Aurora Marinaro - 19 novembre 2024
Covid-19, il SIULM avvia un ricorso contro la sospensione dei militari non vaccinati
Il SIULM annuncia un ricorso contro i provvedimenti disciplinari per i militari non vaccinati contro il Covid-19.
Il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Militari (SIULM) ha annunciato l’intenzione di avviare un ricorso contro il Ministero della Difesa. Questa iniziativa si inquadra nella tutela di tutti i militari che sono stati sospesi dal servizio e hanno subito una decurtazione dello stipendio a causa della mancata vaccinazione contro il Covid-19.
Il ricorso sarà presentato gratuitamente per gli iscritti al SIULM, ma anche per coloro che forniranno una delega al sindacato entro il 25 dicembre 2024. Questa iniziativa punta a rappresentare i diritti di quei militari che si sono trovati in difficoltà a causa delle sanzioni legate all’obbligo vaccinale.
SIULM propone un ricorso contro l’obbligo vaccinale
Nel procedimento, il SIULM chiederà un risarcimento sotto forma di un’indennità economica giornaliera, sottolineando la (presunta) natura discriminatoria delle azioni intraprese dal Ministero della Difesa nei confronti del personale che non ha ottemperato all’obbligo di vaccinazione contro il Covid-19. La richiesta si basa su un precedente positivo: la "sentenza del giudice Zanda" del Tribunale di Firenze, che ha riconosciuto un’indennità giornaliera di 200 euro a un infermiere sospeso dal servizio per non aver rispettato l’obbligo vaccinale, ritenendo quanto segue:
La sospensione dell’esercizio della professione rischia di compromettere beni primari dell’individuo quale il diritto al proprio sostentamento e il diritto al lavoro di cui all’art. 4 inteso come espressione della libertà della persona e della sua dignità, garantita appunto dalla libertà dal bisogno.
Questo ricorso segue un’iniziativa simile già depositata da un’associazione sindacale della Polizia di Stato contro il Ministero dell’Interno. Attraverso queste azioni legali, il SIULM intende affrontare quelle che definisce penalizzazioni ingiuste subite dai militari a causa della mancata vaccinazione.
Per ulteriori dettagli e aggiornamenti sul ricorso, il SIULM invita tutti gli interessati a visitare le pagine dedicate sul proprio sito web, dove saranno fornite tutte le informazioni necessarie per partecipare all’iniziativa. Il sindacato ribadisce il proprio impegno a proteggere i diritti dei lavoratori militari, supportando coloro che si sono trovati in una posizione svantaggiata a seguito delle disposizioni sanitarie legate alla pandemia.
Obbligo vaccinale illegittimo per i militari?
Difficile comprendere a priori il possibile futuro di questo ricorso, che si pone senza dubbio come importante spinta a far chiarezza sulla questione. La giurisprudenza è divisa sull’argomento, tanto più per quanto riguarda il mondo militare. Per esempio, nel 2023 il Tribunale dell’Aquila ha annullato la sospensione di un dipendente non vaccinato. La decisione si basa sull’assenza di prove scientifiche che dimostrino l’efficacia dei vaccini Covid-19 nel prevenire completamente il contagio, a detta della motivazione della Corte.
In sostanza, il tribunale ha ritenuto che:
* sia i vaccinati che i non vaccinati possono trasmettere il virus;
* non ci sono ragioni valide per trattare diversamente i dipendenti in base al loro stato vaccinale.
Pertanto, la sospensione del dipendente non vaccinato è stata considerata ingiustificata. Questa sentenza solleva importanti interrogativi sull’obbligo vaccinale e sulla sua compatibilità con il diritto del lavoro, anche se non mancano decisioni avverse, prima di tutto della Consulta che, salvo rare eccezioni, ha sempre considerato equo il bilanciamento degli interessi e dunque legittimo l’obbligo vaccinale.
Quest’ultimo deve però essere affrontato in modo specifico per il personale militare, come ha fatto anche la sentenza n. 25/2023 della Corte Costituzionale, dichiarando illegittimo l’obbligo vaccinale imposto ad alcuni militari non riguardante il Covid1-9 ma altri virus potenzialmente contraibili nelle missioni estere. La Corte ha in particolare sancito che la sanità militare deve predeterminare i trattamenti imposti, non potendo avere una competenza generica (anticostituzionale).
La sentenza n. 12211/2024 della Corte di Cassazione ha dichiarato illegittima la sospensione del lavoratore non vaccinato contro il Covid-19 avvenuta prima rispetto alla sua comprensione nei destinatari dell’obbligo, stabilendo peraltro il diritto al rimborso della retribuzione persa.
In altre parole, il ricorso proposto dal SIULM ha ampio margine, soprattutto in riferimento a casi particolari come quelli elencati. Offrirà inoltre un importante contributo per definire in maniera più precisa la questione, che ribadiamo essere particolarmente delicata per il personale militare. È vero che, in linea generale, le Corti hanno ribadito la legittimità dell’obbligo vaccinale ritenendo prioritaria la pubblica sicurezza, ma ci sono notevoli spunti specifici che possono avere diversa trattazione. Senza contare che l’istituto in sé della sospensione dal servizio è oggetto di una dettagliata normativa.
Per esempio, il Tar Lazio ha sospeso i provvedimenti irrogati ad alcuni appartenenti alle Forze Armate (con decreto n. 919/2022) evidenziando proprio il mancato rispetto della procedura necessaria a comminare la sanzione della sospensione e la mancanza dei requisiti di urgenza e gravità per derogarla.
Leggi anche: Obbligo vaccino Covid Esercito italiano: cosa dice la Consulta
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