Addizionali regionali uguali per tutti, cosa cambia con l’approvazione dell’emendamento?

Addizionali regionali uguali per tutti, cosa cambia con l'approvazione dell'emendamento?

Approvato l’emendamento De Rosa-Ternullo sull’aliquota regionale fissa per le Forze Armate e di Polizia, ma cosa cambia davvero ora?

Come vi avevamo anticipato, i senatori Raffaele De Rosa e Daniela Ternullo hanno presentato un emendamento al disegno di legge n. 1053 per introdurre un’aliquota addizionale minima fissa per le Forze Armate e di Polizia, che eviti così disparità economiche dovute alla Regione di servizio. Il Senato ha approvato questo emendamento, mostrando così di riconoscere i diritti e le necessità del personale, nell’ordine del giorno G/1053/1/1.

Si tratta evidentemente di una notizia positiva, ma è ancora presto per festeggiare nuove misure fiscali. L’ordine del giorno ha il semplice effetto di impegnare il governo alla valutazione delle misure in oggetto e non è in alcun modo vincolante. In altre parole, il governo viene invitato dal Senato a vagliare l’ipotesi di una tassazione regionale uniforme, ma ha comunque l’ultima parola.

Addizionali regionali uguali per tutti: cosa cambia?

La notizia di approvazione dell’emendamento ha invece generato un po’ di confusione e tanti hanno frainteso la portata della decisione presa dal Senato. Ovviamente, nessuno può stabilire preventivamente se il governo introdurrà l’aliquota omogenea o meno e il fatto che il Senato abbia accolto un emendamento simile è una piccola vittoria a prescindere dagli esiti.

L’organo costituzionale ha infatti dato prova di comprendere i bisogni del personale delle Forze Armate e di Polizia, dando il benestare all’attento emendamento formulato dai senatori De Rosa e Ternullo. Emendamento che, peraltro, potrebbe in parte risolvere uno dei problemi più radicati per questi lavoratori: la disparità economica, in questo caso legata alle differenze fiscali.

Se, auspicabilmente, anche il governo mostrerà altrettanta comprensione, si avrebbe infatti un trattamento fiscale indipendente dalla Regione di servizio (che ricordiamo nella maggior parte dei casi è imposta al personale) e uguale per tutti, militari e poliziotti. Prima che si possa passare a una vera e propria iniziativa legislativa, tuttavia, sarà necessario anche considerare la posizione degli enti locali, che hanno un certo margine di autonomia nelle politiche di tassazione interne.

Dal punto di vista pratico e circoscritto, se l’emendamento vedesse luce in Gazzetta Ufficiale nel relativo atto molti militari e poliziotti potrebbero godere di un trattamento economico leggermente superiore, a seconda dell’aliquota applicata nella Regione di servizio. Soprattutto, si eliminerebbero le differenze all’interno della stessa Forza Armata o di Polizia, affinché lo stipendio a parità di condizioni non sia disomogeneo.

Al contrario, oggi due militari che percepiscono un uguale stipendio lordo non possono contare sugli stessi soldi a causa della diversa tassazione imposta dalle Regioni. Eppure, la scelta del luogo di servizio non dipende quasi mai dalla volontà del personale, ma è legata appunto alle necessità operative (e peraltro spesso causa di alcuni disagi legati ai trasferimenti e alle relative spese).

Proprio per questi motivi appare più equo fissare un’aliquota minima e generale per tutto il personale delle Forze Armate e di Polizia, garantendo così la piena equità del trattamento. Ed è proprio su questo aspetto che l’emendamento De Rosa-Ternullo assume rilevanza più generale, anche se non dal punto di vista legislativo. I senatori hanno infatti considerato in maniera precisa e accorta i disagi del personale, proponendo una soluzione che nella sua semplicità è in grado di assicurare l’uguaglianza del trattamento.

Una proposta simile, almeno dal punto di vista fiscale, evidenzia l’importanza di eliminare le disparità di trattamento ingiustificate tra i lavoratori delle Forze Armate e di Polizia. Non si tratta nemmeno di specificità o di riconoscenza verso una professione estremamente sacrificante, ma di una basilare questione di eguaglianza tra lavoratori che si spera sia di ispirazione anche per il futuro.

Viene così offerta anche un’importante occasione per comprendere la sensibilità del governo in proposito, tenuto conto delle eventuali limitazioni dal punto di vista legislativo e fiscale.

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