Rita Gagliarducci - 5 febbraio 2019
Concorso Polizia: Franco Gabrielli scrive agli esclusi
A seguito del malcontento causato dalle modifiche dei requisiti di accesso al ruolo di agenti della Polizia di Stato, il capo della Polizia Franco Gabrielli ha inviato una lettera aperta.
A seguito di alcune modifiche legislative che hanno cambiato i requisiti di accesso al ruolo di Agenti della Polizia di Stato, sono state postate, sui social della Polizia, richieste di chiarimenti da parte di aspiranti poliziotti.
“Vengo escluso perché ho l’età giusta indicata dal bando, ma troppo elevata per la selezione che interviene ora, in corso d’opera. Minimo della vita faccio ricorso”, scrive un candidato.
Tutto questo è emerso a seguito del ddl semplificazioni: in Commissione Affari Costituzionali e Lavoro al Senato è arrivato un emendamento firmato da alcuni senatori leghisti che impegna la Polizia a dar seguito ad uno scorrimento di graduatoria anziché indire nuovi concorsi per il reclutamento di 1851 allievi.
Oltretutto, la graduatoria dovrebbe essere “epurata” dei candidati che, nel frattempo, hanno perso i requisiti in quanto la legge ha abbassato l’età da 30 a 26 anni e alzato il titolo di studio dalla licenza media a quella superiore. Molti sfileranno il prossimo 5 febbraio davanti a Montecitorio contro chi li ha “traditi”. Per questo motivo molto probabilmente è giunta la lettera aperta del capo della Polizia Franco Gabrielli in cui risponde alle richieste di chiarimenti da parte degli aspiranti agenti.
La lettera
"Caro Fabio, non conoscendo il suo nome ho scelto quello di uno dei miei figli, perché, con lo stesso animo con cui un padre ascolta un figlio, ho ascoltato le sue parole." Queste sono le parole con cui il capo della Polizia Franco Gabrielli si è rivolto ad “un aspirante poliziotto”: parole accorate che comprendono il dissenso pubblico.
“Per le nuove assunzioni in Polizia si è scelto di attingere alla graduatoria di coloro che avevano superato la prima prova del concorso bandito a maggio del 2017 – pur con le modifiche legislative che hanno modificato i requisiti – come espressamente richiesto dalle organizzazioni sindacali”.
In questa lettera il capo della Polizia si fa “amico” e confidente di questi giovani delusi:
“Penso di riuscire a comprendere la delusione di chi si vede negato un sogno, ma spero davvero che queste mie parole, lungi dal convincerla su una scelta in ogni caso opinabile – come ogni scelta – le abbia almeno consentito di comprendere il senso e le motivazioni del percorso che abbiamo voluto intraprendere”.
La lettera continua con la spiegazione delle difficili scelte dell’amministrazione. Al concorso del 18 maggio del 2017 parteciparono in oltre 40mila e l’età massima per partecipare erano 30 anni e la licenza media come titolo di studio. Questo ha portato all’ammissione al corso di 1148 agenti cui hanno fatto seguito altri 459 allievi agenti, attinti allo stesso elenco di concorrenti ritenuti idonei (in quanto avevano già superato la prova scritta e le tre prove fisico-psico-attitudinali), ma inizialmente non vincitori.
È questo, infatti, il modo in cui è stata “esaurita” la graduatoria, in quanto è il superamento di tutte e quattro le prove a determinare il superamento del concorso e l’ammissione al corso, alla fine del quale si procede all’assunzione al servizio (se giudicato idoneo). Una volta avviato lo scorrimento, infatti, la graduatoria sarebbe rimasta valida per tre anni, fino all’ottobre del 2020.
Dieci giorni dopo il bando, però, il 29 maggio 2017, fu approvato dal governo Gentiloni il decreto legislativo 95, meglio noto come legge sul “riordino delle carriere” che ha introdotto i nuovi requisiti (età massima 26 anni - non compiuti - e diploma di scuola superiore).
Il decreto Semplificazioni
Attualmente in esame del Parlamento c’è, nel cosiddetto “decreto semplificazioni”, un emendamento proposto da un partito di maggioranza e condiviso dall’Amministrazione, che prevede di utilizzare l’elenco di chi con il precedente concorso era risultato idoneo alla prima delle quattro prove ma applicando i criteri previsti dalla legge vigente.
Gabrielli ha continuato:
"Proprio nel rispetto delle convinzioni e dei principi che, come le dicevo, hanno ispirato la nuova norma del 2017 e che hanno già trovato attuazione anche nei procedimenti delle Forze Armate, con riferimento al limite di età. Del resto, la scelta della prima soluzione - un nuovo concorso - avrebbe comunque comportato, purtroppo, l’esclusione di chi come lei ha un’età superiore ai 26 anni, assecondando invece le altrettanto legittime aspirazioni di chi oggi potrebbe accedere ad un nuovo concorso e che invece, con lo scorrimento dell’elenco, si vede negata questa possibilità."
Pareri discordanti
Secondo Innocente Carbone del Siulp, Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, ci sono dei dubbi di incostituzionalità in quanto non si possono modificare i requisiti a bando aperto:
“Abbiamo chiesto con fermezza il pieno rispetto delle disposizioni del bando di concorso senza quindi che i requisiti richiesti ai partecipanti siano allineati alle più restrittive disposizioni introdotte con il dl 95/2017.”
L’Amministrazione, poi, si trova in difficoltà: dopotutto, se indicesse un altro bando con i nuovi requisiti di legge, essa andrebbe contro tutta la graduatoria portando a una marea di ricorsi per vedere affermato il principio “tempus regit actum”, cioè quello per cui l’atto è soggetto alla disciplina vigente al momento in cui viene compiuto. La stessa cosa potrebbe avvenire se si decidesse di utilizzare quella esistente, ma epurata.
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