Giorgia Meloni caccia la polizia, cos’è successo?

Giorgia Meloni caccia la polizia, cos'è successo?

Il Presidente del Consiglio caccia la polizia da Palazzo Chigi? Le dichiarazioni dell’ufficio stampa di Giorgia Meloni a confronto con i sindacati di polizia.

Fonte immagine: governo.it su commons.wikimedia.org

È su tutte le testate la notizia di Giorgia Meloni che caccia la polizia dalla sorveglianza del proprio ufficio, rimanendo soltanto con la sua scorta personale. Un comportamento insolito per il Presidente del Consiglio, non soltanto per la sua carica istituzionale ma anche perché il premier ha da sempre professato rispetto e riconoscimento nei confronti delle forze dell’ordine.

Un motivo in più per dubitare che questa narrazione dei fatti possa essere stata esasperata o forse male interpretata, come involontariamente suggerito dalle dichiarazioni successive alla diffusione della notizia. Il clima è infatti dei più tesi, anche perché la risposta di Giorgia Meloni in merito a queste accuse è arrivata in modo drastico. L’ufficio stampa del Presidente del Consiglio ha difatti rilasciato la seguente comunicazione:

È priva di fondamento la notizia secondo la quale sono state date nuove disposizioni alle forze di polizia presenti a Palazzo Chigi nei confronti delle quali il presidente del Consiglio da sempre ripone piena e totale fiducia. Non è cambiato nulla.

Fabrizio Alfano, capo dell’ufficio stampa del premier, ha aggiunto che non ci sono motivi per cui si è “innescata questa ricostruzione assurda”, visto che l’unica novità in merito sarebbe stata la proposta di destinare un agente di polizia esclusivamente agli accompagnamenti in ascensore. Provvedimento che a tutti gli effetti potrebbe aver scatenato il malinteso o, nella peggiore delle ipotesi, dato adito a ricostruzioni false da una o dall’altra parte.

Ricordiamo, infatti, che gli agenti di polizia davanti alla porta dell’ufficio del Presidente del Consiglio svolgono una fondamentale (e rischiosa) attività di controllo per tutelare il premier, verificando chi entra ed esce dall’ufficio e appunto occupandosi anche di accompagnare gli ospiti all’ascensore. In ogni caso, la risposta ufficiale di Giorgia Meloni non ha affatto messo a tacere il dibattito, anche perché sembra quasi che la versione dell’allontanamento degli agenti sia stata inventata di sana pianta.

Seminare questo dubbio potrebbe essere utile laddove la notizia rimanesse avvolta nel mistero, mentre in questo caso la situazione è molto più delicata. Il sindacato SILP-CGIL ha infatti confermato un andamento ben diverso della vicenda, raccontando di aver personalmente verificato che: “le poliziotte e i poliziotti in servizio all’Ispettorato di Ps Palazzo Chigi sono stati allontanati dal piano dove si trovano gli uffici della presidente del Consiglio Giorgia Meloni probabilmente per mancanza di fiducia nei loro confronti”.

Giorgia Meloni caccia la polizia?

Insomma, ci sono due versioni contrapposte che richiedono un serio e imparziale approfondimento della questione, cercando di portare alla luce la verità dei fatti e il contesto, su cui oggi non si può avere chiarezza senza mettere in discussione la sincerità degli uni o degli altri. Non è però pensabile che gli agenti di polizia chiamati a un compito tanto oneroso stiano agendo in mala fede, soltanto ipotizzarlo sarebbe infatti paradossale.

Sarebbe più logico pensare invece che le condizioni di lavoro dei poliziotti e le mancate tutele hanno creato un ambiente di sfiducia, uno scoramento che porta gli agenti a necessitare di più chiarezza nelle motivazioni di provvedimenti simili, facilmente fraintendibili in questa situazione.

D’altra parte, l’opposizione accusa Meloni di avere la “sindrome del bunker”. Lo stesso premier ha in più occasioni affermato di “non fidarsi di nessuno”, anche se nessuno ha mai pensato finora che in questa considerazione potessero ricadere anche le forze dell’ordine.

Il problema, solo apparentemente secondario, è che eventuali criticità nell’operato degli agenti (precisiamo che neanche l’ufficio stampa del premier abbia lasciato intendere esservi state, negando l’allontanamento) dovrebbero essere affrontate diversamente. Il Presidente del Consiglio dovrebbe infatti rivolgersi al ministro competente o al Capo di Polizia, senza rimuovere gli agenti dall’incarico di sorveglianza.

Per il governo non è comunque un momento facile, non dopo il caso Boccia-Sangiuliano e con i cantieri per la prossima manovra fiscale. Nonostante ciò, c’è un estremo e urgente bisogno di chiarezza. La questione potrebbe finire nelle mani del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, convocato proprio questo mercoledì 11 settembre.

Leggi anche: Rinnovo contratto Polizia di Stato, ecco a che punto siamo