La rivoluzione del generale Masiello, l’Esercito si deve preparare alle ipotesi peggiori

La rivoluzione del generale Masiello, l'Esercito si deve preparare alle ipotesi peggiori

L’Esercito deve prepararsi alle nuove sfide internazionali. Dalla tecnologia al personale, c’è bisogno di innovazioni importanti. Il progetto del Capo di SME.

Fonte immagine: USAG Italy su flickr.com

Sono profondi e articolati i cambiamenti che il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il generale Carmine Masiello, sta introducendo nella Forza Armata. Dalla tecnologia al personale, le sfide sono tante, tutte indispensabili per preparare l’Esercito “all’ipotesi peggiore”. I cambiamenti internazionali, soprattutto per quanto riguarda i conflitti, impongono una vera e propria rivoluzione militare secondo il Capo di SME. Non soltanto in termini pratici, partendo quindi dall’organico e dalle dotazioni tecnologiche, ma anche riguardo al modo di pensare dei militari. Il conflitto in Ucraina e l’instabilità in Medio Oriente scatenano nuove necessità, con le Forze Armate che fanno i conti con la ridotta attenzione di questi anni allo Strumento militare, mentre devono stare al passo e prepararsi al fronte africano.

Un vero e proprio cambiamento nella cultura dell’Esercito, che deve tuttavia avvenire in maniera compatibile con la struttura gerarchica e la disciplina militare. L’unico aspetto immutabile è rappresentato dai valori dell’Esercito Italiano. “Restano la nostra forza (...) si è visto in ogni crisi” ha raccontato il generale Masiello a La Repubblica, ponendo l’attenzione sullo spirito di sacrificio e sulla dedizione che i militari italiani portano avanti con coraggio.

L’instabilità dello scenario internazionale richiede prontezza e flessibilità, sotto la spinta di una tecnologia in continua evoluzione e sempre più predominante. Nel complesso progetto dello Stato Maggiore dell’Esercito, non può ovviamente mancare il personale. Aumentare l’organico e abbassare l’età media sono i punti di partenza fondamentali per instaurare il nuovo paradigma, pensando poi ai mezzi.

Aumentare l’organico e diminuire l’età media del personale

L’aumento dell’organico era e resta ad oggi uno dei punti più critici per l’Esercito Italiano. Le 10.000 unità di cui si è parlato sono insufficienti secondo il generale Masiello, che ribadisce comunque la difficoltà di ricavare delle stime numeriche allo stato attuale. Anche in tal proposito, lo Stato Maggiore dell’Esercito propone un cambiamento innovativo, che si basa su un sistema misto. La preparazione lunga e approfondita oggi prevista non sarebbe infatti necessaria per tutte le attività.

Per questo motivo, lo SME valuta gli incarichi affidabili ai volontari che restano un anno in servizio, pensando a una formazione più specifica e circoscritta. Ad esempio, questa strategia potrebbe applicarsi all’Operazione Strade Sicure, allo stesso tempo alimentando la formazione di una riserva militare.

La soluzione del sistema misto si configura come un modo vantaggioso per colmare le lacune di organico senza costi eccessivi. La formazione di una riserva è un altro punto cruciale per il generale Masiello, che evidenzia quanto il conflitto in Ucraina abbia ribadito l’esigenza di poter prolungare a lungo gli sforzi militari.

Anche per quanto riguarda l’abbassamento dell’età media del personale si pensa soprattutto ai volontari in ferma iniziale. Proprio a questo scopo lo SME ha rivisto i requisiti fisici per i concorsi, dando priorità alla formazione iniziale per il raggiungimento della forma fisica più idonea.

Rivoluzione militare, dalla tecnologia alla riduzione delle distanze

Lo Stato Maggiore dell’Esercito sta imbastendo un progetto davvero innovativo e all’avanguardia, senza snaturare le fondamenta della Forza Armata ma appunto preparandola ai profondi cambiamenti mondiali. C’è da una parte la campagna tecnologica, su cui si punta soprattutto al fiore all’occhiello dell’Esercito Italiano: il 9° Reggimento Rombo. Anche nella selezione del personale lo SME guarda alle competenze tecnologiche, attivandosi contemporaneamente per equipaggiarsi adeguatamente.

Il problema maggiore sono i droni, di cui c’è bisogno in grande quantità e che richiedono costante aggiornamento. La modernità di cui necessita lo Strumento militare si rifletta anche in iniziative precise del generale Masiello che mirano a consentire a tutti i militari di avere la propria voce. Nonostante l’organizzazione gerarchica delle Forze Armate, indispensabile per il funzionamento e l’efficacia, “c’è bisogno del convincimento e del coinvolgimento di tutti”.

A tal proposito il Capo di SME ha realizzato un’apposita casella di posta elettronica chiamata “Meno burocrazia” che accoglie i suggerimenti di tutto il personale, senza alcuna distinzione di grado. Ogni reparto ha inoltre un responsabile dell’innovazione, che può essere un ufficiale o un graduato, ma il generale Masiello si mette in gioco soprattutto con la nuovissima iniziativa: “Un caffè con il capo”. Ogni settimana un diverso gruppo di militari sotto i 40 anni di ogni grado incontra il Capo di SME per proporre le proprie idee. Proprio dal personale arrivano spunti utili e interessanti, che il generale Masiello accoglie privilegiando attentamente il benessere della Forza Armata.

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