Usmia perde un pezzo da novanta, Salvatore Girone si dimette

Usmia perde un pezzo da novanta, Salvatore Girone si dimette

Le dimissioni di Salvatore Girone segnano un capitolo importante nella sua vita professionale, ma anche nel futuro di USMIA Interforze.

Salvatore Girone si dimette dal ruolo di Presidente di USMIA Interforze, decidendo anche di revocare l’iscrizione all’USMIA Marina. Un cambiamento importante per il sindacato, a cui l’ex Presidente augura un cammino “libero da condizionamenti e orientato a una collaborazione costruttiva con i vertici delle Forze Armate e con le Autorità politiche, per migliorare costantemente le condizioni del personale militare”.

Sul punto il Segretario generale Leonardo Nitti è sicuro: “Le sue dimissioni rappresentano un momento importante e, pur essendo un cambio significativo, sono certo che continueremo a lavorare insieme per il bene dell’USMIA” ha dichiarato.

Inevitabile, però, chiedersi non soltanto quali conseguenze ci saranno per la sigla sindacale, ma anche quali sono le vere motivazioni che hanno portato a una scelta tanto drastica. Salvatore Girone non ne fa cenno, limitandosi appunto a rammentare l’importanza dei sindacati militari ricordando la priorità: tutelare il personale militare e i suoi diritti. Secondo il Segretario generale non c’è alcuna motivazione particolare, presumibilmente qualche “motivo legato al suo incarico”.

Fatto sta che oggi la sigla ha perso un professionista di grande valore, rispettato e apprezzato in tutto il panorama militare e oltre. I numerosi commenti lasciati dai cittadini ne sono l’esempio lampante, tanti dei quali non mancano di far trasparire insicurezze e timori sul futuro. In Italia ci sono numerosi professionisti validi e preparati, ma la peculiare storia di Girone e le sue straordinarie qualità morali ne hanno fatto un personaggio stimato, simbolo di sicurezza e di lealtà.

Alla guida del sindacato, Salvatore Girone ha infatti perseguito con fermezza gli obiettivi che lo hanno spinto ad assumere questo ruolo: “garantire la tutela ai militari” e “essere parte attiva nei nuovi contratti”. Lasciare le redini nel bel mezzo della contrattazione, in un momento tanto delicato come quello attuale, è un segnale importante, per quanto dalle dichiarazioni non venga fatto trasparire nulla di particolare.

Il tempismo delle dimissioni è anche un fattore delicato per la sigla, che dovrà rapidamente scegliere una nuova guida, che si troverà a ricevere il testimone da una figura difficilmente sostituibile. In un clima di crescente sfiducia verso i sindacati militari, problema che lo stesso Salvatore Girone ha fatto presente in più occasioni, perdere il Presidente - soprattutto di questo calibro - rischia di essere determinante.

Auspicabilmente il sindacato utilizzerà questo evento come una spinta al cambiamento, accogliendo le parole di Girone e guadagnandosi nuova fiducia da parte dei colleghi. Questo è stato infatti l’invito dell’ormai ex Presidente di USMIA:

In questo momento particolarmente delicato per le Forze Armate il ruolo dei sindacati è cruciale per sostenere il personale e mantenere viva l’attenzione sulle loro legittime prerogative e aspettative. È fondamentale che la normativa sui sindacati militari venga perfezionata, affinché diventi una norma innovativa e adeguata ai tempi, lasciando alle spalle ogni legame con il passato.

Non sarà facile trovare una leadership altrettanto determinata, tanto autorevole quanto rassicurante, né tanto meno spiegare perché la prima è stata perduta in primo luogo. Per quanto le dinamiche interne non siano di competenza pubblica e forse nemmeno fondamentali per valutare l’operato di un sindacato, i tesserati hanno bisogno di spiegazioni.

Non dimentichiamo che in questo momento il personale militare sta affrontando difficoltà non indifferenti, accusando spesso attacchi e non avvertendo il supporto che si aspetta dallo Stato che serve. Il ruolo dei sindacati delle Forze Armate può rivelarsi cruciale nel cambiamento della sensibilità comune e nel riconoscimento dei professionisti. Una valorizzazione che deve necessariamente partire dal rinnovo di contratto, il momento più atteso dai militari per constatare fatti alla mano quali sforzi sono stati messi in campo.

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