Michele Brancaleoni - 20 dicembre 2018
Salvini: polemiche per la foto insieme al capo ultrà del Milan condannato per droga
Scoppia la polemica nei confronti del Ministro dell’Interno Matteo Salvini scoperto a parlare con un esponente della curva milanista recentemente condannato per spaccio di droga.
Domenica 16 dicembre, all’Arena Gianni Brera, in occasione dei 50 anni della curva milanista, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini è stato fotografato mentre stringeva la mano ed interloquiva, in toni molto amichevoli, con Luca Lucci, uno dei capi del tifo organizzato rossonero ed esponente della criminalità che lo scorso settembre ha patteggiato un anno e mezzo di carcere per spaccio di sostanze stupefacenti.
Questo incontro più che ravvicinato ha sollevato diverse polemiche perché non ci si aspettava un atteggiamento del genere da parte di un’autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza.
Il primo a reagire e prendere le distanze dalla vicenda è stato il Silp CGIL (Sindacato Italiano Lavoratori Polizia) il cui segretario, Daniele Tissone, ha dichiarato:
“La stretta di mano con chi ha patteggiato un anno e mezzo per droga non è un bel segnale da parte del Ministro”.
Il segretario ha proseguito affermando che in un caso simile, se al posto del Ministro dell’Interno ci fosse stato un semplice poliziotto, quotidianamente occupato in strada a garantire la salvaguardia della sicurezza dei cittadini, sarebbe stato duramente sanzionato.
Le reazioni della politica
Ad aggiungersi alla polemica anche molti esponenti politici. Tra questi la Boldrini che ha parlato di “messaggio pericoloso” da parte del Ministro dell’Interno soprattutto perché investito da responsabilità aggiuntive nei confronti dei cittadini.
I parlamentari, Emanuele Fiano e Giuditta Pini, che non hanno memoria di precedenti del genere, hanno annunciato un’interrogazione parlamentare.
Inoltre ricordano le parole con cui il Ministro dell’Interno ha liquidato coloro che gli hanno chiesto, seppur in tono polemico, se conoscesse la persona con cui stava parlando. Il Ministro si è rivolto agli interlocutori affermando che lui stesso è un “indagato tra gli indagati”.
Anche il segretario della Sinistra Italiana, Nicola Frantoianni, non è stato da meno ed ha evidenziato l’incoerenza del Ministro ricordando come lo stesso Salvini, fin dalla campagna elettorale, sia sempre stato duro e coerente in merito al tema della droga. Salvini infatti ha sempre detto:
“Chi vende droga deve marcire in galera”.
Più mite ed istituzionale è stato invece il Capo della Polizia Franco Gabrielli secondo cui la fotografia scattata a Matteo Salvini era soltanto una forma strumentale.
Gabrielli afferma che, per la sua lunga esperienza, da giovane funzionario prima e da dirigente poi, conosce molto bene le dinamiche del tifo organizzato. Un tifo che non si limita a presenziare solamente gli stadi.
La risposta del ministro Salvini
Non si è fatta attendere neanche la risposta del ministro.
Salvini non si è espressamente pentito per la circostanza che lo vede coinvolto e dichiara che qualora fosse stato un errore trovarsi lì, sarebbe un errore come tanti che ha già commesso e che probabilmente commetterà anche in futuro.
Salvini ha concluso dicendo:
“Se lo spacciatore ha pagato spero non lo rifaccia. Mi occupo del presente e del futuro”.
Considerazioni finali
A prescindere dalle polemiche di carattere prettamente politico c’è un qualcosa da dire in modo oggettivo: l’immagine del Ministro dell’Interno accanto ad un esponente della criminalità getta fango sulle istituzioni che ogni giorni si impegnano, rischiando la vita, a lottare contro la criminalità.
Il loro ruolo sembra indebolirsi nel momento in cui il loro massimo esponente si mostra accanto al “principale nemico”.
Salvini non ha saputo mettersi nei panni dei più deboli, nei panni dei familiari di poliziotti, carabinieri, finanzieri feriti o morti per strada durante il loro nobile lavoro.
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