Bonus Natale, quando arrivano i 100 euro e chi ne ha diritto

Bonus Natale, quando arrivano i 100 euro e chi ne ha diritto

Il bonus Befana diventa bonus Natale, infatti dovrebbe arrivare prima. Ecco quando, chi ne ha diritto (e perché ci sono delle perplessità).

Il bonus di 100 euro in busta paga previsto per gennaio 2025, tanto da essere ribattezzato bonus Befana, viene anticipato di un mese. Il governo ha infatti disposto un emendamento al decreto Omnibus, già depositato presso le commissioni Bilancio e Finanze del Senato, che hanno approvato la modifica il 26 settembre. Così, i lavoratori dipendenti potranno ricevere prima l’importo in busta paga, che ora diventa un bonus Natale, mentre continuano a essere proposte modifiche al concordato preventivo biennale.

L’anticipo del pagamento (che resta una tantum) è certo cosa gradita, ma i cambiamenti al bonus non hanno fatto altro che alzare ulteriormente le polemiche. I criteri di definizione dei beneficiari fanno storcere il naso all’opposizione, che accusa il governo di una misura discriminatoria, estemporanea e insufficiente ai reali bisogni delle famiglie italiane. Ecco perché, con tutti i dettagli sulla misura.

Quando arriva

Come anticipato, il bonus fino a 100 euro in busta paga è stato anticipato di un mese dal governo, che inizialmente aveva previsto il pagamento per gennaio 2025. Ora, salvo imprevisti, l’erogazione del bonus è passata a dicembre 2024, perciò bisognerà affrettarsi per farne richiesta al datore di lavoro, non appena la misura sarà definitiva.

I beneficiari

Il bonus 100 euro in busta paga, a prescindere dal nome, è ovviamente destinato ai lavoratori dipendenti che producono un reddito annuo complessivo compreso tra 8.500 e 28.000 euro. La capienza fiscale richiesta deriva dal fatto che questo contributo serve a sopperire la mancanza della detassazione della tredicesima, prevista ma non attuabile con le risorse a disposizione. La platea di beneficiari è di fatto molto ridotta.

Oltre al requisito di reddito, infatti, il lavoratore deve avere a carico il coniuge e almeno un figlio. Le famiglie monogenitoriali potranno riceverlo soltanto se l’altro genitore è deceduto, non ha riconosciuto il figlio oppure quest’ultimo è stato affidato a un solo genitore. Ecco spiegato il motivo per cui il Pd parla, in modo pungente, di “bonus vedovi”.

Quanto alle accuse di discriminazione, bisogna considerare che sono escluse dal beneficio le coppie di fatto, nonostante il viceministro del ministero dell’Economia e delle Finanze avesse anticipato una circolare ad hoc dell’Agenzia delle Entrate per regolamentare la questione.

In secondo luogo, sono escluse dal bonus anche tutte le famiglie in cui i genitori lavorano entrambi, nonostante molte di queste non superi il requisito reddituale dei 28.000 euro. Per questo Azione parla di penalizzazione dell’occupazione femminile. Infine, esclusi anche i lavoratori non subordinati e quelli senza figli.

In ogni caso, lo scoglio principale di questa misura è quello delle risorse: appena 100 milioni di euro, evidentemente insufficienti per estendere ancora il beneficio. Alcune famiglie (circa 1 milione di cittadini secondo il governo), perlomeno, potranno usufruire del beneficio e anche in anticipo rispetto alle previsioni.

Importi

Si parla di bonus 100 euro in busta paga perché questo è il tetto massimo che può raggiungere il contributo. L’importo non varia in base all’Isee o al numero di familiari a carico, bensì dipende dal periodo di lavoro cumulato. Nel dettaglio, l’importo di 100 euro è rapportato a 12 mensilità lavorate nel 2024. In caso di 6 mensilità il totale, comunque una tantum, corrisponde a 50 euro e così via.

Come richiederlo

Il bonus Natale dovrebbe essere inserito nella busta paga di dicembre 2024, previa la richiesta al datore di lavoro, accrescendo le tredicesime. Bisogna aspettare i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate per conoscere i dettagli e ricevere il modulo da compilare per la domanda, che presumibilmente dovrà contenere l’indicazione dei propri familiari a carico e del proprio reddito annuale.

L’AdE chiarirà anche se l’importo reddituale è da considerare rispetto al 2023 oppure al 2024, ma è stato confermato che gli importi non verranno conteggiati ai fini Irpef.

Leggi anche: Assegno unico 2025, cosa potrebbe cambiare?