Carcere per le donne incinte, norme "anti-Ghandi" e "anti-Salis": cosa prevede il ddl Sicurezza?

Carcere per le donne incinte, norme "anti-Ghandi" e "anti-Salis": cosa prevede il ddl Sicurezza?

Ecco le principali novità del ddl Sicurezza, in attesa dell’approvazione definitiva della Camera per poi passare al Senato.

Il voto finale in prima lettura al ddl Sicurezza è stato posticipato di una settimana, ma nel frattempo la Camera ha dato il via libera a una serie di emendamenti a dir poco divisivi. Tra i circa 400 emendamnenti ci sono nuovi reati e aggravanti, riguardanti anche l’occupazione abusiva delle case, le proteste e la perseguibilità delle donne in stato di gravidanza.

L’opposizione è fortemente contraria alla maggior parte delle previsioni del disegno di legge, accusato di minare i diritti costituzionali dei cittadini e sovraccaricare ulteriormente le carceri italiane. La maggioranza, al contrario, è pronta a usare il “pugno duro” per garantire ordine e sicurezza.

Siamo ancora nel pieno della discussione, tanto che, come anticipato, il voto finale della Camera è slittato di una settimana. Poi, gli emendamenti dovranno passare al vaglio del Senato e non è da escludere che troveranno nuove modifiche. L’iter per l’entrata in vigore del ddl Sicurezza è dunque ancora lungo, ma vediamo per il momento quali novità sono state approvate dalla Camera.

Occupazione abusiva delle case

L’articolo 10 del ddl Sicurezza introduce un reato nuovo per perseguire l’occupazione abusiva delle case, che prende il nome di “occupazione abusiva di immobili destinati al domicilio altrui”, sul web definito "norma anti-Salis". L’obiettivo è perseguire precisamente chi sottrae il luogo d’abitazione ingiustamente, che andrà incontro alla reclusione da 2 a 7 anni.

Così, nel Codice penale sarà aggiunto l’articolo 634-bis, che prevederà anche la procedibilità d’ufficio se il fatto è commesso a danni di persone incapaci per età o infermità. Il testo precisa, inoltre, che il reato si configura quando l’occupazione è commessa con violenza, forza, raggiri o cessione ad altri.

Carcere per donne incinte o mamme

Con il ddl Sicurezza viene meno l’obbligo di rinvio a giudizio delle donne condannate ma in stato di gravidanza o mamme di bambini che hanno meno di 1 anno. La decisione è rimessa al giudice, che avrà la facoltà di rinviare la pena o meno.

È stato approvato l’emendamento che obbliga il governo a consegnare una relazione annuale sull’esecuzione della pena e sull’attuazione delle misure cautelari nei confronti di donne incinte o con prole di età inferiore a 3 anni. Di conseguenza, è stata invece ritirata la proposta che obbligava il differimento della pena per le madri con figli fino a 1 anno.

Proteste contro opere e infrastrutture

La cosiddetta “norma anti-Gandhi" si trova all’articolo 14 del ddl Sicurezza, che punisce con la reclusione fino a 1 mese chi blocca la circolazione stradale o ferroviaria. Se il fatto viene commesso da più persone, la pena sale invece alla reclusione da 6 mesi a 2 anni.

Anche la protesta che ostacola la realizzazione di opere pubbliche e infrastrutture strategiche passa da illecito amministrativo o reato, riguardando per esempio il Ponte sullo Stretto e la Tav.Difatti, è prevista una specifica aggravante se la minaccia o la violenza contro un pubblico ufficiale viene commessa in questi contesti.

Reati in stazione

Stazioni ferroviarie e metropolitane sono dei luoghi particolarmente vivaci dal punto di vista della criminalità, tanto che sempre più città italiane invocano l’aiuto dei militari dell’Operazione Strade Sicure. Così, nel ddl Sicurezza è prevista un’aggravante per i reati commessi in stazione, nelle sue adiacenze oppure nei convogli di trasporto, indipendentemente dal tipo di reato.

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Cannabis light vietata

L’inserimento dei prodotti a base di Cbd nelle tabelle di sostanze con effetti psicotropi (o stupefacenti) è stato bocciato dal Tar Lazio, ma il governo si appresta a vietare le infiorescenze della canapa industriale e i suoi derivati.

Permesso di soggiorno per i telefoni

L’articolo 32 del ddl Sicurezza obbliga chi è sprovvisto di cittadinanza italiana o di un paese europeo a presentare il permesso di soggiorno per poter acquistare una scheda sim per il telefono cellulare. Nel caso in cui l’acquisto sia necessario a causa di un furto o di uno smarrimento, bisogna presentare invece la denuncia.

L’obbligo di identificazione dei clienti ricade pesantemente sugli esercenti, che rischiano la chiusura da 5 a 30 giorni in caso di violazione. Se la norma viene aggirata attraverso la sostituzione di persona, l’acquisto viene del tutto inibito per un periodo da 6 mesi a 2 anni.

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