del suo gesto.
Peccato però che il soldato sia desaparecido e l’udienza finita in condanna si sia tenuta in contumacia.
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