Operazione Strade Sicure richiesta da tutti, ma chi paga?

Operazione Strade Sicure richiesta da tutti, ma chi paga?

Anche a Bologna e a Pescara è richiesta l’Operazione Strade Sicure, a conferma della sua efficacia. Ma il problema delle risorse permane.

L’Operazione Strade Sicure è sempre più utilizzata per coadiuvare le forze di Polizia nella tutela dei presidi maggiormente a rischio, talvolta perdendo di vista l’effettiva natura di questo strumento. I militari hanno il compito primario di difendere la nazione e il loro intervento nella sicurezza interna è previsto dalla legge soltanto in caso di particolari urgenze e necessità, non come attività abituale.

Ciò non toglie che la presenza dei militari in punti strategici delle città italiane sia un enorme valore aggiunto per la sicurezza cittadina, ad oggi fondamentale per collaborare con le forze di Polizia in carenza di organico. Nonostante ciò, ci sono alcuni problemi che non possono non essere attenzionati, a cominciare dalle risorse economiche per finanziare lo strumento.

Alla luce delle nuove richieste, per esempio riguardo alle città di Pescara e di Bologna, è fondamentale interrogarsi sulle condizioni lavorative dei militari a cui è chiesto sempre più impegno. Un’equa valorizzazione economica del personale delle Forze Armate dovrebbe essere un obiettivo a sé stante, ma il crescente ricorso alla sua professionalità dovrebbe rendere ancora più evidente l’urgenza di un intervento.

Operazione Strade Sicure, bene per la sicurezza ma servono risorse

La carenza di risorse è attualmente il problema preponderante dell’Operazione Strade Sicure, visto che i militari subiscono un trattamento economico indecoroso, nonostante il sempre maggiore impegno richiesto loro. La questione economica non è importante soltanto per la retribuzione dei militari, ma anche (e soprattutto) per adeguare gli equipaggiamenti al diverso contesto fornito dall’Operazione.

Non dimentichiamo che soltanto di recente è stato dato il via libera all’utilizzo della maglietta a maniche corte per i militari impegnati in questa operazione, con grande soddisfazione dell’ASPMI che ha più volte interpellato l’Amministrazione per arrivare a questo risultato. Se i militari devono essere sempre più impegnati nella sicurezza interna delle città italiane, che abbiano almeno un abbigliamento adeguato che rispetti la loro salute prima ancora del benessere generale.

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Lo ha sottolineato anche Antonino Duca, Segretario generale del Sam Esercito:

È indubbio che sulla questione delle risorse ci sia bisogno di una svolta, anche perché ogni timido segnale emerso in questi ultimi anni è stato attuato con risorse a bilancio già esistenti.

Bisogna agire sulle risorse in riferimento ai volumi organici, considerando il massiccio impiego di uomini e donne necessario per questo apparato operativo, con il loro riposo ai limiti dell’optempo.

È fondamentale intervenire sulle risorse riguardanti le dotazioni e la logistica attagliate ai contesti urbani, dai mezzi fino al vestiario. È quindi necessario investire sulla sicurezza dei nostri operatori.

Dobbiamo anche affrontare le problematiche relative alle infrastrutture e alla questione alloggiativa, senza dimenticare il massiccio impiego previsto per il prossimo anno giubilare a Roma. Non possiamo compromettere il riposo fisiologico del personale.

Queste sono le questioni centrali che, qualora non si cambi visione politica sul dispositivo, devono essere necessariamente affrontate, come emerge in modo chiaro e inequivocabile anche dalle decine di carteggi, indagini consociative e audizioni in commissione difesa.

Altro aspetto problematico sottolineato dall’Associazione riguarda l’adeguamento degli alloggi, visto che ci sono stati non pochi problemi da questo punto di vista (ad esempio: Alloggi militari fatiscenti e degradanti, l’ASPMI chiede l’intervento del governo). La sicurezza e il benessere fisico e mentale dei lavoratori non devono essere compromesse, indipendentemente da dove siano chiamati a prestare servizio.

In un momento in cui c’è grande attenzione al rinnovamento del sistema Difesa, è anche fondamentale non perdere di vista i compiti primari istituzionali spettanti all’Esercito Italiano, che non può certo essere sostituito. Come anche l’ASPMI ha sottolineato in più occasioni, bisogna continuare a garantire la continuità dell’addestramento assicurando al contempo il giusto riposo al personale. Di pari passo, i problemi di organico delle forze di Polizia non devono essere dimenticati da una soluzione che dovrebbe essere soltanto temporanea.

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