Guido Scavazzin - 2 aprile 2024
Seconda tranche del Fesi, le Forze Armate aspettano e si chiedono quando verrà pagato
Se analizziamo quanto successo in questi ultimi mesi verrebbe quasi da dire che il Governo Meloni non è così attento alle problematiche delle Forze Armate come invece dovrebbe.
Lo dimostra ad esempio il ritardo con cui è arrivato il decreto per il riconoscimento dell’incremento dirigenziale Istat, come pure la vicenda della seconda tranche di pagamento del Fesi.
Quando siamo arrivati ad aprile, infatti, è sconcertante constatare che manca ancora il decreto con il quale vanno distribuite le risorse a disposizione tra le singole Forze Armate, impedendo così all’amministrazione di procedere con l’erogazione delle somme spettanti al personale.
A far riflettere è il fatto che si tratta di poche decine di euro in busta paga: immaginare la situazione quando si tratterà di somme più consistenti è francamente allarmante.
Che fine ha fatto la seconda tranche del Fesi?
Cresce tra il personale delle Forze Armate la richiesta di chiarimenti riguardo al pagamento della seconda tranche del Fesi (Fondo di efficienza servizi istituzionali) che negli anni scorsi è stata sempre erogata a dicembre.
Quest’anno però le cose sono andate diversamente: non solo non c’è stato alcun accredito a dicembre 2023, ma al momento siamo ancora lontani dall’individuare una data esatta per il pagamento delle somme.
A oggi, infatti, il Governo Meloni non ha completato le procedure necessarie per l’erogazione dell’importo. Più precisamente, manca il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) con cui distribuire i circa 16 milioni di euro tra le varie Forze Armate e le Forze di Polizia, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2022.
Fino ad allora non c’è una data per l’arrivo della seconda tranche del Fesi, mentre nel frattempo nei singoli comparti si inizia a discutere dei criteri per l’assegnazione di quest’anno, attesa in prossimità dell’estate come da programma.
Il ritardo del pagamento della seconda tranche è irrispettoso
Per quanto la seconda tranche del Fesi 2023 comporterà un modesto aumento per il personale - si tratta di qualche decina di euro, circa 50-60 euro medi e lordi - quanto sta succedendo è comunque imperdonabile.
Da anni il personale delle Forze Armate e di Polizia auspica una valorizzazione economica mai arrivata, con gli stipendi che hanno patito l’elevata inflazione registrata nell’ultimo triennio comportando una notevole perdita del potere d’acquisto. Perlomeno, quindi, bisognerebbe riconoscergli, in tempi brevi, quanto gli spetta di diritto.
Un ritardo che non è passato inosservato neppure ai sindacati: già a novembre scorso ASPMI - Associazione sindacale professionisti militari - anticipava i propri iscritti dell’impossibilità che la seconda tranche venisse pagata a dicembre. In quell’occasione l’Associazione auspicava in una risoluzione in tempi brevi dell’impasse, cosa che tuttavia al momento non è ancora successa.
“Abbiamo alzato il livello di attenzione”, spiega Francesco Gentile, uno dei soci fondatori di ASPMI, “ci attendiamo risposte al più presto”. Ha poi concluso: “È impensabile arrivare ad aprile senza un decreto che semplicemente deve ripartire risorse già stanziate tra i vari comparti. Ci aspettiamo che il Governo faccia in fretta, come pure nell’emanare il provvedimento che ufficializza le sigle sindacali che hanno raggiunto la soglia di rappresentatività per quanto riguarda l’area dirigenziale, importante spartiacque in vista dell’avvio dell’area negoziale”.
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