Legge di bilancio 2025, quali novità per le Forze Armate?

Legge di bilancio 2025, quali novità per le Forze Armate?

Legge di Bilancio 2025, cosa potrà fare il governo per le Forze Armate? Ecco le misure possibili in Manovra (e i relativi problemi).

Si avvicina la scadenza per la presentazione del Piano strutturale di bilancio alla Commissione dell’Unione europea, che permetterà di avere un quadro più completo sulle risorse a disposizione per la manovra finanziaria. Per la Legge di Bilancio 2025, infatti, servirebbero almeno 25 miliardi di euro. Il governo è chiamato a prendere scelte molto delicate per seguire gli obiettivi prefissati, dalla rimodulazione delle tasse al sostegno della natalità, cercando al contempo di ridurre il debito pubblico.

Tutti i cittadini italiani saranno interessati dalla novità, ma per il personale delle Forze Armate la manovra in arrivo potrebbe arrivare in modo provvidenziale, permettendo quegli interventi che per limitatezza di risorse non sono fattibili in fase di rinnovo contrattuale. Questo, ovviamente, a patto che lo “sforzo in più” richiesto dalla maggior parte dei sindacati militari venga messo in atto.

Ma vediamo, in base alle informazioni attualmente disponibili, quali sono le novità in arrivo con la Legge di Bilancio 2025, pensando soprattutto a quelle rilevanti per le Forze Armate.

Riduzione delle tasse per il ceto medio

Il governo Meloni sta pensando ad alcune politiche per alleggerire la pressione fiscale del ceto medio, in cui rientra anche il personale delle Forze Armate. Le novità principali sono senza dubbio l’abbassamento dell’aliquota Irpef per i redditi da 28.000 a 50.000 euro dal 35% al 33%. È previsto inoltre un ampliamento dello scaglione sino a 60.000 euro.

Misure importanti per il recupero del potere d’acquisto, sebbene parziale, ma su cui non c’è ancora alcuna certezza, vista la carenza dei fondi. La risposta in merito arriverà non prima del 31 ottobre, all’esito del concordato preventivo biennale. Le speranze riposte nella riduzione delle tasse sono molte, perché il complesso di misure potrebbe davvero comportare miglioramenti tangibili nelle condizioni economiche dei contribuenti.

Anche i sindacati militari ripongono fiducia nella riduzione della pressione fiscale per il ceto medio, non mancando però di sottolineare l’urgenza di provvedimenti più specifici per il riconoscimento economico delle Forze Armate. In tal proposito, da un recente comunicato stampa dell’ASPMI:

Non possiamo che auspicare la realizzazione delle iniziative in maniera fiscale, idealmente con un’ulteriore diminuzione delle tasse. ASPMI continuerà a monitorare la situazione, considerando anche l’importanza di discutere di ulteriori temi fondamentali, tra cui la specificità e la previdenza dedicata.

Bonus mamma 2025

Il bonus mamma è stato introdotto per contrastare il calo demografico, presentandosi come uno sgravio contributivo per le mamme lavoratrici con almeno 3 figli ed è in vigore fino al 31 dicembre 2026. In via eccezionale, la misura si è rivolta anche alle lavoratrici con 2 figli per quest’anno, ma è prossima alla scadenza.

Apprendiamo che il governo, attento alla tematica della natalità, intende prorogare l’estensione del beneficio anche alle madri con 2 figli per il 2025. Il limite. Sul bonus mamma non sono comunque mancate le polemiche, soprattutto sulla limitatezza dei requisiti d’accesso, ma ancora una volta il limite principale è nei fondi a disposizione.

È in ogni caso indubbio che il contrasto del calo demografico non può essere affidato a una sola misura, nemmeno nella più rosea delle aspettative. Per incentivare la natalità serve un complesso di tutele, con strumenti più specifici per contrastare i problemi maggiori a seconda della categoria professionale dei genitori. Soprattutto per i lavoratori delle Forze Armate la tutela effettiva della genitorialità è ancora una strada in salita, anche se di recente non sono mancati preziosi passi in avanti, per esempio riguardo all’estensione della licenza straordinaria per congedo parentale ai 12 anni del figlio.

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Meno tasse sugli straordinari

Il cantiere per la Legge di Bilancio 2025 sta vagliando l’ipotesi di una flat tax al 15% per tassare gli straordinari dei lavoratori, concretizzandosi di fatto in un aumento dello stipendio, soltanto per l’ammontare che eccede le ore contrattuali. Al di là dell’assenza di certezze sull’attuazione di questa misura, si potrebbero già evidenziare alcuni problemi, visto il tema molto delicato.

La concretizzazione di questa misura potrebbe infatti consentire un minimo intervento sul salario accessorio, che pare essere una delle vie principali per consentire un miglioramento delle condizioni di vita dei militari. Appunto si tratterebbe di un miglioramento soltanto minimo, mancando il riconoscimento della specificità delle Forze Armate, che necessitano comunque di una valorizzazione più consona del lavoro straordinario.

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