Busta paga gennaio 2025, cosa c’è e cosa no. No ai facili allarmismi

Busta paga gennaio 2025, cosa c'è e cosa no. No ai facili allarmismi

Come sarà composta la busta paga di gennaio 2025: quali aumenti include e quando arriveranno gli altri.

È importante fare chiarezza su quali sono le voci che compongono lo stipendio di gennaio in virtù delle ultime novità entrate in vigore a inizio anno.

A tal proposito, è bene sottolineare che da gennaio 2025 decorrono le nuove regole del taglio del cuneo fiscale, che andranno a sostituire lo sgravio contributivo, come pure gli aumenti garantiti dal rinnovo di contratto (in questo caso la decorrenza in realtà è fissata all’1 gennaio 2024) delle Forze Armate e di Polizia.

Tuttavia, un conto è la decorrenza un altro la presenza in busta paga. Va detto infatti che NoiPa non ha fatto ancora in tempo ad applicare queste novità sullo stipendio in pagamento a gennaio. Il che potrebbe comportare un lordo e un netto inferiore a quello spettante: ma niente allarmismi perché per quanto sia sconveniente avere uno stipendio più basso di quello che dovrebbe spettare, già nei prossimi mesi le regole per il calcolo verranno corrette con relativo pagamento degli arretrati. Nulla, quindi, va perso e niente compromette i vantaggi risultanti dall’ultimo rinnovo di contratto.

A tal proposito, vediamo cosa c’è e cosa no sul cedolino stipendiale in pagamento tra poche settimane.

Aumento stipendio rinnovo di contratto

Con il rinnovo di contratto è stato riconosciuto un aumento pari al 5,89% che garantirà un incremento netto di circa 100 euro per i Graduati, a salire per i gradi apicali. Tuttavia, l’aumento - considerando che il rinnovo è arrivato solo a dicembre inoltrato - non è ancora presente in busta paga per quanto decorra da gennaio 2024.

Lo sarà nei prossimi mesi, presumibilmente tra febbraio e marzo, e subito dopo verranno pagati anche gli arretrati.

Anticipo aumento rinnovo di contratto (incremento indennità di vacanza contrattuale)

Nel frattempo però spetta un “anticipo” del rinnovo di contratto attraverso un incremento dell’indennità di vacanza contrattuale. La Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell’Economia, infatti, ha dato un’interpretazione autentica della norma contenuta dalla legge di Bilancio 2023 riconoscendo a tutti i dipendenti pubblici anche a gennaio 2025 - e per tutto il periodo in cui non verranno applicati i nuovi criteri stipendiali come definiti dal rinnovo - un’indennità di vacanza contrattuale maggiorata di 6,7 volte, quindi del 3,35% piuttosto che dello 0,5%.

Un anticipo del rinnovo quindi, per un importo che comunque è più basso rispetto a quello che verrà garantito una volta che ci sarà l’aggiornamento delle tabelle stipendiali. Per avere la differenza (circa il 2,54% dello stipendio lordo) bisognerà invece attendere l’adeguamento da parte di NoiPa e il contestuale pagamento degli arretrati (che probabilmente ci sarà nel mese successivo).

Sgravio contributivo

Da gennaio 2025 non spetta più lo sgravio contributivo - del 7% per gli stipendi fino a 1.923 euro lordi, 6% per chi non supera 2.692 euro - applicato in busta paga fino al 31 dicembre scorso; quindi si torna a versare i contributi con l’aliquota piena dell’8,80%.

Le sole a continuare a godere di uno sgravio contributivo sono le lavoratrici con almeno 3 figli, di cui almeno uno minorenne, che beneficiano dello sgravio contributivo fino a un massimo di 3.000 euro come riconosciuto dal cosiddetto bonus mamme.

Va detto che questo è stato rinnovato per il 2025 anche alle mamme con due figli di cui almeno uno di età inferiore ai 10 anni; tuttavia manca ancora il decreto attuativo, quindi, per NoiPa non è ancora possibile applicarlo in busta paga.

Taglio del cuneo fiscale

La perdita dello sgravio contributivo viene compensata in legge di Bilancio 2025 dall’introduzione di un taglio del cuneo fiscale che varia a seconda dell’importo dello stipendio.

Nel dettaglio, da 20.000 a 32.000 euro spetta un aumento della detrazione per reddito da lavoro dipendente pari a 1.000 euro l’anno, quindi circa 83 euro al mese. Sopra i 32.000 euro, e fino a 40.000 euro, la maggiore detrazione viene così calcolata:

1.000 * [(40.000 - Reddito complessivo)]/8.000

Tuttavia, questo incremento non è ancora in busta paga. Lo sarà nei prossimi mesi, quando contestualmente verranno pagati anche i relativi arretrati.