Paola Gentile - 29 novembre 2022
Polizia e Carabinieri: “dal governo totale assenza di risposte”, cosa non va nella legge di Bilancio 2023
Nella legge di Bilancio 2023 non c’è posto per interventi economici e normativi per il personale in divisa. I sindacati sono pronti alla protesta.
I sindacati delle Forze di Polizia e il Co.Ce.R. dell’Arma dei Carabinieri hanno espresso tutta la loro delusione nei riguardi della legge di Bilancio 2023, licenziata dal Consiglio dei ministri.
In un comunicato stampa che trasuda rammarico per quanto non è stato fatto dall’esecutivo presieduto da Giorgia Meloni, i segretari del Siulp, Sap e Siap (Polizia di Stato), del Sappe (Polizia penitenziaria) e il Co.Ce.R. Carabinieri hanno evidenziato punto per punto tutte le promesse non mantenute nella legge di Bilancio 2023.
Le aspettative alimentate in campagna elettorale da alcuni esponenti del governo hanno fatto germogliare delle legittime speranze nel personale in uniforme, che ha creduto che “un esecutivo omogeneo, avendo una diversa visione strategica della sicurezza pubblica e del sistema penitenziario, ponesse la materia al centro della propria azione di Governo evitando così, fastidiose forme di qualunquismo e strumentalizzazioni delle forze di Polizia”.
Ma vediamoli quali sono le promesse non mantenute dal governo Meloni nei confronti del personale delle Forze di Polizia e Carabinieri.
Le promesse non mantenute
Come primo punto, il governo non ha investito alcuna risorsa economica o novità normativa per quanto riguarda la condizione del personale della Polizia di Stato, Penitenziaria e dei Carabinieri.
L’unico aspetto che è stato tenuto in considerazione è stato quello riguardante la videosorveglianza dei comuni e la necessaria proroga dei lavoratori interinali.
Tuttavia, queste sono delle “misure assolutamente insufficienti a dare risposte alle gravi ed urgenti problematiche che affliggono il Comparto Sicurezza”.
A nulla serve il bonus 2023 per i dipendenti pubblici se poi come primo intervento il governo taglia sui fondi alla Polizia penitenziaria.
Fatto salvo l’approccio responsabile e costruttivo sempre proiettato al dialogo, i segretari non nascondono che tra il personale delle Forze di Polizia e Carabinieri serpeggia il malumore per la “ totale assenza di risposte alle esigenze di funzionalità del sistema sicurezza e penitenziario e dei diritti del personale in uniforme”.
Le carenze di cui soffre il Comparto Sicurezza
Ad attanagliare da tempo il Comparto Sicurezza è senza dubbio la carenza di organico, e i sindacati fanno già sapere che, nonostante l’apprezzamento, a nulla servirà il maxi concorso per 11mila unità per sopperirvi.
Altro punto importante è la necessità di semplificare le modalità concorsuali interne in relazione alle urgenze, al fine di colmare le vacanze di alcuni ruoli tramite il necessario scorrimento delle graduatorie. In poche parole: procedure più snelle.
Interventi urgenti in materia economica
Gli interventi in materia economica per il personale delle Forze di Polizia e Carabinieri sono urgenti. In particolar modo per quel che riguarda:
- Trattamenti economici (dettaglio stipendio Polizia di Stato, Penitenziaria e Carabinieri);
- Avvio della previdenza dedicata;
- Tutela legale e sanitaria;
- Recupero del differenziale inflattivo del contratto di lavoro 2019-2021.
Rispetto ai contratti degli altri comparti dello Stato, i sindacati evidenziano che gli operatori delle Forze di Polizia e penitenziarie hanno beneficiato di una percentuale d’incremento stipendiale minore, aspetto appesantito dalla mancata misura relativa alla decontribuzione del salario accessorio, strettamente connesso “alle alle nostre specificità professionali”.
Sebbene si sia compresa la difficoltà del governo nel reperire risorse, sulla mancanza di liquidità per il rinnovo contrattuale 2022-2024, per i sindacati, il governo “non può non dare risposte e confrontarsi”.
Pronti alla mobilitazione
I segretari dei sindacati delle Forze di Polizia e il Co.Ce.R. Carabinieri ne sono certi: se il governo non apporrà un’inversione di tendenza sulla bozza della legge di stabilità, “l’unica strada rimasta per tutelare la sicurezza dei cittadini e i diritti e la dignità di chi garantisce anche in tema di esecuzione e certezza della pena sarà la protesta ”.
Per queste ragioni, i sindacati chiedono al governo di reperire le urgenti e necessarie misure per attuare le riforme e gli interventi per continuare a garantire la funzionalità del sistema sicurezza.
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