Sim Marina: "tutelare i militari di Pozzuoli", infiltrazioni nell’ufficio della Guardia Costiera

Sim Marina: "tutelare i militari di Pozzuoli", infiltrazioni nell'ufficio della Guardia Costiera

Abbondanti perdite d’acqua gravano sull’Ufficio circondariale marittimo di Pozzuoli, compromettendo la sicurezza dei militari. Il Sim Marina chiede un intervento immediato.

Il Sim Marina - Sindacato Italiano Militari Marina – si sta facendo portatore delle problematiche che gli sono state segnalate in relazione alle precarie condizioni in cui versa l’Ufficio circondariale marittimo di Pozzuoli, dipendente dalla Capitaneria di Porto di Napoli. Le segnalazioni sulle copiose perdite d’acqua negli ambienti di vita e lavoro del personale hanno pericolosi riflessi sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.

Abbiamo quindi approfondito la questione, constatando che la situazione logistica della Guardia Costiera a Pozzuoli è critica. I militari fanno quel che possono per arginare la situazione facendo ricorso a rimedi a dir poco artigianali per impedire l’allagamento degli uffici e per tamponare le infiltrazioni. Le perdite d’acqua sono però inarrestabili con i mezzi di fortuna, nonostante la grande volontà e l’impegno dai militari. Servono interventi specifici e professionali sulla causa - a noi ignota - del problema.

In effetti, abbiamo appreso che l’Ufficio è da tempo gravato da un ammaloramento generale della struttura, per il quale sono stati avviati dei lavori di manutenzione. Nonostante ciò, le condizioni della struttura sono continuate a peggiorare, arrivando a questa situazione a dir poco incresciosa. Per questo motivo il Sim Marina pretende la tutela del personale militare e la risoluzione del problema nei tempi più rapidi possibili, attraverso qualsiasi intervento utile a eliminare i pericoli.

Ufficio circondariale marittimo di Pozzuoli, in pericolo la sicurezza dei militari

Di norma, quando piove si cerca riparo all’interno, soprattutto nella propria sede di lavoro. I militari dell’Ufficio circondariale di Pozzuoli, invece, dovrebbero continuare a usare gli ombrelli. Non si tratta di una piccola infiltrazione, né di un’avaria causata da un evento eccezionale come una calamità naturale. Solo intensa e frequente, ma comunque semplice pioggia, che l’edificio non è in grado di sopportare.

Comprensibilmente il Sim Marina chiede un intervento immediato per salvaguardare la sicurezza del personale, ma al di là di questa condivisibile priorità, le circostanze sollevano dei dubbi piuttosto spinosi. Bisogna capire qual è la causa di questi problemi, che certo non è di poco conto. Ribadiamo, infatti, di aver appreso che le perdite sono cospicue e non è possibile escludere totalmente una compromissione dell’edificio.

Ci chiediamo quindi se questo processo sia passato inosservato o quanto meno sia stato sottovalutato, considerando che i controlli delle strutture sono seguiti dall’amministrazione stessa, che certo ha a cuore il benessere del personale. Sul punto, abbiamo interrogato il Sim Marina, che ci ha evidenziato infatti una stortura burocratica che impedisce il pieno coinvolgimento dei lavoratori militari, paradossalmente proprio in questioni che li interessano direttamente.

Ci si riferisce nel dettaglio alla figura del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, istituita proprio dal Testo unico sulla sicurezza sul lavoro (Decreto legislativo n. 81/2008), che manca ancora di essere indicata dalle APCSM. Tenuto in considerazione che i sindacati militari sono diretta espressione dei lavoratori, sarebbe assolutamente necessario e coerente aggiornare la regolamentazione prevedendo l’indicazione del cosiddetto RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, per l’appunto) in capo alle APCSM essendo, tra l’altro, venuto meno il superato parere da chiedersi all’ormai soppresso COBAR.

Ci si domanda quindi se, agendo per tempo, sarebbe stato possibile prevenire il problema e individuare una soluzione consona al benessere e alla sicurezza dei lavoratori. Ci si chiede inevitabilmente anche quale passaggio nella catena dei controlli interni che sono in capo all’amministrazione militare – Guardia Costiera - abbia funzionato male, al fine di evitare il ripetersi di questi dilemmi. L’inadeguata partecipazione sindacale dovuta all’impossibilità di indicare il Rls, sembra pesare notevolmente, perché risulta difficoltoso anche dal punto di vista pratico conoscere le problematiche segnalate dai lavoratori.

Prima ancora che di militari, infatti, si sta parlando di lavoratori, che hanno diritto a prestare la propria attività professionale in strutture sicure. Gli abbondanti riversamenti di acqua possono far temere un ulteriore aggravamento della situazione nella quale i militari si vedono lesi anche nella dignità, oltre che nella salute. Non resta quindi che auspicare nel più rapido riscontro possibile, certi che anche in questo caso il dialogo e la collaborazione tra il sindacato e l’amministrazione porti i suoi frutti positivi.

Anche per questo si spera nei cambiamenti necessari per prevenire questo genere di situazioni in futuro, in ragione del fatto che proprio i sindacati militari hanno esperienza diretta delle necessità del personale e possono così dare un contributo prezioso nell’individuazione dei problemi, certo non semplice.

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