Rinnovo di contratto, per lo sblocco i sindacati militari chiedono l’incontro con Giorgia Meloni

Rinnovo di contratto, per lo sblocco i sindacati militari chiedono l'incontro con Giorgia Meloni

Senza incontro con la premier Giorgia Meloni non prosegue la trattativa per il rinnovo di contratto, questo emerge dalla richiesta della Rete sindacale militare.

Crediti immagine: governo.it

Il Governo ha ricevuto i sindacati di Polizia e il Cocer già nel mese di marzo 2024, con un incontro propedeutico alla contrattazione. Fin da allora, i sindacati militari hanno fatto notare di non aver ricevuto un pari trattamento, chiedendo di avere la medesima possibilità di dialogo e confronto. Di fatto, tutte le associazioni sindacali lo hanno richiesto più volte, senza che ad oggi questa domanda sia stata effettivamente ascoltata.

Ad oggi, non c’è stata ancora alcuna comunicazione in tal senso e la Rete sindacale militare ha richiesto espressamente di venire convocata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. È innegabile che questo colpevole ritardo lede pubblicamente la dignità delle Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, che hanno un’uguale importanza nella contrattazione.

Senza considerare, per l’appunto, che al momento le trattative sono bloccate poiché sono troppi gli elementi su cui i sindacati necessitano di essere ascoltati. Il personale militare necessita il riconoscimento dei propri diritti, spettanti loro in primo luogo in qualità di lavoratori, ma in secondo luogo per la particolare e sacrificante professione svolta.

La Rete sindacale militare chiede l’incontro con la premier Meloni

È l’ennesima richiesta di incontro con la presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni. Dai vari incontri in Funzione pubblica è emerso lo stanziamento di poche risorse contrattuali, del tutto inadeguate rispetto alle necessità del personale. Servono impegni che soltanto la presidente Meloni può assumersi, cominciando dalla contrattualizzazione degli straordinari, a costo zero per il Governo, e dal pagamento di distacchi e permessi che va stanziato a parte.

Abbiamo bisogno di misure accettabili, non bastano più le promesse che ci sono state rivolte dai ministri precedenti in Funzione pubblica. Per lo sblocco della contrattazione serve impegno da entrambe le parti, si rischia altrimenti che per la prima volta nella storia repubblicana il rinnovo di contratto delle Forze Armate non sia firmato dalle parti sociali.

Come Usic ci auspichiamo che davvero verremo convocati nei primi giorni di luglio, anche se si tratta di mere voci di corridoio, perché senza questo importante incontro non sarà possibile sbloccare le trattative.

Queste le parole del Segretario generale di USIC, Antonio Tarallo, che illustra efficacemente la posizione della Rete sindacale militare. Si rischia davvero di far saltare il tavolo contrattuale? Non si può dare per certo, ma è evidente che tutte le associazioni concordano sull’importanza di questo incontro, che ha innanzitutto una funzione simbolica di riconoscimento ed equità.

Ecco, infatti, cosa ne pensa Francesco Gentile, Socio fondatore di ASPMI:

È con grande rammarico che osserviamo il perdurare del ritardo nella convocazione dei sindacati militari da parte del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Come socio fondatore di ASPMI, non posso che sottolineare l’urgenza e l’importanza di un dialogo diretto con il governo, in particolare alla luce del recente incontro propedeutico all’apertura del contratto tenutosi con i Sindacati di Polizia e il COCER.

La nostra richiesta di incontro con il Presidente Meloni non è solo una questione di equità, ma è anche fondamentale per poter discutere delle numerose questioni economiche e giuridiche che riguardano il nostro personale. La Rete Sindacale Militare, composta da sindacati delle Forze di Polizia a ordinamento militare e delle Forze Armate, rappresenta una parte essenziale del comparto Difesa e Sicurezza del paese.

È essenziale che le nostre voci siano ascoltate per poter esporre le esigenze specifiche del nostro personale, il quale quotidianamente si impegna per la sicurezza e la difesa della nazione. Siamo pronti a collaborare costruttivamente con il governo, ma è necessario che ci venga data l’opportunità di farlo in modo diretto e tempestivo.

