Aurora Marinaro - 22 maggio 2024
Licenza e riposo solidale Forze Armate, come funzionano e chi può beneficiarne
Ecco come funzionano la licenza e il riposo solidale per gli appartenenti alle Forze Armate: chi può beneficiarne e come.
La licenza e il riposo solidale per il personale delle Forze Armate rappresentano un istituto unico del suo genere, che permette ai militari di far fronte a bisogni personali e familiari di particolare necessità, ovvero l’assistenza dei figli minori, pur avendo terminato i giorni di riposo e licenza a disposizione e senza gravare in alcun modo sulle esigenze di servizio.
Come si può evincere dal nome, infatti, la licenza e il riposo solidale si basano sulla collaborazione all’interno delle Forze Armate e si ispirano sul principio della solidarietà. In virtù di questo principio i militari possono cedere ai colleghi i propri giorni di licenza e riposo maturati, rinunciando a usufruirne per permettere ad altri di occuparsi della cura dei figli.
È evidente che questo strumento è un importante supporto alla genitorialità per il personale delle Forze Armate, che insieme alle altre misure previste si pone come diretta tutela dell’interesse dei minori stessi. Allo stesso tempo, sono previste specifiche regole per evitare che i militari cedano i propri giorni impropriamente e accusando poi difficoltà, ma anche per limitare il più possibile qualsiasi ingerenza.
Licenza e riposo solidale Forze Armate, come funzionano
La licenza e il riposo solidale per le Forze Armate sono un istituto relativamente nuovo, essendo stati previsti per la prima volta dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 56/2022 e poi resi operativi dalla circolare della Direzione generale del personale militare del del 15 giugno 2022. L’approvazione è arrivata a gran richiesta del personale, segnando così un considerevole passo in avanti nel riconoscimento dei bisogni dei militari, nonché degli importanti interessi in gioco. Ricordiamo, infatti, che la licenza e il riposo solidale servono al militare con figli minori che hanno esigenze di cura costanti per particolari condizioni di salute.
Il meccanismo di funzionamento è molto semplice, il militare che si trova in queste circostanze può usufruire di giorni di assenza ulteriori che gli sono stati ceduti da un collega. Il tutto si svolge però in forma anonima, in modo che il beneficiario non sa chi è il militare che gli ha ceduto i propri giorni e quest’ultimo, a sua volta, non sa chi ne ha usufruito. Secondo la legge, infatti, cedere alcuni giorni per la licenza e il riposo solidale deve essere un atto volontario e a titolo gratuito. Il criterio dell’anonimato, almeno di forma, serve quindi anche ad evitare forme di ricompensa, anche se non richieste ma come atti di gratitudine.
Non possono essere apposti termini o condizioni alla fruizione della licenza e del riposo solidale, i giorni acquisiti non possono essere monetizzabili e la cessione non è revocabile. La garanzia è però fornita dal controllo dell’amministrazione, che ha il compito di valutare l’effettiva necessità del beneficio domandato.
Chi può beneficiarne, chi può cedere i giorni e durata
Il meccanismo di cessione e beneficio non è diretto. I militari che intendono cedere i giorni solidali presentano l’apposita istanza al Comando o Ente di appartenenza, senza conoscere eventuali domande per la fruizione del beneficio. Il lavoratore che necessita di questi giorni deve quindi presentare personalmente domanda, avendo cura di motivare la richiesta e allegare la documentazione utile a provare lo stato di necessità.
Come anticipato, può beneficiare dei giorni di licenza e riposo solidale il militare che ha uno o più figli minori che necessitano di cure e assistenza in modo costante, sono quindi utili anche certificati e verbali medici. Con ogni domanda è possibile chiedere un massimo di 30 giorni, nel limite di 120 giorni l’anno.
Per quanto riguarda la cessione dei giorni, non ci sono requisiti particolari, lo scambio avviene tra appartenenti alla stessa Forza Armata senza distinzione di ruolo, grado o categoria di appartenenza. Ci sono però dei limiti da considerare, poiché possono essere ceduti soltanto i giorni di licenza spettante e ovviamente non ancora fruita eccedente le quattro settimane previste dalla legge, oltre alle quattro giornate di riposo.
Il militare può scegliere liberamente se cederli o meno e in che misura, la cessione può infatti riguardare anche solo parte dei giorni. Per il momento, non possono cedere né ricevere i giorni solidali i volontari che non sono in servizio permanente e nemmeno i dirigenti.
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