Aurora Marinaro - 8 luglio 2024
Pensioni militari, come (non) cambia l’età di accesso a partire dal 2025
La circolare del Persomil comunica l’aggiornamento delle disposizioni sull’accesso ai trattamenti pensionistici in base alla nuova speranza di vita.
La Direzione generale per il personale militare del ministero della Difesa ha aggiornato le disposizioni di accesso ai trattamenti pensionistici agli incrementi della speranza di vita per gli anni dal 2019 al 2024. In estrema sintesi, a partire dal 1° gennaio 2025 non ci sarà alcuna differenza e i requisiti di accesso al pensionamento per il personale militare resta quello vigente anche per il biennio 2025-2026.
Ricordiamo, infatti, che l’età per il pensionamento - alla luce della normativa in vigore - viene rivista ogni biennio per adeguarla alla variazione della speranza di vita desunta dai dati Istat. Il Decreto ministeriale del 18 luglio 2023 del Mef stabilisce appunto che per il biennio 2025-2026 non ci sarà alcun cambiamento nei requisiti anagrafici di accesso ai trattamenti pensionistici, posto che la speranza di vita ha subito una variazione trascurabile e negativa (pertanto non incide sui requisiti).
Nel dettaglio, dall’analisi Istat è emerso un calo di un mese e ciò comporta che i requisiti potrebbero rimanere stabili anche dall’anno 2027. La legge stabilisce, infatti, che sono ammessi futuri recuperi in caso di adeguamenti successivi. Eventuali aumenti della speranza di vita futuri verrebbero quindi ammortizzati dal mese in diminuzione, nonché dal calo di 3 mesi registratosi in seguito alla pandemia (biennio 2023-2024). Tenendo conto che l’adeguamento in aumento del requisito anagrafico non può essere superiore a un trimestre, è assai probabile che lo stesso rimanga invariato anche nel 2027.
Età di pensionamento militari, nessun cambiamento nel 2025
Per il biennio 2025-2027 non ci sarà alcuna variazione nel requisito anagrafico di accesso ai trattamenti pensionistici per i militari, che resterà invariato rispetto al triennio 2022-2024. Di seguito i dati.
Prestazione pensionistica | Requisito anagrafico | Finestra mobile |
---|---|---|
Pensione anticipata o di anzianità | 58 anni + 35 anni di contributi | 12 mesi |
Pensione anticipata o di anzianità | 41 anni contributivi a prescindere dall’età | 15 mesi |
Pensione di vecchiaia con almeno 35 anni di servizio | 65 anni per i Dirigenti generali; 63 anni per i Dirigenti superiori; 60 anni per le Qualifiche inferiori | fino a 12 mesi |
Pensione di vecchiaia con meno di 35 anni di servizio | 66 anni per i Dirigenti generali; 64 anni per i Dirigenti superiori; 61 anni per le Qualifiche inferiori | 12 mesi, che si sommano a un anno per l’aumento della speranza di vita per chi al raggiungimento dei limiti ordinamentali non ha maturato alla pensione anticipata o di anzianità |
Come anticipato, questi requisiti sono analoghi ai precedenti ed è estremamente probabile che non subiscano modifiche nemmeno a partire dal 2027. Per il momento, comunque, saranno in vigore con certezza dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, come ribadito anche dalla circolare del Persomil.
Pensioni militari, si può stare tranquilli?
Come vi avevamo anticipato, non c’è alcun motivo per temere peggioramenti nella previdenza militare. Non soltanto non c’è alcuna variazione per il 2025, ma è molto probabile che anche per il 2027 non ci saranno modifiche, o comunque saranno piuttosto contenute, per un massimo di 2 o 3 mesi.
Dunque, a dispetto di un certo allarmismo, almeno dal punto di vista anagrafico non è necessario avere preoccupazioni. Restano, comunque, altre problematiche oggetto dell’impegno delle Associazioni sindacali di categoria, che puntano soprattutto alla definizione di una previdenza dedicata.
Le Forze Armate, come il personale sa fin troppo bene, richiedono dei sacrifici e dei limiti professionali che non sono equiparabili a nessun altro lavoro e per questo motivo la Rete sindacale militare chiedono un intervento che riconosca la specificità del caso, anche per quanto riguarda i trattamenti pensionistici.
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