Disordini e scontri contro le forze dell’ordine. Il governo incalza il ddl Sicurezza

Disordini e scontri contro le forze dell'ordine. Il governo incalza il ddl Sicurezza

Il governo Meloni spinge per tutelare le forze dell’ordine, preoccupato per i disordini e gli scontri che stanno compromettendo la sicurezza pubblica.

La morte di Ramy Elgaml durante l’inseguimento ha dato il via a un’ondata di caos e violenza nelle maggiori città italiane. I disordini, sparsi tra Roma, Milano, Torino e Bologna trascendono la protesta e il sentire sociale, sfociando in veri e propri scontri, con un largo numero di feriti e danni. Il governo Meloni teme per l’ordine pubblico e la sicurezza del personale, spingendo verso il ddl Sicurezza.

Scontri contro le forze dell’ordine, il governo incalza il ddl Sicurezza

Di seguito le parole del presidente del Consiglio Giorgia Meloni in merito a uno degli episodi di disordine:

Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, ieri sera a Roma abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza.

Una ricostruzione piuttosto precisa degli episodi che si stanno susseguendo in occasione dei cortei di protesta per la morte del ragazzo e sulla presunta responsabilità dei Carabinieri parte dell’inseguimento. Il problema principale, atteso che le responsabilità saranno accertate dagli organi competenti, restano le modalità con cui viene espresso il dissenso. Più che solidarietà e unione nel dolore per quella che resta una terribile tragedia, molti scelgono di cavalcare l’onda per dar sfogo a comportamenti aggressivi e pericolosi. La vera causa perorata da almeno una parte dei manifestanti è un’ondata d’odio nei confronti degli agenti, che subiscono in prima linea le aggressioni.

Non a caso tanto il capo della Polizia Vittorio Pisani quanto il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Salvatore Luongo si sono attivati per esprimere la propria vicinanza al personale, ricordando l’importanza del ruolo ricoperto. Bisogna così ricorrere alla professionalità, rispettando le linee guida e le procedure per la tutela dell’incolumità propria e altrui. Il personale viene richiamato a “compostezza ed equilibrio” per garantire la sicurezza pubblica e la democraticità delle istituzioni.

Entrambi ricordano il diritto di manifestare, definito da Pisani un seme vitale della democrazia, condannando tuttavia i comportamenti illegali e violenti che minano la sicurezza e la civiltà, nonché le istituzioni stesse.

Lo stesso padre di Ramy, Yehia Elgaml, per quanto molto dubbioso sulle dinamiche della morte del figlio, comprensibilmente impaziente di avere verità e giustizia, invita i manifestanti a espressioni pacifiche.

Quando c’è gente che fa manifestazioni per mio figlio chiedendo giustizia e verità, mandate loro un messaggio: fate queste manifestazioni con calma, camminino e basta, siano pacifiche. (...) Io ho fiducia nel governo, nel presidente della Repubblica Sergio Mattarella, viviamo sotto al suo ombrello. A me piace l’Italia perché vivo in sicurezza. Io ho fiducia nei carabinieri bravi, gli altri sono sbagliati. Non fate casini contro la polizia, che tengono in sicurezza tutta Italia.

Le circostanze della morte e la gestione dell’inseguimento sono in mano alla valutazione della procura di Milano, che pare valutare accuse molto gravi a carico dei carabinieri interessati, fintanto l’omicidio volontario. Certo, nell’eventualità si tratterebbe comunque di accuse da confermare o meno al termine di un equo processo, ma non si può negare che la vicenda sia affrontata con la massima serietà e imparzialità.

È in ogni caso evidente che aggredire le forze dell’ordine e creare scompiglio non è d’aiuto a nessuno, ma anzi controproducente sotto tutti i punti di vista. Anche per questo il governo Meloni spinge sul ddl Sicurezza, alla ricerca di una tutela più efficace dal punto di vista legale per il personale della Polizia e dei Carabinieri.

Non si può che reagire con durezza: chi semina caos e attacca le forze di polizia deve essere perseguito con la massima severità perché altrimenti si pongono le basi perché queste persone si sentano più forti dello Stato stesso e delle istituzioni democratiche.

Ha dichiarato il ministro della Difesa Guido Crosetto, sulla stessa lunghezza d’onda del governo.

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