Trasferimento ordinario graduati, l’ASPMI chiede di velocizzare i tempi

Trasferimento ordinario graduati, l'ASPMI chiede di velocizzare i tempi

Le direttive sul trasferimento ordinario su richiesta per i militari graduati lasciano l’amaro in bocca. L’ASPMI chiede un intervento per migliorare le comunicazioni e sveltire i tempi.

Sono state di recente emesse le comunicazioni riguardanti le operazioni di trasferimento ordinario a istanza di parte per il 2024, interessanti i graduati. È l’Associazione sindacale professionisti militari, peraltro il primo sindacato ad aver portato avanti questo tema, a far notare quanto le modalità e la comunicazione adottate poco consideri il benessere del personale e delle rispettive famiglie.

L’ASPMI, contrariata dal modo grossolano con cui l’Amministrazione ha affrontato una materia tanto importante per i militari, ha chiesto subito l’intervento dello Stato Maggiore dell’Esercito, dichiarandosi fiduciosa nella presta risoluzione cosicché questo imprevisto rimanga un caso isolato. Ecco cosa è accaduto.

Trasferimenti graduati, tempistiche e modalità insoddisfacenti, la richiesta dell’ASPMI

Il Dipartimento impiego del personale dell’Esercito Italiano (DIPE) ha reso noto che la graduatoria di merito relativa alle operazioni di trasferimento a carattere ordinario su richiesta sarà pubblicata con lieve ritardo. Quest’ultimo dovuto all’allungamento dei tempi per la chiusura della finestra di validazione delle istanze, che ha comprensibilmente rimandato anche la pubblicazione degli esiti.

Sorgono diversi problemi, come ribadito dall’ASPMI, già a partire dalle modalità di comunicazione. Sono infatti mancate le comunicazioni formali per diffondere la notizia in maniera capillare, visto che nessuno, nemmeno i Comandi, ha per il momento ricevuto una lettera formale. Il messaggio sarebbe rimasto nei canali interni se non fosse stato per alcuni militari che hanno cominciato a diffonderlo, ovviamente attraverso canali non ufficiali.

Questo è il primo punto da risolvere, facendo in modo che in futuro i militari interessati possano ricevere prontamente e rapidamente le informazioni utili dai canali ufficiali. Si risolve così soltanto una minima parte del problema, visto che anche il contenuto della comunicazione lascia a desiderare. Innanzitutto, c’è un’evidente contraddizione riguardante le tempistiche, peraltro di alcuni mesi di differenza, non una manciata di giorni.

Mentre all’inizio la pubblicazione della graduatoria era stata prevista entro la fine di giugno, per emanare i provvedimenti d’impiego entro il mese di luglio. Il ritardo è però notevole, visto che la nuova comunicazione prevede l’attuazione dei trasferimenti a partire da settembre 2024. Anziché presentarsi al nuovo EDRC (Enti/Distaccamenti/Reparti/Comandi) di assegnazione a partire da luglio, i graduati dovranno aspettare due mesi in più.

Intanto rileva un’importante inesattezza delle comunicazioni, che insieme alle modalità di diffusione non contribuisce certo all’informazione del personale. In secondo luogo, pur con il ritardo dovuto ai tempi di validazione delle istanze, questo allungamento delle tempistiche non appare affatto compatibile con le esigenze dei militari e, soprattutto, del benessere familiare.

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Non vengono infatti garantite le necessità di informazione e preparazione al trasferimento, ledendo soprattutto i tanti militari che hanno figli in età scolastica. Pensare di organizzare il trasferimento in concomitanza con l’inizio delle scuole e senza garantire un minimo di adattamento è scorretto e dimostra una mancanza di attenzione rispetto al benessere psicofisico del personale.

Come ribadito dall’Associazione sindacale professionisti militari, “Bisogna tutelare il militare in questa fase particolare della propria carriera che incide anche sulle dinamiche familiari”. Da qui, l’appello al Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, che si è da sempre dimostrato attento e sensibile alle esigenze dei militari.

La speranza condivisa è quella di poter sveltire le tempistiche e permettere così alle famiglie dei militari, seppur con una certa premura, di organizzare i trasferimenti sfruttando il periodo estivo, senza minare eccessivamente l’equilibrio familiare e garantendo un adeguato tempo di adattamento.