Operazione Strade Sicure fino al 2027, cosa prevede la legge di Bilancio

Operazione Strade Sicure fino al 2027, cosa prevede la legge di Bilancio

La legge di Bilancio 2025 proroga per il prossimo triennio l’Operazione Strade Sicure.

Fonte immagine: Pampuco su commons.wikimedia.org

L’articolo 90 della legge di Bilancio 2025 proroga l’Operazione Strade Sicure, confermando l’impegno di un contingente delle Forze Armate composto da 6.000 unità fino al 31 dicembre 2027. Per le aree più a rischio, con particolare riferimento alle infrastrutture ferroviarie, è inoltre previsto un ulteriore incremento di 800 unità per ogni anno dal 2025 al 2027.

La notizia è stata accolta con favore dalle Regioni, che stanno traendo un importante giovamento nella sicurezza interna grazie alla collaborazione dei militari con le Forze di Polizia assegnate al programma. L’obiettivo della missione resta infatti la vigilanza dei siti e degli obiettivi sensibili, vedendo militari e poliziotti operare in contesti altamente pericolosi.

Il riscontro è positivo anche per la cittadinanza, che si sente rassicurata dalla presenza dei militari nelle zone più colpite dalla criminalità, in specie proprio le stazioni ferroviarie. La vigilanza dell’Operazione porta a concreti risultati nella pubblica sicurezza, nonostante l’alto tasso di criminalità concentrato in alcune aree del territorio italiano.

Operazione Strade Sicure fino al 2027

L’Operazione Strade Sicure avrebbe dovuto essere un’iniziativa temporanea, ma a causa dell’allarmante incremento della criminalità in alcune aree è stato non solo prorogato di anno in anno, ma anche implementato. Per la verità, per garantire il controllo e far lavorare gli operatori in condizioni di sicurezza sarebbe auspicabile un ulteriore incremento del personale e dell’equipaggiamento. Il limite delle risorse dovrebbe infatti poter essere arginato in maniera più efficace, perché la sicurezza della collettività deve essere una priorità, che passa necessariamente per i lavoratori che se ne occupano.

L’alta professionalità e la dedizione dei militari impegnati nell’Operazione Strade Sicure non devono diventare uno strumento per compensare queste carenze, soprattutto in considerazione dell’elevata pressione sul benessere psicofisico del personale. L’impiego delle Forze Armate nella tutela dell’ordine pubblico, per quanto misura straordinaria, si rivela una risorsa preziosa per le città italiane, ma è necessario valorizzare al meglio uomini e donne che se ne occupano.

Le importanti carenze di organico, comuni alle Forze di Polizia e alle Forze Armate, non facilitano di certo il compito, ma nonostante ciò i dati sull’Operazione parlano chiaro. Nel corso di 16 anni, l’Esercito Italiano ha concorso a 17.959 arresti, 46.507 denunce e 38.306 fermi, al sequestro di 1.793 armi e 2.529 chilogrammi di droga, come spiegato dal Generale Masiello.

Nel corso dell’ultimo anno, inoltre, c’è stato un aumento degli interventi relativi a risse, aggressioni, colluttazioni, molestie, rapine e scippi. I militari non hanno mancato neanche di assistere i cittadini in situazioni di difficoltà, scongiurando anche dei tentativi di suicidio.

Prosegue quindi almeno fino al 2027 la vigilanza delle stazioni di Genova, Milano, Torino, Bologna, Venezia, Verona, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo. Una componente importante dell’Operazione Strade Sicure, ma non l’unica. I militari italiani concorrono infatti al contrasto e alla prevenzione dei reati ambientali (in particolar modo nella terra dei fuochi), alla repressione dei reati che vedono coinvolti sostanze stupefacenti e armi, ma anche alla vigilanza dell’immigrazione illegale.

I problemi dell’Operazione Strade Sicure

Non ci sono dubbi sull’importanza del programma per il territorio e i cittadini italiani, ma come ricordato in più occasioni dai sindacati militari e dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito è necessario garantire la sostenibilità dell’impegno rispetto agli obiettivi istituzionali della Forza Armata, assicurando al contempo un adeguato riposo ai militari, cercando di preservarne il benessere.

Per questo motivo le sigle sindacali guardano con grande attenzione allo svolgimento dell’Operazione Strade Sicure, proponendo soluzioni capaci di conciliare le diverse esigenze in campo. Proprio di recente il SAM Esercito, ad esempio, ha chiesto un aumento dei volumi organici, proponendo a tale fine di “rivalutare la modifica normativa, al fine di permettere al personale VFP1 arruolato con i bandi emessi fino al 31 dicembre 2022 di poter avere la possibilità, a domanda, di un ulteriore anno di ferma”. Contestualmente, il sindacato ha chiesto attenzione per il personale impiegato in sedi disagiate, tra cui l’Isola di Sant’Andrea.

Premesso che a noi non interessano le polemiche che in queste ore impazzano sui giornali, è ben nota la posizione del SAM in riferimento allo stato attuale delle forze armate e che pertanto non possiamo che reiterare la richiesta al Governo di un impegno per rafforzare i volumi organici dell’esercito e le risorse necessarie.

Si tocca inevitabilmente il tema della specificità militare, visto che nella maggior parte dei casi la sede di servizio non è scelta ma dipende da motivi operativi e proprio per questo non dovrebbe portare a discriminazioni. Per questa ragione l’ASPMI è riuscita a ottenere diversi accordi sul trasporto pubblico gratuito con gli enti locali e di recente ha incontrato le istituzioni regionali della Sicilia per garantire al personale la possibilità di spostamento in maniera agevole.

L’ASPMI porta all’attenzione anche alcune riflessioni sullo straordinario, tenuto conto che un aumento delle ore indennizzabili permetterebbe una migliore conciliazione delle attività di vigilanza con quelle di addestramento. Un problema che proprio in relazione all’Operazione è stato attenzionato da subito dallo Stato Maggiore dell’Esercito, anche se la posizione della sigla nella contrattazione per il rinnovo potrebbe portare a un miglioramento.

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