Auspichiamo che il Presidente del Consiglio comprenda l’importanza di questo incontro e proceda rapidamente a convocarci, riconoscendo il ruolo cruciale che i sindacati militari svolgono nel garantire il benessere e la tutela dei diritti dei nostri membri.

Un approccio indubbiamente aperto e costruttivo, ma non si manca di sottolineare la delicata questione delle risorse economiche, che necessitano inevitabilmente un intervento del governo. Si pensa soprattutto alla previdenza, ai distacchi e ai permessi per lo svolgimento sindacale, senza dimenticare delle gravissime mancanze a cui stiamo assistendo in merito ad alloggi, mezzi ed equipaggiamento. Lo sottolinea anche Antonino Duca, Segretario generale di SAM Esercito:

Servono dei punti fermi. Questi punti discendono da impegni concreti che può assumersi solo chi è alla guida del governo.
Serve la garanzia di un’agibilità sindacale, similmente a quanto concesso alle Forze di Polizia ad ordinamento civile.
Bisogna fissare la road map su temi come Specificità e Previdenza dedicata.
Dobbiamo fare il punto su Infrastrutture e alloggi, soprattutto per il personale impiegato nell’operazione “Strade Sicure” che vive in molti casi in situazioni non decorose, ciò anche in vista del prossimo anno giubilare.

Inevitabile questo accordo tra le associazioni, data l’incredibile evidenza di problematiche condivise, che ledono lo sviluppo della contrattazione. La mancanza di regole e di previsioni specifiche si fa sentire ora più che mai, come sottolinea Francesco Cacace, responsabile delle comunicazioni di SIM Marina:

La Rete sindacale militare, come un fronte unito, ha richiesto un incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. SIM Marina appoggia completamente questa richiesta, innanzitutto necessaria all’insegna dell’equità. Ribadiamo la nostra apertura al dialogo e a un confronto costruttivo, ma chiediamo che venga riconosciuta la nostra attività, più che mai fondamentale ai fini della contrattazione.

Dobbiamo continuare la nostra attività di difesa del personale in assenza di regole specifiche per i sindacati militari, costretti a recepire di volta in volta le direttive del caso. Senza un effettivo riconoscimento non si può nemmeno pensare di aprire un dialogo su temi di eccezionale importanza, fra cui la previdenza dedicata, i distacchi e i permessi. Speriamo quindi che la nostra volontà sindacale sia ascoltata, per instaurare un confronto utile e positivo nell’interesse comune di tutela del personale.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Guido Bottacchiari, Segretario generale di Amus Aeronautica:

Abbiamo richiesto un incontro con la presidente Giorgia Meloni fin dal primo momento in cui ci siamo seduti al tavolo contrattuale in conseguenza della scarsità di risorse finanziarie destinate al contratto. In primo luogo per una questione di equità rispetto ai sindacati di Polizia che già sono stati ricevuti. I neonati sindacati militari meritano infatti ascolto, ci aspettiamo più attenzione e un effettivo riconoscimento della nostra attività anche in termini economici .

Peraltro tra questioni operative, regolamenti mancanti e ostracismi interni, la nostra attività manca di regole omogenee, e l’azione sindacale è limitata notevolmente.

In secondo luogo, per quanto comprendiamo le difficoltà del caso, auspichiamo un intervento sulle voci del così detto trattamento accessorio che tenga conto della specificità militare, riferendosi poi anche a un progetto previdenziale dedicato alla Difesa. È paradossale come le risorse sul tema destinate quest’anno siano inferiori rispetto alle disposizioni dei precedenti governi e che questo stesso governo destini molti più soldi ad altri comparti.

Per questo motivo ci ritroviamo costretti a chiedere di nuovo un incontro con la presidente Meloni, che innanzitutto dimostri la capacità di ascoltare e considerare le nostra istanze.

Ci teniamo comunque a ricordare, nel caso non fosse chiaro, che non intendiamo chiedere meno di quanto ci è dovuto. Anche se sulla carta siamo “nati ieri” abbiamo tutte le intenzioni e la professionalità per rappresentare i nostri tesserati e di certo non ci accontenteremo di sole promesse senza aver esperito ogni possibile azione pur, nella piena legittimità di azione che la legge ci impone.

Non resta quindi che sperare che questo incontro si realizzi il prima possibile, soprattutto per il benessere del personale militare, già enormemente sacrificato.