Colpite basi italiane Unifil in Libano, solidarietà al personale militare

Colpite basi italiane Unifil in Libano, solidarietà al personale militare

Colpite due basi italiane Unifil in Libano, il ministro Crosetto a colloquio con l’ambasciatore israeliano. La vicinanza dei sindacati al personale militare.

In questi giorni di continuo inasprirsi dei conflitti, c’è molto più interesse pubblico rispetto alle missioni militari internazionali, ma non è certo una questione di attenzione mediatica se la notizia giunta in queste ore fa inorridire e temere per i militari impegnati nelle missioni di pace. Come riportato dall’agenzia di stampa ANSA, due basi italiane Unifil sono state colpite, alcune telecamere sono state distrutte dai colpi di armi da fuoco, ma fortunatamente non dovrebbe esserci alcun ferito.

L’episodio ha avuto luogo alla base di Naqoura, preso di mira dall’esercito israeliano, come confermato dal portavoce ufficiale di Unifil, Andrea Tenenti, che ha raccontato l’andamento della vicenda. Già questa mattina un carro armato ha sparato contro una torre di osservazione nel quartier generale, causando due feriti non gravi. Ulteriori colpi dell’esercito israeliano hanno colpito l’ingresso del bunker dove si erano rifugiati i caschi blu, danneggiando veicoli e il sistema di comunicazione. Pare, inoltre, che sia stato avvistato un drone israeliano nei pressi dell’ingresso del bunker, all’interno della postazione Onu.

Finché, come anticipato, i soldati israeliano hanno distrutto le “telecamere di monitoraggio perimetrale della posizione 1-31”, sparando anche contro il luogo d’incontro delle riunioni tra autorità libanesi, australiane e vertici dell’Unifil, UNP 1-32A. Proprio in questi istanti il ministro Crosetto è a colloquio con l’ambasciatore israeliano per chiarire la vicenda e potrebbe disporre l’evacuazione dei militari italiani. Il governo italiano sta infatti monitorando con attenzione la situazione, nonostante le basi Unifil non sarebbero dovute essere oggetto di attacchi diretti.

Colpite due basi italiane Unifil

Anche se dall’attacco dell’esercito israeliano non sono risultati feriti, ci sono stati momenti di elevata tensione e la preoccupazione per i militari italiani sul posto è elevata, soprattutto considerando il fatto che Unifil è una missione di pace, sostegno e aiuto umanitario. I militari italiani ricoprono un’enorme fetta dei caschi blu in Libano, affrontando tensioni e minacce di grave portata con dedizione e professionalità. Per questo va a loro e alle loro famiglie tutta la solidarietà della redazione e dei sindacati militari, in attesa di conoscere i prossimi sviluppi.

Abbiamo, in particolare, le parole dell’ASPMI, desiderosa di esprimere la propria vicinanza al personale e alle rispettive famiglie, con grande orgoglio per il difficile ruolo svolto.

In questi giorni, i nostri colleghi affrontano sicuramente condizioni estremamente difficili frutto della situazione particolare utili a garantire la democrazia dei popoli (...) dimostrando ancora una volta cosa significa essere un militare italiano.

Così scriveva l’Associazione qualche giorno fa, attenta a sostenere i militari e verificare il rispetto dei loro diritti. Oggi più che mai è fondamentale che il governo dimostri l’impegno dichiarato nella tutela del personale e che ne tenga conto anche in futuro. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il SIAMO Esercito, che commenta:

Siamo vicini ai militari impiegati nella missione ONU ed ai loro familiari che vivranno questi momenti con apprensione, certi che la Difesa metterà in campo ogni sforzo per garantire ai nostri soldati una cornice di sicurezza idonea per il proseguimento dell’operazione.

Gli equilibri internazionali sono destinati a incrinarsi ulteriormente in seguito a questi episodi, ma nell’immediatezza il pensiero non può che essere rivolto ai militari dell’ONU presenti sul posto, che continuano a mettere a repentaglio non soltanto il proprio benessere ma anche la loro incolumità per cercare di sedare il conflitto. Riprendendo le parole del SIAMO Esercito, si confida nell’abituale attenzione della Difesa per tutelare il più possibile il personale. Una vicinanza condivisa ovviamente, anche dal SAM Esercito, che sottolinea:

Esprimiamo la nostra massima preoccupazione per l’accaduto nella missione UNIFIL a Naqura.
Il Sam è vicino ai colleghi in operazione e alle loro famiglie.

E da USMIA:

Il personale militare italiano impegnato nelle missioni di pace in Libano è in prima linea per garantire stabilità e sicurezza in una delle aree più turbolente del Medio Oriente, dimostrando il valore delle nostre Forze Armate nel mantenere la pace e proteggere le popolazioni locali.

USMIA, rappresentando gli interessi di tutti i militari italiani, rinnova il proprio sostegno a questi uomini e donne che, con grande spirito di sacrificio, onorano il nostro Paese in operazioni internazionali. Rivolgiamo un pensiero speciale alle loro famiglie, che vivono con preoccupazione e apprensione queste ore di tensione.

Riteniamo fondamentale che il Governo italiano continui a fornire tutto il supporto necessario, sia sul piano operativo che su quello della tutela e della sicurezza, affinché i nostri militari possano svolgere il proprio compito in condizioni di maggiore protezione.

In questo difficile momento, USMIA si stringe attorno ai nostri commilitoni in Libano, ribadendo il nostro impegno a tutelare i loro diritti e il loro benessere, sia in patria che nelle missioni all’estero.

Per approfondire: Missione Unifil, cosa fanno i militari italiani?