TSO: cosa significa, come funziona e quando può essere richiesto

TSO: cosa significa, come funziona e quando può essere richiesto

Il Trattamento Sanitario Obbligatorio è una misura che viene attivata in casi di estrema necessità. Vediamo quali sono e chi può fare richiesta.

Il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) viene introdotto con la legge n.833/1978 (art.33-35) che, a sua volta, ingloba gli elementi innovativi in tema di trattamento dei pazienti affetti da problemi psichici, promossi dallo psichiatra veneziano Franco Basaglia, nella legge che prende il suo nome, la n.180, che ha rivoluzionato l’ordinamento degli ospedali psichiatrici ed ha abrogato la legge n.36/1904.

Con l’introduzione della legge Basaglia vennero chiusi tutti i manicomi presenti in Italia. La legge n. 36 del 1904 stabiliva che venissero internati in manicomio tutte le persone affette da qualunque causa di alienazione mentale. Perciò, in manicomio potevano finirci tutte quelle tipologie di persone considerate “alienate”, da chi viveva ai margini della società, agli omosessuali e alle donne, la maggior parte.

L’impennata di ricoveri ci fu nel periodo fascista, i trattamenti in manicomio erano terribili e anche chi non era malato finiva per diventarlo.

Basaglia diede vita al Movimento per il superamento degli istituti psichiatrici e diede di nuovo dignità ai malati.

Tuttavia, i manicomi non chiusero nell’immediato, la dismissione fu progressiva, e si concluse solo negli anni 2000.

TSO: cosa significa

Il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) è un intervento sanitario che può essere applicato in caso di motivata necessità ed urgenza che coincide quando il soggetto, che deve ricevere assistenza, rifiuta il trattamento.

I TSO possono essere disposti per qualsiasi causa sanitaria, come ad esempio se si è affetti da malattie infettive e si rifiutano le cure, diventando così una minaccia per la salute pubblica, o altre patologie non necessariamente legata a problemi psichici.

I pazienti sono tutelati dall’art. 32 della Costituzione:

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

Pertanto, il TSO deve svolgersi nel pieno rispetto della dignità del paziente e in qualsiasi momento può essere trasformato in ricovero volontario su richiesta del paziente, in quanto, il TSO in degenza ospedaliera è considerato come la massima forma di limitazione della libertà personale.

TSO: quando deve essere richiesto

Affinché possa essere richiesto il TSO devono verificarsi 3 condizioni:

  • Il paziente ha bisogno di cure;
  • Il paziente si rifiuta di ricevere le cure;
  • Il paziente è impossibilitato a ricorrere a misure extraospedaliere.

Il paziente deve versare in uno stato di evidente alterazione psichica e necessità di cure mediche urgenti, che vengono rifiutate dal soggetto.

Si può richiedere il TSO per chi ha uno stato di alterazione dovuto a:

  • Schizofrenia e disturbi dell’umore;
  • Gravi disturbi della personalità;
  • Minaccia di suicidio;
  • Forme gravi di depressione;
  • Minaccia di compiere lesioni a cose o persone;
  • Rifiuta di assumere acqua e cibo o seguire la terapia;

Non può essere attivato se lo stato di alterazione è dovuto a:

  • Demenza;
  • Alcool;
  • Droghe;
  • Infezioni;
  • Neoplasie cerebrali.

TSO: come funziona

Il TSO viene richiesto dai familiari conviventi, da amici o da vicini di casa e segue un iter ben preciso.

Subito dopo la richiesta, questa passa al Sindaco, considerato la massima autorità sanitaria del Comune di residenza o del Comune dove si trova la persona che necessita di trattamento, previo inoltro al primo cittadino della proposta motivata fatta da due medici, di cui uno appartenente all’ASL (Azienda Sanitaria Locale) di competenza territoriale.

Le due certificazioni mediche devono attestare che:

  • La persona che si trova in una condizione di alterazione ha bisogno di interventi terapeutici urgenti;
  • Tali interventi non possono essere rifiutati;
  • Non si possono trovare delle misure extraospedaliere efficaci.

Le tre condizioni devono manifestarsi contemporaneamente e deve essere accertate, dapprima da un primo medico o da quello di famiglia, e da un secondo medico dell’ASL. Non è necessario che i due medici siano psichiatri.

In seguito ai due certificati inoltrati al primo cittadino, questi entro 48 ore, può disporre l’ordinanza e il trasporto del paziente ai Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC).

Il trasporto deve essere operato dal servizio di emergenza extra-ospedaliero, in collaborazione con il personale della Polizia locale del Comune di riferimento.

Il Sindaco avrà il dovere di inviare l’ordinanza di TSO al Giudice Tutelare, entro 48 ore dal momento in cui è avvenuto il ricovero. Il Giudice avrà, a sua volta, altre 48 ore per convalidare il provvedimento. Se il Giudice non convalida, il TSO è annullato.

Qualora il TSO possa essere effettuato al di fuori del contesto ospedaliero (a domicilio, con attivazione delle visite domiciliari), il sindaco può emanare un TSO extra-ospedaliero.

Il TSO ha durata limitata, massimo 7 giorni, rinnovabili qualora sussistano le condizioni, dopo visita psichiatrica.

TSO: ricorso

La legge prevede che in caso di TSO si possa fare ricorso contro il Sindaco che avrà a disposizione 10 giorni per rispondere. Se il ricorso avviene entro 48 ore dal ricovero, si può inviare una copia anche al Giudice Tutelare: in caso di esito negativo, si potrà presentare richiesta di revoca direttamente al Tribunale, art. 35 della legge 833/78.

Il paziente dovrà essere informato sulle terapie alle quali verrà sottoposto e potrà:

  • Fare una diffida contro i sanitari se ritiene le cure troppo invasive;
  • Denunciare eventuali violenze fisiche e psichiche subite in reparto.

Il paziente potrà comunicare con l’esterno e ricevere visite e per uscire dal reparto al termine del TSO non serviranno le firme di nessun’altro all’infuori di lui.

TSO: i minori

Anche se la legge 833/78 non menziona il TSO per i minori, molti pazienti in età evolutiva si trovano a dover fare i conti con problemi che richiedono un Trattamento Sanitario Obbligatorio.

Nei minori, la capacità di esprimere un consenso che risulti valido e ragionato, senza essere indotto, è difficile. Il consenso è in capo ai genitori che, qualora diano parere positivo al TSO, il ricovero diventa volontario.

L’infradiciottenne, o minore maturo, considerato dalla legge capace di intendere e di volere, deve essere sentito dai sanitari e deve poter esprimere il suo assenso/consenso al ricovero. In caso di contrasto tra il tutore (genitore o chi esercita la patria potestà) e minore “maturo”, deve essere interpellato il Giudice Tutelare.

TSO e ASO: le differenze

L’ASO è un Accertamento Sanitario Obbligatorio e viene richiesto dai medici quando hanno il sospetto che un soggetto sia affetto da alterazioni psichiche che potrebbero rendere necessario un intervento terapeutico.

Anche l’ASO viene disposto con un’ordinanza del Sindaco, su proposta del medico, e al termine dell’accertamento si può disporre un TSO.