Aurora Marinaro - 24 marzo 2023
Divorzio breve: quando è possibile e come funziona
Divorzio breve, ecco come funziona e quando è possibile richiederlo. Quali sono i vantaggi rispetto ad altre procedure?
Il divorzio breve è una modalità semplificata introdotta in Italia nel 2015 per consentire alle coppie di sciogliere il vincolo coniugale con tempistiche ridotte. Oltre alla velocità di questo procedimento, bisogna anche considerare la differenza di spesa rispetto alla procedura giudiziale ordinaria. Per molti appare quindi come una soluzione pratica, purché siano presenti i requisiti necessari.
Le tipologie di divorzio breve
Usufruendo del divorzio breve è possibile scegliere fra differenti modalità, che devono essere valutate a seconda delle esigenze specifiche dei coniugi. In particolare, è possibile:
- Il divorzio congiunto in tribunale;
- il divorzio consensuale con mediazione assistita;
- il divorzio in Comune.
Quando è possibile il divorzio breve?
Di norma il divorzio può essere richiesto soltanto in seguito alla separazione, ma con la riforma Cartabia chi si vuole avvalere del rito unificato può presentare contestualmente entrambe le domande. Il rito unico, tuttavia, comprende un vero e proprio procedimento giudiziale che, seppur breve (il tutto dovrebbe concludersi in meno di 1 anno), può essere in alcuni casi superfluo.
Sostanzialmente devono essere i coniugi a scegliere la strada che ritengano più efficace, ma bisogna considerare che il divorzio breve è tale soltanto quando i coniugi sono d’accordo e presentano una domanda congiunta. Il ricorso per il divorzio breve può comunque essere presentato al tribunale in modo unilaterale, ma ovviamente in questo caso il procedimento si allunga perché è necessario che il giudice trovi l’accordo più funzionale basandosi sugli interessi – spesso contrapposti – delle parti. Grazie al rito unico, comunque, anche chi presenta un ricorso unilaterale può beneficiare della riduzione delle tempistiche, che tuttavia rimangono maggiori rispetto alla negoziazione assistita e al divorzio in comune.
Entrambe le modalità permettono infatti di evitare completamente le aule di tribunale, risparmiando notevolmente sulle spese legali per l’onorario degli avvocati, e formalizzare il divorzio senza attendere il lungo iter processuale.
Divorzio breve con negoziazione assistita
Con la procedura di negoziazione assistita i coniugi possono compiere il procedimento con l’assistenza del proprio avvocato di fiducia. La legge, infatti, non obbliga i coniugi a farsi assistere da legali diversi, bensì le parti possono essere assistite dallo stesso avvocato. Questo, ovviamente, non incide sulle tempistiche e sull’esito del procedimento, ma può avere pro e contro a seconda della situazione.
Il vantaggio più immediato della negoziazione assistita con un solo avvocato è la riduzione delle spese. D’altro canto, se è difficile trovare un accordo senza compromettere gli interessi di uno dei due coniugi un solo avvocato potrebbe essere insufficiente ad assistere entrambi. Naturalmente, tutto dipende dall’effettivo accordo dei coniugi e delle loro richieste, perché se non ci sono troppi conflitti l’istituto della mediazione è adatto a trovare un compromesso.
Allo stesso tempo, se ci sono richieste particolari o punti specifici su cui uno dei coniugi è molto ferreo, allora sarà proprio l’avvocato a indicare una strada alternativa. In tutti gli altri casi, la mediazione assistita rappresenta una procedura molto valida e conveniente. Da un lato vi sono infatti i costi, di norma intorno ai 1.000 euro e quindi molto inferiori rispetto al divorzio giudiziale.
Dall’altro lato bisogna tenere in conto anche la durata ridotta del procedimento. In particolare, il divorzio si deve concludere entro un termine fissato dalle parti ma compreso fra 1 mese e 3 mesi. Le parti hanno comunque la facoltà di prorogare il termine di ulteriori 30 giorni su accordo comune.
Come funziona il divorzio breve?
Per avvalersi del divorzio breve bisogna allegare agli atti relativi alla negoziazione assistita la seguente documentazione:
- La copia dell’atto integrale di matrimonio.
- Il certificato di residenza e stato di famiglia.
- La copia del decreto di omologa della separazione o gli accordi autorizzati di negoziazione assistita.
- Le dichiarazioni dei redditi degli ultimi 3 anni.
Le dichiarazioni dei redditi di entrambi i coniugi sono fondamentali per la determinazione dell’assegno divorzile e di mantenimento dei figli. La negoziazione assistita, infatti, può anche regolamentare le questioni riguardo ai figli minorenni o non autosufficienti, ma in questo caso gli accordi dovranno essere autorizzati dal Pubblico ministero.
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