Addizionali regionali uguali per Forze Armate e di Polizia, l’emendamento De Rosa-Ternullo

Addizionali regionali uguali per Forze Armate e di Polizia, l'emendamento De Rosa-Ternullo

L’emendamento proposto dai senatori De Rosa e Ternullo: fissare un’aliquota regionale minima per le Forze Armate e di Polizia.

I senatori Raffaele De Rosa e Daniella Ternullo (Forza Italia) hanno presentato una proposta di emendamento al disegno di legge n. 1053, ordinamento e organizzazione Forze di polizia, Forze armate e Corpo nazionale vigili del fuoco. In particolare, è stata richiesta l’introduzione di un’aliquota minima di imposta regionale per il personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia. In questo modo, militari e poliziotti riceverebbero un trattamento uniforme e soprattutto privo di distinzioni dovute alla Regione in cui prestano servizio.

Quest’ultimo elemento è particolarmente delicato, perché porta il personale a essere penalizzato anche quando non ha nessun potere decisionale in proposito. Attualmente, infatti, il personale delle Forze Armate e di Polizia è sottoposto alle tassazioni regionali applicate dall’ente locale. In questo modo il trattamento economico è disomogeneo, anche per coloro che si trovano in una determinata Regione per motivi di servizio su cui non hanno alcuna possibilità di scelta.

Addizionali regionali uguali per Polizia e Forze Armate

Uniformare il trattamento economico, almeno dal punto di vista delle addizionali regionali, sarebbe quindi un passaggio importante per ragioni di equità, soprattutto in vista delle ulteriori disparità causate dalle differenze dei costi di vita. Com’è noto, infatti, i prezzi sono molto eterogenei nel territorio italiano e non si crea certo una situazione di equilibrio tra lavoratori che percepiscono lo stesso stipendio. Si creano delle vere e proprie disparità, perché alcuni lavoratori delle Forze Armate e di Polizia sono costretti a sopportare spese fisse più alte, nonostante la scelta del luogo di servizio non sia dipendente dalla loro volontà.

Proprio per questo motivo l’ASPMI - che ha accolto la proposta di emendamento con grande soddisfazione - richiede da tempo il riconoscimento di un’indennità al personale dell’Esercito Italiano che presta servizio nelle città italiane con un alto costo della vita, oltre a al personale che presta attività di rappresentanza, escluso da altri trattamenti economici accessori.

Tornando alla proposta di emendamento al disegno di legge n. 1053, bisogna riconoscere all’iniziativa il potenziale di riconoscere l’equità fiscale tra i lavoratori in divisa. Come ribadito, si tratta innanzitutto di garantire un’uguaglianza sostanziale, eliminando gli ostacoli dovuti all’impiego in una Regione piuttosto che in un’altra. Questa circostanza, quando dipendente dalle esigenze operative e dunque decisa dall’amministrazione (ovvero la stragrande maggioranza dei casi) pone altrimenti una vera e propria discriminazione.

Una parte del personale è infatti penalizzata senza un motivo legittimo, trovandosi a percepire un trattamento economico inferiore agli altri per effetto della maggiore tassazione, semplicemente adempiendo ai doveri richiesti dalla Forza Armata o di Polizia. Proprio questa parte del personale potrebbe così beneficiare di piccoli aumenti sullo stipendio, grazie all’introduzione dell’aliquota minima fissa e condivisa, un aiuto concreto ma anche un necessario segnale di vicinanza e riconoscimento.

Non dimentichiamo che in questo momento storico il personale delle Forze Armate e di Polizia sta affrontando sfide sempre crescenti, ostacoli non soltanto economici ma anche sociali e di sicurezza, lamentando spesso la mancanza di un appoggio da parte delle istituzioni.

Ovviamente nessun lavoratore accusa direttamente questa mancanza, ma non è difficile empatizzare con il personale costantemente sottoposto a sacrifici e operazioni impegnative. Le aggressioni alle forze dell’ordine sono uno soltanto degli esempi di questa problematica, che richiede inevitabilmente un cambiamento della mentalità nella cittadinanza, per il quale dovrebbe farsi promotore l’esempio del governo.

Come spesso i sindacati militari e di Polizia ricordano, si sta assistendo anche a un crescente allontanamento da queste carriere, soprattutto dai giovani, fra cui è sempre più raro ambire alla divisa. La professione è stata da sempre faticosa dal punto di vista fisico e mentale, perciò è ovvio che sono altre le condizioni a minare il prestigio del personale, che cerca di compensare con grande dedizione e professionalità. L’equità fiscale potrebbe essere proprio uno dei segnali necessari per mostrare vicinanza a questi lavoratori, pesando concretamente sul bilancio di molte famiglie italiane.