Rita Gagliarducci - 7 febbraio 2019
Tonfa: che cos’è e come viene usato
In questo articolo una retrospettiva sul bastone Tonfa usato da molte Forze dell’Ordine.
Molte Forze dell’Ordine hanno in dotazione un bastone molto particolare che viene impugnato grazie ad un manico trasversale: si chiama Tonfa ed è un bastone di combattimento giapponese.
È un’arma superlativa, in grado di permettere un’ottima difesa contro un aggressore a mani nude, armato di coltello o armi bianche in genere, bastoni, mazze da baseball, e quindi delle lunghezze più svariate. È impiegato infatti soprattutto nelle attività di controllo della folla o di anti-rivolta.
Da quando è stato introdotto ci sono stati veri e propri corsi di addestramento per imparare ad usare al meglio il Tonfa, anche perché può diventare molto pericoloso.
La storia
Il Tonfa era inizialmente usato nella piccola isola di Okinawa, in Giappone, come attrezzo agricolo per poter girare le ruote di pietra delle macine dei cereali. Solo in seguito, in mani esperte, è diventato una vera e propria arma adatta a colpire, parare ma anche immobilizzare e strangolare.
Divenne infatti una delle armi dell’arte marziale dell’Okinawa-te (la “mano di Okinawa”), detta anche Totè (la “mano cinese”) divenuta poi famosa successivamente con il nome di Karate-do (“l’arte della mano vuota” ovvero “disarmata”).
Il Tonfa, come strumento da combattimento (generalmente usato in coppia) è inserito tra le “Armi del Kobudo” di Okinawa, in cui si trovano anche altri ex utensili agricoli (alcuni dei quali opportunamente modificati) come i bastoni, bastoni snodati, falcetti, roncole, tridenti e catene nonché ex attrezzi da pesca come le canne e i remi.
Alcune armi del Kobudo, tra cui il Tonfa, andarono inoltre anche ad integrare il già nutrito arsenale delle armi non convenzionali a disposizione dei Ninja, i famosi “Guerrieri furtivi” o “Guerrieri ombra”.
Com’è fatto
Il Tonfa, è costituito da un corpo allungato (monouchi/yoka), generalmente di una lunghezza di 50-60 cm, sul quale è innestato trasversalmente un manico (tsuka), di una lunghezza variabile di 7-12 cm. Il manico è dotato in cima di un pomello (tsuka-gashira) che consente il maneggio in rotazione veloce del manico, senza che il Tonfa stesso sfugga di mano, oppure può essere impiegato per colpire (in alcuni modelli il pomello è appuntito).
I Tonfa moderni possono essere costruiti in plastica o alluminio (appesantiti), in fibra di carbonio o in policarbonato. Esistono inoltre dei modelli retrattili o telescopici in modo da non diventare scomodi nella seduta.
La tipologia di addestramento che richiede il Tonfa è molto simile, anche se molto più semplice, a quello previsto per il Karate: per tale motivo ad Okinawa la pratica delle due discipline è sempre stata fortemente legata.
Tendenzialmente si usano due Tonfa, uno per ogni braccio, ma è indubbiamente più comodo e realistico l’uso di un singolo.
Il tonfa, utilizzato nell’ambito di ragionevoli parametri restrittivi, è un’arma di alta efficacia difensiva ed in grado di neutralizzare possibili aggressori, e se usato correttamente intimorisce e riduce la possibilità di danno, nonché permette di affrontare uno o più avversari, proteggendo la vita e la sicurezza degli agenti delle forze dell’ordine.
Al contrario del manganello, chiaramente offensivo, il tonfa professionale possiede un carattere essenzialmente difensivo e assomiglia piuttosto ad un piccolo scudo portatile.
Quest’arma è uno strumento relativamente discreto che permette di non dare un’immagine repressiva al pubblico, ma sufficientemente potente da permettere una dissuasione o una difesa efficace da un’aggressione.
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