Aurora Marinaro - 30 marzo 2023
Quando ereditano i figli
Ecco quando e quanto ereditano i figli del defunto secondo le leggi successorie.
I figli sono tra quelle persone a cui il Codice civile garantisce precisi diritti successori, sia per quanto riguarda la successibilità che per quanto riguarda le quote ereditarie. I figli sono infatti eredi legittimari, ai quali è garantita una certa porzione dell’eredità (la quota di legittima) variabile a seconda degli eredi concorrenti. Quando sono presenti i figli del defunto, questi concorrono esclusivamente con il coniuge ed escludono automaticamente gli altri possibili eredi, a meno che sia presente un testamento.
Quest’ultimo, comunque, deve rispettare le quote di legittima, perché altrimenti può essere impugnato. Nel dettaglio, il testamento può aumentare la quota ereditaria di uno o più figli attraverso la quota disponibile (non riservata alla legittima) ma non diminuirla o eliminarla del tutto. Ecco perché la frase ormai iconica “Ti diseredo!”, spesso sentita in diversi film, è priva di senso, perlomeno nell’ordinamento italiano. L’Italia, infatti, è fra i pochi paesi che non permette di disporre liberamente del proprio patrimonio ereditario. Nonostante ci siano stati diversi tentativi da parte dei governi di attenuare questi limiti, per il momento la normativa successoria è rimasta alla sua origine stringente: i figli non si possono diseredare, a meno che siano indegni.
Quando i figli non ereditano, le cause di indegnità
In sintesi, i figli ereditano sempre, con quasi maggiore priorità anche rispetto al coniuge del defunto. Allo stesso tempo, pur non permettendo la legge di diseredare i figli, esiste la possibilità di escluderli dall’eredità quando hanno commesso atti molto grave dal punto di vista penale e morale.
Si tratta dell’indegnità a succedere, una particolare sanzione che impedisce alle persone colpevoli di alcune azioni particolarmente condannabili (perlopiù dei reati) di succedere nell’eredità della vittima. Anche il compimento di questi atti, comunque, non è sufficiente per diseredare i figli, ma è necessario che l’indegnità sia accertata con apposita sentenza costitutiva.
Per fare un esempio, se uno dei figli ha costretto con l’uso della violenza il genitore a modificare il testamento, allora ci sono i presupposti per l’indegnità. In tal proposito, tuttavia, non è sufficiente che sia accertata la violenza, ma è necessario che il genitore proponga un giudizio volto in modo specifico all’accertamento dell’indegnità. Chi viene dichiarato indegno, comunque, può essere reintegrato nella linea successoria dal testamento. È quindi evidente che è molto più probabile che i figli ereditino, e non il contrario.
Le cause di indegnità sono individuate dall’articolo 463 del Codice civile e riguardano azioni contro l’integrità fisica e morale (del defunto o dei suoi familiari) oppure contro la libertà di testare.
Quando ereditano i figli non riconosciuti, adottati o incestuosi
In origine, il Codice civile prevedeva diverse distinzioni fra i figli, in particolare fra quelli legittimi (nati all’interno di un matrimonio) e quelli naturali. Ai figli legittimi erano già equiparati:
- I figli adottivi;
- i figli legittimati (nati fuori dal matrimonio da genitori che sono poi convogliati a nozze).
La legge 219/2012 ha poi equiparato ai figli legittimi anche:
- I figli naturali;
- i figli incestuosi (per cui non era prima possibile il riconoscimento).
Di conseguenza, è stata rimossa qualsiasi differenza e lo status di figlio è ormai univoco. Cosa succede, però, se il defunto muore prima di aver riconosciuto uno dei figli? In questo caso, il presunto figlio può ricorrere all’accertamento giudiziale, la cui sentenza – se positiva – agisce come un vero e proprio riconoscimento. Naturalmente, in questo caso, il figlio del defunto è considerato un chiamato all’eredità soltanto in seguito alla sentenza d’accertamento, dopo la quale iniziano a decorrere i 10 anni di tempo per accettare l’eredità.
Quanto ereditano i figli senza testamento
Quando il defunto non ha lasciato un testamento che possa conferire parte dell’eredità anche a persone diverse da quelle indicate dal Codice civile, allora i figli ne ereditano sicuramente la maggior parte. Soltanto l’eventuale coniuge, infatti, concorre con i figli del defunto per l’eredità, mentre si esclude qualsiasi altro possibile erede. In mancanza di testamento, le quote dei figli sono così ripartite:
- Tutta l’eredità al figlio unico o ripartita equamente tra i figli se non c’è il coniuge.
- Metà dell’eredità al figlio unico e metà al coniuge.
- Un terzo dell’eredità al coniuge e due terzi ai figli (divisi equamente).
La presenza di ulteriori parenti, come i genitori o i nipoti, non incide quindi minimamente sull’eredità che per legge spetta ai figli del defunto.