Tutela legale anche per le Forze Armate, via libera del Parlamento

Tutela legale anche per le Forze Armate, via libera del Parlamento

Approvato alla Camera l’emendamento che estende la tutela legale alle Forze Armate, nell’ambito del Ddl Sicurezza.

Il Ddl Sicurezza estende la tutela legale anche alle Forze Armate, non limitandola più alle Forze di Polizia e ai Vigili del Fuoco. Per quanto si trattasse di un riconoscimento quasi dovuto, non era così scontato che questa modifica fosse inserita nel disegno di legge, che si pone in ogni caso come una splendida notizia per i militari.

Questi ultimi, al pari della Polizia e dei Vigili del Fuoco, devono spesso fare i conti con denunce pretestuose, calunnie e accuse infamanti che rischiano di segnarne per sempre l’onore, la reputazione e la carriera. Non solo, anche le Forze Armate lavorano in contesti particolari, trovandosi molto più esposti rispetto a qualsiasi altro lavoratore al rischio di rappresaglie legali.

Come sottolineato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, "È la conferma dell’apprezzamento del lavoro svolto quotidianamente dai nostri servitori dello Stato e del grande valore delle Forze Armate nella società." Senza disparità alcuna nel comparto Difesa-Sicurezza, che condivide questo genere di pericoli e le relative responsabilità.

Tutela legale per le Forze Armate nel Ddl Sicurezza

Come anticipato la tutela legale che in origine il Ddl Sicurezza riservava alle Forze di Polizia e al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è ora estesa alle Forze Armate. Le Commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera dei deputati hanno infatti approvato l’emendamento proposto dalla Lega, un importante riconoscimento del Parlamento secondo il ministro Crosetto.

Si eliminano, almeno sotto questo punto di vista, le disparità effettuate trai lavoratori del comparto Difesa-Sicurezza, peraltro del tutto immotivate. Nessun dato oggettivo ha dato ragione di sostenere una maggiore attenzione alla Polizia e ai Vigili del fuoco, pensando per esempio al numero di denunce o cause legali. Di pari passo, anche per i militari le conseguenze di un procedimento penale possono essere devastanti a prescindere dal suo esito.

Seguendo questo filone, bisogna necessariamente toccare un tema spinoso, che non può certo essere ignorato. In particolare, si tratta delle mansioni di difesa interna, a cui il personale militare è sempre più spesso destinato. È incontrovertibile che non siano questi i compiti prioritari delle Forze Armate, che tuttavia possono essere chiamate a collaborare con le forze dell’ordine in caso di necessità.

Di fatto, moltissimi militari lavorano a fianco a fianco con poliziotti e carabinieri, mettendo a servizio la propria professionalità e tutta la dedizione di cui sono capaci. Paradossalmente, però, avrebbero avuto meno diritti degli altri a parità di compiti. Il divario è stato colmato rapidamente, anche se in un ordinamento come il nostro, fondato sul diritto, la questione non sarebbe neanche dovuta essere messa in dubbio.

La tutela legale permette di dare il giusto riconoscimento a questi lavoratori, garantendo loro maggiore libertà d’esercizio nelle proprie funzioni a beneficio dell’intera collettività. È la forma più giusta e democratica che si potesse trovare, perché non prevede nessuna forma di immunità o trattamento speciale, pur garantendo un forte sostegno a lavoratori che tanto si sacrificano per la cittadinanza.

In cosa consiste la nuova tutela legale

Il Ddl Sicurezza prevedeva, in origine, un’estensione della tutela legale per le forze dell’ordine. A tal proposito, si rivolgeva esclusivamente alle Forze di Polizia (comprendendo la Polizia di Stato, la Polizia Penitenziaria, la Guardia di Finanza e l’Arma dei Carabinieri) e al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Come già ribadito in questo articolo, si aggiungono ora alla lista anche le Forze Armate (Esercito Italiano, Marina Militare, Aeronautica Militare). Il disegno di legge intende raddoppiare la cifra anticipata ai soggetti indagati o imputati per fatti correlati al servizio, che passa da 5.000 a 10.000 euro. L’anticipo serve al personale per potersi rivolgere a un avvocato di fiducia, dal quale ricevere assistenza dentro e fuori dal processo.

Considerando che le disponibilità economiche di questi lavoratori non sono certo alte, si predispone questa misura per poter garantire loro una giusta difesa quando sono interessati da procedimenti che riguardano proprio l’attività di servizio.