Come cambia la busta paga delle Forze Armate con la Legge di Bilancio 2025

Come cambia la busta paga delle Forze Armate con la Legge di Bilancio 2025

Anche la busta paga delle Forze Armate cambia con le novità fiscali e retributive introdotte dalla legge di Bilancio 2025. Ecco come.

La legge di Bilancio 2025 prosegue il suo iter, pronta a introdurre alcuni cambiamenti nelle buste paga dei lavoratori dipendenti, compreso il personale delle Forze Armate. Non parliamo di cambiamenti diretti sugli stipendi dei militari, per i quali si ripongono le speranze nella contrattazione per il rinnovo, ma delle novità riguardanti contributi, imposte e detrazioni.

Si ricorda che il testo potrebbe ancora subire delle modifiche in Parlamento, ipotesi su cui i sindacati militari fanno affidamento per rivedere alcune note stonate. L’ASPMI, per esempio, chiede che le Forze Armate siano incluse nello stanziamento di 100 milioni di euro per il lavoro straordinario delle Forze di Polizia. Ma vediamo per il momento quali novità prevede la Manovra.

Irpef e detrazioni 2025

La legge di Bilancio 2025 mantiene invariate le aliquote attualmente in vigore per l’imposta sul reddito delle persone fisiche, corrispondenti al:

  • 22% per la parte di reddito fino a 28.000 euro;
  • 35% per la parte di reddito compresa tra 28.001 e 50.000 euro;
  • 43% per la parte di reddito eccedente i 50.000 euro.

Il taglio dell’aliquota applicata al secondo scaglione previsto non trova al momento spazio nella Manovra, ma si conferma la no tax area per redditi entro 8.500 euro. Al di sotto di questa soglia, non è dovuta l’Irpef.

Spettano però le detrazioni da lavoro dipendente, nella misura di:

  • 1.955 euro per i redditi fino a 15.000 euro;
  • 1.910 + 1.910*(28.000 - reddito)/(28.000 - 15.000) per redditi superiori a 15.000 euro ma inferiori a 28.000;
  • 1.910*(50.000 - reddito)/(50.000 - 28.000) per redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • nessuna detrazione per redditi superiori a 50.000 euro.

Si conferma anche il trattamento integrativo per i redditi tra 8.175 e 15.000 euro dal valore di 100 euro netti al mese per 12 mensilità e si aggiunge un ulteriore trattamento per i redditi entro i 20.000. Questo nuovo trattamento integrativo pari al:

  • 7,1% per il reddito da lavoro entro 8.500 euro;
  • 5,3% per redditi da lavoro compresi tra 8.500 e 15.000 euro;
  • 4,8% per redditi da lavoro superiori a 15.000 euro.

Alcuni contribuenti possono inoltre beneficiare di un’ulteriore riduzione Irpef. In particolare, per i redditi fino a 32.000 euro è prevista una riduzione di 1.000 euro, per i redditi compresi tra 32.000 e 40.000 euro deve invece essere applicata la formula: 1.000*[(40.000 - reddito complessivo)/8.000]. Nella migliore delle ipotesi, ci saranno circa 83 euro in più in busta paga.

Si ricorda che per calcolare correttamente lo stipendio netto bisogna sottrarre innanzitutto i contributi dovuti e poi calcolare sul rimanente l’Irpef e le addizionali, da sottrarre al totale.

Per quanto riguarda le addizionali, si ricorda che il governo è chiamato a valutare l’emendamento De Rosa-Ternullo, che invita all’applicazione di un’imposta minima uguale per tutto il personale delle Forze Armate e di Polizia, ingiustamente penalizzato dalla sede di servizio cui viene assegnato. Non c’è però alcun obbligo di accettazione della proposta e per il momento non ci sono novità in proposito.

Contributi nel 2025

La legge di Bilancio 2025 passa dalla riduzione dei contributi a quella dell’Irpef (con il nuovo trattamento integrativo), pertanto l’aliquota contributiva torna alla formula piena, pari all’8,80% per le Forze Armate e per tutto il personale del pubblico impiego. Senza lo sgravio contributivo applicato nel 2024, sale la quota dovuta, anche se l’effetto in busta paga viene compensato dalla riduzione dell’imposta sul reddito. In tal proposito, è bene ricordare delle detrazioni per carichi di famiglia e del bonus mamme 2025.

Detrazioni per familiari a carico

La legge di Bilancio 2025 cancella le detrazioni per figli over 30 a carico, fatta eccezione per i portatori di handicap. Per gli altri familiari a carico, invece, la detrazione massima di 750 euro l’anno (divisa pro quota) sarà riconosciuta soltanto agli ascendenti conviventi, per esempio nonni che convivono con i nipoti.

Bonus mamme 2025

Per il bonus mamme 2025 ci sono alcune novità positive, in quanto con la Manovra il taglio del cuneo fiscale passa da uno sgravio contributivo a uno di tipo fiscale. Di conseguenza, le lavoratrici con almeno 3 figli (di cui almeno uno minore) potranno godere di entrambi i benefici. Risparmiando completamente l’aliquota contributiva (8,80% per le mamme militari) si ha uno sgravio dei contributi fino a 3.000 euro l’anno, riconosciuto fino al 2026.

Per le mamme lavoratrici con 2 figli (di cui almeno uno minore di 10 anni) e con un reddito entro i 40.000 euro il bonus mamme in busta paga viene prorogato, ma non se ne conosce ancora il limite massimo.