Aurora Marinaro - 16 ottobre 2024
Giorgetti: "tagli a tutti i Ministeri", il SIM Marina teme per la Difesa
Il ministro dell’Economia preannuncia tagli a tutti i ministeri. Il SIM Marina teme le conseguenze per le Forze Armate, già al limite.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si è dichiarato pronto a prendere in mano le redini per reperire una parte delle risorse necessarie alla Legge di Bilancio 2025, almeno 3 miliardi sui 25 destinati alla manovra. Così, se non verranno presentate delle proposte di riduzione della spesa da ogni dicastero, procederà autonomamente. “I ministeri taglino le spese o farò io la parte del cattivo” ha infatti dichiarato Giorgetti.
Tagli preoccupanti, come ci fa notare il SIM Marina, allarmato per le possibili conseguenze sul personale militare. Un “rischio fondatissimo” di pregiudicare ulteriormente il trattamento delle Forze Armate, che nel corso degli anni hanno già subito importanti tagli delle risorse. In particolare, il sindacato teme un ripetersi di quanto accaduto sotto il governo Monti, quando la revisione dello strumento militare all’insegna della qualificazione ha portato a notevoli riduzioni di spesa.
Assistiamo con preoccupazione al rischio di rivivere la medesima stagione del governo tecnico Monti fatta di tagli indiscriminati che hanno colpito gravemente le Forze Armate.
Scrive il SIM Marina, che si appella al buon senso del governo Meloni per rivedere al più presto la manovra “ritenuta non opportuna, non adeguata e dannosa per il morale e soprattutto per l’efficienza delle Forze Armate”.
Tagli a tutti i ministeri (tranne la Sanità): il SIM Marina teme per la Difesa
L’eventuale ulteriore riduzione di spesa per il comparto Difesa e Sicurezza risulterebbe deleteria sotto più punti di vista.
In primo luogo, il personale delle Forze Armate è ancora molto lontano dal recupero del potere d’acquisto perso con l’inflazione. Diminuire le risorse significa inevitabilmente allontanare ancora di più l’obiettivo. Il recupero completo appare fuori discussione con i limiti di spesa attuali, ma aggravare le condizioni economiche dei militari appare quasi paradossale.
Chiedere nuovi sacrifici quando non si è ancora recuperato ciò che è stato sottratto negli anni precedenti significa ignorare le condizioni in cui operano i militari italiani.
C’è quindi un dato oggettivo e concreto, rappresentato dal trattamento economico riservato ai militari, incompatibile con le effettive esigenze di vita del personale e quanto meno dissociato rispetto alla specificità delle Forze Armate.
Un comparto fatto di specificità riconosciute dalla Legge ma praticamente mai valorizzate, che non possono essere evocate soltanto per meri motivi di facciata.
Tocca ricordare “che i nostri uomini e donne in divisa operano quotidianamente in contesti di estrema difficoltà, spesso rischiando la vita per la sicurezza nazionale e internazionale”. La valorizzazione di questa dedizione deve obiettivamente rientrare, in misura coerente, nei paletti economici esistenti, ma penalizzare il personale va ben oltre. Bisogna infatti tenere conto anche dell’aspetto morale e del crescente allontanamento dei giovani dalla carriera militare che, soprattutto nel delicato panorama geopolitico, è allarmante.
L’imposizione di nuovi sacrifici rischia di mortificare ulteriormente la motivazione e la dedizione del personale militare.
Il rischio fondatissimo è di alimentare non solo la volontà di abbandonare le stellette a chi è già in servizio, e di convincere ancor di più chi è indeciso nell’intraprendere una carriera militare, a non farlo mai.
Ricorda in proposito il SIM Marina, da tempo attento al problema della diminuzione dei candidati nei concorsi delle Forze Armate. Una carriera un tempo guardata con grande ambizione, anche nell’ambito di pericoli più attuali e immediati, oggi non appare allettante e gratificante. Questo è un problema notevole per uno Stato, di cui le Forze Armate sono i diretti rappresentanti.
Chiaramente, c’è anche un riflesso non trascurabile su tutta la cittadinanza, vittima diretta della poca attenzione alle Forze Armate e di Polizia. Come può una nuova spending review non essere dannosa per l’efficienza del comparto? Una questione di principio, alimentata dal momento storico in corso.
Servirebbe infatti tenere conto dell’assetto geopolitico attuale e della “crescente pressione internazionale sulle Forze Armate italiane, impegnate in prima linea su molteplici scenari di crisi globali”.
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