Paola Gentile - 5 febbraio 2022
Cosa sono i BTG della Russia (e perché spaventano la NATO)
L’arsenale militare russo vanta come testa di serie gruppi armati veloci coadiuvati da interventi aerei.
Il clima di de-escalation chiesto dal Premier italiano Mario Draghi a Vladimir Putin, e le rassicurazioni che ne sono seguite, devono essere durate lo spazio di un mattino perché la Russia ha un arsenale di uomini e mezzi pronto a marciare al confine con l’Ucraina.
Si tratta dei BTG (Batalonnaja Takticheskaja Gruppa), una versione contemporanea dei panzer hitleriani usati nella campagna di Russia, solo molto più sofisticati e pericolosi.
Cosa sono i BTG
I Gruppi Tattici di Battaglione consistono in un armamentario di soldati, mezzi armati e veicoli blindati da far tremare la NATO.
La Russia ne possiede circa 150, comprensivi di 100mila soldati, 1.000 carri armati e 4mila blindati, pronti a marciare e a posizionarsi lungo il confine ucraino.
Sono programmati e addestrati per agire nel più breve tempo possibile, con destrezza e rapidità. Se il convoglio di terra non dovesse bastare, a dar loro man forte ci sono elicotteri e cacciabombardieri.
Un vero e proprio gruppo d’acciaio che combatte compatto, professionisti della guerra in grado di coprire un campo di battaglia lungo e largo 300 chilometri. In poche parole, tutta la distesa pianeggiante dell’Ucraina fino al fiume Dnepr, storica frontiera dell’ex URSS.
Perché la NATO teme i BTG
Dotati di artiglieria e lanciarazzi semoventi, i BTG scaricano raffiche di “ordigni termobarici”, come dimostra il cingolato russo “Pinocchio”, in grado di uccidere anche chi si è rifugiato nei bunker.
Queste unità sono addestrate per portare a termine una guerra nella guerra: quella elettronica, oscurando comunicazioni radio, lanciando virus nei computer e arrivando anche a disturbare le trasmissioni dei satelliti GPS accecando i sistemi di guida.
Nessuno può fermarli, men che meno gli ucraini, tanto meno con i missili forniti da americani e inglesi.
Qualora la Russia dovesse decidere di attaccare non ci sarebbe partita, ma solo distruzione. E questo la NATO lo sa bene.
Chi c’è dietro la creazione dei BTG
Colui che ha ideato e progettato i BTG è il generale Valerij Gerasimov, attuale Capo di Stato Maggiore delle Forze armate russe e considerato il più fine militare degli ultimi tempi.
Conscio dell’inferiorità della Russia contro l’Occidente, Gerasimov ha teorizzato la “guerra ibrida”: un mix di conflitto tradizionale e disinformazione, cyber incursioni alternate a mosse politiche e spinte economiche, con il fine ultimo di colpire l’avversario sotto tutti gli aspetti: militare, politico, comunicativo.
Una teoria affinata in decenni di addestramenti e finanziamenti statali che trova la sua summa nel concetto di “difesa attiva”.
Forte dell’esperienza maturata sul campo in Siria al fianco del regime di Assad, Gerasimov ha creato i BTG con a capo i veterani della guerra conto ISIS.
L’ultima parola su di un potenziale attacco spetta ovviamente al leader russo Putin, consigliato dal Ministro della Difesa, Serghej Shoigu che considera di proprietà russa la regione del Dnepr.
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